Il Belpaese: biodiversità di dialetti e linguaggi

23ª Settimana della lingua italiana nel mondo. Gli idiomi d'Italia al centro della conferenza del prof. Michelangelo Paglialonga alla «Dante Alighieri» di Spalato

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Il Belpaese: biodiversità di dialetti e linguaggi
La relazione di Michelangelo Paglialonga. Foto: Damiano Cosimo D’Ambra

Presso la sede dell’associazione “Dante Alighieri” di Spalato è stato ospite il prof. Michelangelo Paglialonga dell’Istituto “Alberto Manzi” di Treviso che ha tenuto la conferenza dal titolo “Dante a km 0”. L’appuntamento è rientrato nel programma della 23.esima Settimana della lingua italiana nel mondo. Alla conferenza erano presenti la presidente della “Dante Alighieri”, Ivana Franceschi e un grande numero di studentesse di Italianistica della Facoltà di Lettere e Filosofia di Spalato, accompagnate dalla professoressa Cinzia Guardigli. Il relatore ha descritto il linguaggio come un organismo vivo biologico che si muove in vari campi ambientali. Come un organismo, ha le sue fasi di nascita, di sviluppo e di morte. Molte sono le lingue che durante i secoli si sono estinte nell’uso, come per esempio, il latino. Per evitare questo le lingue e il linguaggio devono adottare come nell’agricoltura la biodiversità dell’uso dei linguaggi. Ultimamente nel mondo si sta optando esclusivamente sull’unicità della monocultura del linguaggio della lingua inglese, egemone in tutti e cinque i continenti. Purtroppo la monocultura inglese di monopolio con il passar del tempo riceverà sempre un grande impoverimento del terreno mettendo in pericolo i terreni e le diverse culture delle 7mila lingue nel mondo. L’italiano ha nella sua sostenibilità un humus che rende il terreno della lingua sempre fertile e vivo rappresentato dai una grande biodiversità dei dialetti. Michelangelo Paglialonga in questo punto della conferenza ha illustrato le diversità dei dialetti delle venti regioni italiane inseriti nei gruppi dialettali. In questa cartina da Nord a Sud abbiamo i dialetti che appartengono all’occitanico, al franco-provenzale, al tirolese, al ladino e friulano, alla lingua veneta, al gallo italico, al toscano, al mediano, al meridionale estremo, al siciliano e al sardo. Tutti questi gruppi dialettali usati oggi in Italia sono rappresentati in cartina da diversi colori che non sono mai delimitati da confini. Essi infatti sono sfumati ed entrano e si mescolano nei territori di confine regionale amalgamandosi tra loro. Uno dei primi personaggi della letteratura italiana che ha scritto sull’importanza dei dialetti italiani è stato il padre della lingua italiana, Dante Alighieri nel trattato “De Vulgaris eloquentia” scritto in latino negli anni tra il 1303 e il 1305, in cui esprime la bellezza della lingua volgare ricca di una grande varietà del panorama linguistico italiano del suo tempo. In conclusione, il relatore ha sottolineato l’importanza dei dialetti non solo come linfa vitale ed essenziale della lingua italiana ma anche in quanto identità di un popolo con la sua memoria artistica e culturale acquisita con il passare dei secoli.

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