Il fascino degli scatti in bianco e nero

Fotografi di cinque Paesi presentano al Cubetto – Museo civico di Fiume le opere premiate alla nona edizione del Salone della fotografia «100+1» Grand prix Fernando Soprano

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Il fascino degli scatti in bianco e nero
Tatjana Travica: “Incontro tra luce e ombra”. Foto: HELENA LABUS BAČIĆ

La fotografia in bianco e nero possiede un fascino particolare che rende intrigante anche il soggetto più banale. Se poi questa viene scattata da un professionista o da un dilettante competente e di talento, diventa una vera e propria opera d’arte. Togliendo il colore dall’equazione, lo scatto svela chiaramente la maestria e la sensibilità del fotografo nell’inquadratura, nella resa dei contrasti e delle sfumature di grigio, nella sua attitudine all’esperimento. Com’è il caso con il disegno nelle arti figurative, il quale si presenta come una prova della preparazione tecnica dell’artista e la base sulla quale poi vengono costruiti un dipinto, una scultura, ma anche altre forme di espressione artistica, così anche la fotografia in bianco e nero può essere considerata un banco di prova per ogni fotografo.

Ad averlo superato alla grande sono i fotografi i cui scatti sono stati presentati nell’ambito della nona edizione del Salone della fotografia in bianco e nero “100+1” Grand prix Fernando Soprano, patrocinato dall’Associazione fotografica nazionale, al Museo civico di Fiume. Gli scatti sono stati selezionati dallo storico dell’arte Enes Quien e sono stati realizzati da fotografi provenienti da Croazia, Slovenia, Serbia, Macedonia e Bosnia ed Erzegovina.

Massima libertà d’espressione
Al concorso, intitolato al maestro fotografo che negli anni ‘70 è stato a capo del settore fotografico della nostra Casa editrice Edit, che ha preceduto la mostra il tema era libero, per cui i fotografi hanno avuto la massima libertà d’espressione e hanno proposto sia scatti individuali che cicli fotografici. L’allestimento comprende, pertanto, paesaggi, vedute cittadine, composizioni geometriche, qualche ritratto, in cui gli autori hanno giocato con l’inquadratura, con il motivo, con le sfumature producendo immagini che, abbinate al titolo, assumono un significato spesso simbolico. Dai paesaggi coperti di nebbia, in cui si intravedono le sagome degli alberi, o di qualche ramo, da ponti che scompaiono nella foschia a scorci di un paesino, dalla calma di un mare piatto illuminato dalla luna ai giochi con le trasparenze che producono effetti inaspettati, le fotografie esposte catturano l’attenzione dell’osservatore, quasi trascinandolo nella loro realtà bidimensionale che in quel momento sembra quasi trasformarsi in uno spazio tridimensionale.

I sentimenti al centro dell’attenzione
Come spiegato da Quien nella prefazione al catalogo, nella selezione delle fotografie era alla ricerca della cosiddetta “artificità dell’arte”, un’espressione coniata dallo storico dell’arte Giulio Carlo Argan. Questo è stato il criterio che ha applicato nella scelta degli scatti che sono stati premiati e che hanno ottenuto una menzione onorevole. Il Grand prix Fernando Soprano è stato conferito allo scatto “Meditazione” (Meditacija) di Zoran Kolarić di Čakovec, che – stando a Quien – ha un’ambientazione perfetta, mentre le superfici scure e quelle chiare si trovano in un bell’equilibrio. Tra i cicli di fotografie, il primo premio è stato conferito ad Anita Živaljić di Spalato per il ciclo “Stranieri” (Stranci), mentre il secondo premio è stato assegnato all’ex giornalista e redattore della “Voce del popolo” e di “Panorama”, Bruno Bontempo, per il ciclo “Gli svassi di Kostrena” (Kostrenski gnjurci). Il terzo premio è stato conferito a Blaženka Kadija di Zagabria per il ciclo “Una sfera nella galassia” (Kugla u galaksiji). Le menzioni onorevoli sono state assegnate al ciclo “Luka Plantić (Cro) – Ryno Liebenberg (Sudafrica)” di Maja Prgomet di Spalato e “Libera, Rimango, Sentire” (Slobodna, Ostajem, Osjetiti) di Daniel Bašić di Zagabria.
Tra le fotografie singole, del primo premio è stata insignita Žaklina Antonijević di Spalato per lo scatto “Bassa marea” (Low tide), il secondo premio è stato conferito a Daniel Bašić di Zagabria per “Sto navigando” (Plovim), mentre il terzo premio è andato a Zdenko Vukelić di Fiume per “Metropolis”.
Le menzioni onorevoli sono state assegnate a Tatjana Travica di Fiume per “Incontro di luce e ombra” (Susret svjetla i sjene), Andrea Mervar di Zagabria per “Riflesso nel lago” (Odraz u jezeru), Danijel Mureta di Bribir per “Sotto il sole dorato” (Ispod sunca zlatnoga), Ivana Kovačević di Zagabria per “Uomo e ombra” (Čovjek i sjena) e Stela Mutavdžija di Sisak per “Ansia” (Anxiety). La mostra al Cubetto si potrà visitare fino a gennaio 2023.

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