Fiume. I fondi pubblici vadano ai progetti più meritevoli

Il Consiglio per la cultura della Città di Fiume analizza i resoconti finanziari a partire dal 2013 ed espone le modalità di concessione dei futuri finanziamenti

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Fiume. I fondi pubblici vadano ai progetti più meritevoli

La cultura di Fiume, ma anche delle altre città, non solo croate ma a livello europeo, necessita di un chiaro piano di sviluppo per sfruttare al meglio i fondi messi a disposizione per assicurare che giungano agli enti e agli individui più meritevoli. La strategia di sviluppo culturale della Città di Fiume è stata uno dei temi principali trattati alla seduta del Consiglio per la cultura di Fiume, i cui membri sono il presidente Zvonimir Peranić, Sanjin Matijević, Lucio Slama, Goran Sišak e Nikša Vitković, tutti presenti in collegamento virtuale su Zoom, a parte Sišak.

 

A rispondere alle loro domande e ai dubbi sorti in seguito a un’attenta analisi dei resoconti finanziari è stato il capodipartimento cittadino per la cultura, Ivan Šarar, il quale ha esposto nei dettagli le modalità di concessione dei finanziamenti e ha promesso di inoltrare per iscritto le risposte alle domande alle quali non ha saputo rispondere immediatamente.

Il primo punto all’ordine del giorno è stato la Strategia dello sviluppo culturale della Città di Fiume, ovvero il Resoconto per il 2019 e per il periodo dal 2013 al 2020, nonché le conclusioni approvate alla seduta del Consiglio cittadino del maggio del 2018. Ai resoconti degli ultimi anni si è aggiunto l’annuncio della redazione di un documento analogo per i sette anni a venire.

Il presidente del Consiglio per la cultura di Fiume, Zvonimir Peranić

La Strategia per il 2013-2020
Ivan Šarar si è rivolto ai presenti illustrando i dettagli del documento in vigore fino a quest’anno e già in apertura ha specificato che è sua responsabilità informare la cittadinanza e il Consiglio per la cultura di tutto ciò che è stato fatto o meno in questo periodo.

“Visto che la Strategia culturale comprende un periodo di sette anni che sta per concludersi – ha illustrato Šarar – non abbiamo stilato un resoconto per il 2019, ma esporremo il piano finanziario alla prossima seduta del Consiglio cittadino nella sua interezza. Il 2020, infatti, è stato un anno turbolento sia per la pandemia e il lockdown della durata di due mesi, che per il progetto Fiume CEC 2020. Il lavoro del Comune e del nostro dipartimento si sono rivelati estremamente ardui e per questo motivo reputo più semplice aspettare fino a marzo per esporre tutti i dettagli della strategia. Per quanto riguarda la strategia di sviluppo della Città di Fiume per i prossimi sette anni, e qui non mi riferisco solo al settore culturale, ma a tutti gli aspetti della gestione cittadina, abbiamo deciso di non redigere alcun piano fino a dopo le elezioni. Ci sembrava più corretto aspettare il nuovo sindaco in quanto sarà lui a redigere la realizzazione del piano. Quindi invece di fare un piano per il periodo che va dal 2020 al 2027, stileremo una Strategia culturale per il periodo 2021-2027 subito dopo le elezioni e la formazione del nuovo Consiglio cittadino”.

Šarar ha promesso di presentare un breve resoconto approssimativo per il 2019 in modo da avere un quadro completo della situazione.

 

Bisogni pubblici nella cultura
Un’altra domanda da parte di Zvonimir Peranić ha riguardato i finanziamenti regolati dal programma dei bisogni pubblici nella cultura, ovvero la distinzione tra i programmi finanziati esclusivamente dalla Città di Fiume e quelli che rientrano nel programma Fiume CEC 2020.
Per il 2021, ad esempio, la Città di Fiume ha previsto poco più di tre milioni di kune da devolvere a progetti per la preservazione del patrimonio culturale, per i programmi di ricerca scientifica e manifestazioni culturali, per i programmi editoriali, l’attività museale e le arti visive, l’attività letteraria, l’arte drammatica e il ballo, il settore musicale e quello audiovisivo e altri tipi di programmi culturali.
Ivan Šarar ha spiegato che la cultura in quanto tale non è un bisogno pubblico in sé e che spesso i finanziamenti si danno a discrezione, ovvero secondo l’arbitrio di singoli, perché sennò tali fondi verrebbero persi. È normale che il dipartimento per la cultura finanzi enti cittadini, anche se questi ottengono finanziamenti esterni e questo caso di doppio finanziamento non è per niente illegale. Šarar ha spiegato anche che non tutti i finanziamenti necessitano per forza dell’approvazione di organi esterni e che nel caso del Palazzo della direzione dell’ex Zuccherificio, alcuni programmi sono stati finanziati per non perdere i soldi del bilancio culturale.

Evitare le spese per onorari
Nel corso della riunione Peranić e Šarar si sono trovati d’accordo sul fatto di aggiungere un punto al regolamento della Collaborazione culturale, secondo il quale i finanziamenti devono andare esclusivamente ai bisogni pubblici e tutti i programmi devono passare il vaglio degli esperti, ovvero devono venire approvati dal Consiglio per la cultura. In questo modo si eviterà che i fondi per i bisogni pubblici vadano spesi per contratti individuali e onorari.

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