Grande protagonista: la pittura da cavalletto

La mostra «Tra figurazione e astrazione» allestita al Museo Revoltella di Trieste in occasione della Festa nazionale della Repubblica di Croazia, si presenta come uno spaccato del meglio della scena pittorica croata

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Grande protagonista: la pittura da cavalletto
Stjepan Šandrk: “Spettacolo (Rubens)” (2019) e “Spettacolo” (2018)

La pittura da cavalletto è la protagonista dell’eccezionale mostra “Tra figurazione e astrazione” allestita al Museo Revoltella di Trieste con l’obiettivo di presentare al pubblico italiano il meglio dell’arte contemporanea croata. L’iniziativa, realizzata congiuntamente dal Padiglione artistico e dal Museo nazionale di Arte moderna di Zagabria in collaborazione con il Museo Revoltella, è stata realizzata in occasione del 30.esimo anniversario del riconoscimento internazionale della Repubblica di Croazia e dei rapporti diplomatici tra Croazia e Italia, nonché della Festa nazionale della Repubblica di Croazia ed è stata inaugurata in occasione del ricevimento offerto dal Consolato Generale della Croazia a Trieste.

Pavle Pavlović: “Ekstra Sneža” (2017)

Esposte 32 opere
L’allestimento, che comprende lavori di 19 artisti che si presentano con 32 opere d’arte realizzate negli ultimi 30 anni, si prefigge – come spiegato dal direttore del Museo nazionale di Arte moderna di Zagabria, Branko Franceschi, autore della mostra assieme alla direttrice del Padiglione artistico, Jasminka Poklečki Stošić – di illustrare i cambiamenti nell’espressione artistica e nelle tematiche elaborate nei tre decenni dell’indipendenza della Croazia. La mostra presenta i dipinti di artisti che, nei turbolenti decenni a cavallo tra il XX e il XXI secolo, sono riusciti a trovare e a sviluppare con successo le loro carriere artistiche proprio in quella che veniva considerata la disciplina artistica più antica, spiega Franceschi.

Zoltan Novak: “Piccoli discorsi sull’essenza” (2022)

Poetiche e tematiche diverse
Com’è il caso con tutti i progetti espositivi che propongono opere di un gruppo di artisti, anche la mostra triestina riunisce poetiche e tematiche estremamente diverse tra loro espresse, però, attraverso la pittura, che è il fil rouge dell’allestimento. L’obiettivo della mostra è quello di presentare la “diversità e la vitalità dell’arte figurativa croata venuta a delinearsi e a svilupparsi in decenni particolarmente dinamici, contrassegnati da radicali cambiamenti sociali. In seguito alla guerra e al conseguimento dell’indipendenza, infatti, tra le diverse priorità vi era anche quella riguardante lo sviluppo dell’identità culturale croata, in particolare la sua riconoscibilità sulla scena culturale internazionale”, ha osservato Franceschi, il quale ha spiegato che la mostra è stata incentrata sulla pittura da cavalletto per dimostrare come questa forma d’arte, che ci accompagna fin dagli albori dell’umanità e la cui “morte” è stata annunciata numerose volte nell’era moderna, negli ultimi trent’anni stesse attraversando un periodo di rinascita. Per la maggior parte degli artisti presenti la pittura è la disciplina artistica prediletta, mentre per qualcuno rappresenta solo una delle forme di espressione di cui è composta la sua prassi artistica multimediale.

Robert Pauletta: “Mille autunni” (2018)

Il ritorno alla figurazione
Particolarmente interessante è il ritorno alla figurazione, che trova un’espressione molto efficace nelle opere proposte nell’ambito dell’allestimento. “Tra figurazione e astrazione” è un progetto espositivo di ampio respiro, in cui le opere sono state selezionate con grande attenzione. Di conseguenza, oltre a illustrare la varietà delle espressioni artistiche, l’esposizione si presenta come un compendio delle preoccupazioni tematiche elaborate dagli autori, le quali riflettono le problematiche che affliggono la società in un dato momento.

Zoran Šimunović: “Le bambole si emozionano?”

L’arte riflette la società
Non sorprende, dunque, che le opere proposte, di cui la maggior parte sono di grande formato, trattano temi come la guerra e le sue conseguenze, la paura dell’energia nucleare e di una possibile apocalisse che potrebbe annientare il genere umano, i cambiamenti climatici, l’era digitale e la trasformazione della società e dei suoi valori (o meglio, la disgregazione dei suoi valori) causata dall’avvento dei social, ma comprende anche opere che guardano in maniera ironica al consumismo, nonché quelle che si ispirano al movimento New age. Tra questi rientrano le opere di Sebastijan Dračić, Pavle Pavlović, Stjepan Šandrk, Josip Tirić, Zlatan Vehabović, Zoltan Novak e Robert Šimrak. Dall’altro lato ci sono, poi, autori che si esprimono attraverso grandi e raffinate composizioni astratte (Matko Vekić, Lidija Šeler, Katarina Ivanišin Kardum, Fedor Fisher, Izvor Pende, Heavenly Image Corporation, Robert Pauletta, Anabel Zanze) e altri che preferiscono creare mondi immaginari e fantasmagorici, utilizzando il linguaggio della figurazione per creare delle composizioni delicate (Zoran Šimunović) e pervase da un’atmosfera di mistero (Bojan Šumonja). E infine, c’è chi, come Tomislav Buntak, si dedica a composizioni che sembrano richiamare gli antichi miti dell’epoca d’oro dell’umanità, in cui la maestria del disegno si unisce a una tavolozza fine e ricercata.

Il percorso espositivo al Museo Revoltella si presenta come uno spaccato del meglio della pittura contemporanea croata, in cui la figurazione e l’astrazione si trovano in un perfetto equilibrio. La mostra si può visitare fino al 9 ottobre.

Tomislav Buntak: “Crepuscolo” (2014-2018)

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