Il Leone di San Marco e il lascito di Laval Nugent

Presentato alla Facoltà di Lettere e Filosofia di Fiume il volume curato dalla studiosa Brigitta Mader, frutto di recerche legate alla scultura che oggi «fa la guardia» dinanzi al Castello di Tersatto

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Il Leone di San Marco e il lascito di Laval Nugent
Luca Malatesti, Dean Krmac, Brigitta Mader e Marijan Bradanović. Foto: GORAN ŽIKOVIĆ

Il rilievo che ritrae il Leone di San Marco, che per tre secoli ha adornato la facciata dell’Armeria nella piazza centrale di Capodistria e che oggi “fa la guardia” dinanzi al Castello di Tersatto, è il tema del volume presentato alla Facoltà di Lettere e Filosofia di Fiume, intitolato “Markov Lev z Armerije: od Kopra do Trsata | Il Leone marciano dell’Armeria: da Capodistria a Tersatto | Markov Lav s Armerije: od Kopra do Trsata” e curato dalla filologa ed archeologa Brigitta Mader, docente all’Università di Vienna. Il libro è stato pubblicato dalla Società umanistica Histria, mentre coeditore del volume è la Comunità degli Italiani “Santorio Santorio” di Capodistria che, assieme all’Ateneo Veneto e alla Facoltà di Lettere e Filosofia di Fiume, è anche partner del progetto finanziato dalla Regione del Veneto ai sensi della L.R. n. 39/2019.

Tutelare e valorizzare il rilievo
Il volume, edito da “Histria Editiones” quale VIII numero della collana Histria Colloqium, comprende le relazioni dell’omonima Giornata di studio tenutasi il 3 dicembre 2014 e alla quale è stato fatto il punto della situazione con l’intento di tutelare e valorizzare il rilievo. Oltre che a Fiume, la pubblicazione è stata presentata nei giorni scorsi a Capodistria e a Venezia.
A parlare del libro sono stati ieri la redattrice del volume Brigitta Mader, lo storico e ricercatore Dean Krmac della Società umanistica Histria e lo storico dell’arte e conservatore, nonché docente alla Facoltà di Lettere e Filosofia di Fiume, Marijan Bradanović, che hanno illustrato i punti salienti dell’intrigante storia del rilievo di Capodistria che ora si trova a Tersatto.
A salutare i presenti è stato Luca Malatesti, vicerettore per la scienza e la cooperazione internazionale della Facoltà che ha ospitato l’incontro, il quale ha rilevato che il succitato libro è il risultato di un ampio progetto di ricerca.

Un progetto plurilingue
La docente Brigitta Mader ha in seguito presentato brevemente i punti salienti della pubblicazione e ha rilevato che si tratta di un progetto realizzato in quattro lingue – sloveno, italiano, croato e tedesco –, mentre nell’ambito delle ricerche sono stati consultati gli archivi nei rispettivi quattro Paesi. Gli autori dei contributi alla pubblicazione sono Salvator Žitko, Alberto Rizzi e Marijan Bradanović che, assieme a Brigitta Mader, Matteo Gardonio, Dean Krmac, Igor Žic, Nenad Labus e Špela Prunk, hanno cercato di fare luce sulla scultura del Leone di San Marco di Capodistria. Come spiegato dalla studiosa, la scultura venne rimossa dalla facciata dell’Armeria probabilmente intorno al 1814, in seguito alla vittoria austriaca sui francesi, per volontà del generale Laval Nugent, e quindi trasferita al Castello di Tersatto dove è entrata a far parte del suo mausoleo personale. Pietro Nobile è riuscito a documentare il Leone ancora a Capodistria in uno dei suoi disegni. Oggi – ha spiegato Mader – il rilievo, posto fuori dal maniero di Tersatto, resta in attesa di una collocazione più consona all’interno del Castello, mentre sull’Armeria di Capodistria potrebbe essere collocata una copia.

Instaurare un dialogo
“Nel corso delle mie ricerche – ha rilevato la studiosa – ho cercato di trovare dei dati legati all’anno esatto in cui il rilievo venne sistemato a Tersatto, ma non ci sono riuscita. Laval Nugent acquistò l’antico maniero, che all’epoca era una rovina, nella prima metà del XIX secolo e decise di collocarvi la sua collezione di artefatti dell’antichità. Il rilievo del Leone venne collocato, anche se non è noto l’anno esatto, sopra la parte sotterranea del Castello”, ha precisato Brigitta Mader, la quale ha quindi percorso brevemente i temi delle relazioni contenute nel libro.
Marijan Bradanović ha voluto soffermarsi sulla questione della tutela e della conservazione del lascito di Laval Nugent, il quale – ha rilevato lo studioso – non viene valorizzato come merita. “In seno a questa Facoltà cerchiamo di instaurare un dialogo al fine di trovare soluzioni vantaggiose per tutti. La questione del lascito di Nugent ha visto coinvolti il Musei di Marineria e di Storia del Litorale croato, il Museo civico e l’Istituto di conservazione dei beni storico-culturali, che dovrebbero collaborare al fine di trovare la soluzione migliore per valorizzarlo”, ha sottolineato Bradanović, il quale ha quindi fatto riferimento alla scultura del Leone di San Marco di Capodistria che “non è di particolare valore dal punto di vista artistico, ma testimonia l’esistenza di botteghe di scalpellini nelle zone intorno a Venezia nel Cinquecento e dovrebbe essere collocato all’interno del Castello”.
Dean Krmac ha infine rilevato l’importanza del progetto di ricerca che riunisce studiosi provenienti da quattro Paesi e ha espresso l’auspicio che si continui con nuove collaborazioni.

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