I luoghi abbandonati di Barbara Essl

La poliedrica artista austriaca tra i suoi scatti del ciclo «Lost places» ha inserito una sequenza tutta fiumana. La mostra è in visione presso la Comunità degli Italiani

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I luoghi abbandonati di Barbara Essl
Barbara Essl dinanzi alla foto della rampa di lancio del Silurifiucio fiumano. Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

Grazie alla grande disponibilità dell’artista Barbara Essl, conosciuta a livello internazionale, la sua mostra “Lost places” (Luoghi abbandonati/Napuštena mjesta) è approdata nel Salone delle feste di Palazzo Modello. L’esposizione comprendente una cinquantina di opere, visibili non solo nella Sala mostre ma pure nei due corridoi laterali e in quello corto che li unisce, è stata inaugurata sabato sera alla presenza di un numeroso pubblico partecipe e a cui ha preso parte pure Paolo Rovis, vicepresidente dell’Università popolare di Trieste e delegato della Regione Friuli Venezia Giulia.

La presidente della Comunità degli Italiani, Melita Sciucca, ha voluto ringraziare pure chi ha contribuito alla realizzazione di quest’importante evento. “Forse ci hanno definito ‘pazze’ ma io e Ornella Sciucca abbiamo voluto ad ogni costo presentare nella nostra sede questa mostra. Barbara Essl si è subito detta felice di poter essere presente a Fiume, in quanto una parte di quest’esposizione tratta proprio della nostra città. Poi ringrazio l’architetto Olga Magaš, un importante anello nella realizzazione della stessa, che ha saputo guidare l’artista Essl nei luoghi più nascosti della nostra città”, ha detto Melita Sciucca.
La mostra in questione era stata già allestita a Vienna e a Trieste (al Magazzino 26 del Porto Vecchio – PortoVivo), dove ha suscitato un forte impatto emotivo, aprendo gli occhi della collettività sulle potenzialità della riconversione urbana. Presenta visioni di vari edifici e luoghi che interessano Mallorca, Vienna, Lipsia, Venezia, Udine, Trieste, Haludovo e Fiume. Come specificato nel suo intervento, Olga Magaš ha dichiarato che Barbara Essl non era nata per stare davanti all’obiettivo della telecamere anche se aveva lavorato come giornalista televisiva, ma dietro una macchina fotografica per scoprire mondi sconosciuti. Ha approfondito la sua conoscenza alla Scuola di fotografia Spèos di Parigi come allieva del noto fotografo Paolo Roversi e da qui inizia il suo cammino che la porterà ad arrivare a quest’ultimo ciclo, “Lost places”. Stabilimenti industriali, palazzi storici, cinematografi, teatri, cantine, residenze private, aree e monumenti urbani in stato fatiscente o in trasformazione, magazzini, piscine, ospedali abbandonati, sfiniti e inselvatichiti, ma che portano in sé quel fascino particolare.
Ritornando alla mostra fiumana, come detto dalla stessa Barbara Essl, essa è composta da tre sequenze distinte; i cinema, teatri e palazzi storici; il porto vecchio di Trieste con l’aggiunta dell’ospedale psichiatrico di Venezia e la vecchia torre di Vienna, altre immagini di Lipsia e Mallorca e l’ultimo comprendente la parte fiumana con una chicca, realizzata un mese addietro.
Tra il complesso Haludovo, la nave Galeb, la piscina di Scoglietto, il Teatro Fenice e altri ancora, si può ammirare un “lost place” tutto particolare, il sottotetto di Palazzo Modello da lungo tempo dismesso e abbandonato.
Barbara Essl nel suo breve intervento si è detta onorata della sua amicizia di lunga data con Olga Magaš, che le ha aperto le porte dei luoghi abbandonati fiumani e grata con la Comunità degli Italiani per l’interessamento a questo suo ciclo di opere. “Si tratta nella maggior parte dei casi di stampe fotografiche su alluminio spazzolato a mano per dare l’illusione di un effetto tridimensionale che ben si prestano a presentare immagini dei luoghi abbandonati. Oltre alla mostra, l’artista ha pubblicato pure un catalogo, praticamente un volume fotografico, contenente tutti gli scatti che compongono la serie “Lost places”.

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