Devid Cecconi a Spalato «Spero di ritornarci presto»

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Devid Cecconi a Spalato «Spero di ritornarci presto»

SPALATO | È stato un successo la partecipazione all’Estate spalatina per il baritono italiano Devid Cecconi: nel ruolo di Nabucco nella prima opera verdiana cantata al Peristilio sotto la direzione del Maestro Ivo Lipanović e successivamente nel ruolo di Amonastro, nell’opera verdiana “Aida” diretta da Gianna Fratta.

Com’è andata con Nabucco ?
“Per quanto mi riguarda molto bene, sono molto soddisfatto. Ho trovato un bellissimo ambiente sia da parte del pubblico e sia nel cast in cui ho lavorando”.

Com’è stata la collaborazione con il maestro Ivo Lipanović e con gli altri colleghi del cast?

“Assolutamente fantastica: si é lavorato durante le prove in un clima e in atmosfera di serenità, rispetto, stima, professionalità e grande amicizia. Posso dire che in pochi giorni ho trovato qui tanti nuovi amici. Il successo che ho avuto si deve anche alla serenità e alla bellissima atmosfera che mi regalano il direttore e il cast in cui canto in questi giorni. Malgrado le poche prove, tutto si é svolto in maniera molto professionale anche con l’ ‘Aida’. Un cast di cantanti molto professionali che hanno interpretato molte volte questi ruoli. Il Coro e l’Orchestra del Teatro sono eccellenti, sulla scenografia e i costumi niente da dire. La direzione del Maestro Gianna Fratta assolutamente fantastica. Ho collaborato con lei in un’opera a Lecce. È una grande professionista, segue molto i cantanti, è dotata di un gesto molto chiaro e preciso, dà all’esecutore grande sicurezza”.

Com’ è stata la collaborazione con la soprano Daniela Schillaci?

“È una collega straordinaria: abbiamo cantato insieme nel ‘Nabucco’ in una bella atmosfera. Anche se per lei era il debutto in quest’opera, ha cantato così bene, che mi sembrava ricoprisse il ruolo di Abigaille da una vita”.

Che cosa pensa della scena del Peristilio?

“Come luogo è bellissimo. Una tale scenografia a cielo aperto naturale è molto rara da trovare in altre parti del mondo. Peccato non possa contenere un maggiore numero di spettatori. Si potrebbe organizzare qualcosa per contenere almeno 500 persone a recita”.

Sono complessi i ruoli di Nabucco e di Amonastro?

“Ho cantato nel ruolo di Nabucco diverse volte. È molto impegnativo, è un grande ruolo baritonale; per i ruoli verdiani in genere, ogni volta che li canto scopro sempre qualcosa di nuovo, che rende l’opera in sè un elemento sempre vivo e che dà nel cantarle emozioni nuove. Rispetto al Nabucco, il ruolo di Amonastro è molto più breve come perfomance, ma deve essere molto intenso. Nel cantare bisogna dare al pubblico emozioni forti. È sempre difficile cantare Verdi e niente si deve lasciare al caso. Le opere di Verdi, e non solo, ci parlano puntualmente di emozioni, che sono sempre vive anche nei nostri giorni, che cambiano a seconda del nostro stato d’animo. Pertanto l’opera è un ‘organismo’ vivo. Le recite di una stessa opera cambiano sempre ed è questo che le rende sempre affascinanti al pubblico e a chi le esegue”.

I suoi prossimi impegni?

“Tosca, Andrea Chenièr, Cavalleria Rusticana… ho tutto il 2019 pieno tranne il mese di luglio e agosto”.

Dunque il prossimo luglio ci rivediamo a Spalato?

“Ci ritornerei senz’altro e con grandissimo piacere”.

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