Dal genio di Purcell e Britten all’omicidio del Bates Motel

A Palazzo Modello apprezzato «viaggio musicale» dell’Orchestra da camera di Fiume diretta dal Mº David Stefanutti alla scoperta dei compositori inglesi (e uno americano)

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Dal genio di Purcell e Britten all’omicidio del Bates Motel
L’Orchestra da camera di Fiume durante la serata nel Salone delle feste di Palazzo Modello. Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

Dopo aver portato a Palazzo Modello, lo scorso 21 giugno, i Collegium musicum Fluminense per una “Festa barocca”, il Mº David Stefanutti ha fatto ritorno giovedì sera nella sede della Comunità degli Italiani di Fiume, stavolta con l’Orchestra da camera di Fiume, un ensemble di 18 musicisti, con l’aggiunta di Ivan Bošnjak al clavicembalo, il quale ha accompagnato sapientemente i primi due pezzi barocchi che hanno aperto… le danze. Stavolta i musicisti fiumani hanno dedicato la serata, patrocinata dalla Città di Fiume e dalla Regione litoraneo-montana, a compositori inglesi (e uno americano). A differenza del concerto solstiziale, in quest’occasione le condizioni meteo erano decisamente autunnali, con pioggia battente per gran parte della giornata e vento di scirocco, tanto da farci venire in mente le tante “descrizioni” musicali di agenti atmosferici e, soprattutto, di temporali e di tempeste, come ad esempio i temporali di Vivaldi, nelle Quattro Stagioni, quello di Beethoven della sinfonia Pastorale, quello di Chopin che, nel preludio della pioggia, op. 28 n. 15, descrive il rumore di una goccia d’acqua battente con un incessante ribattuto su pianoforte e poi Richard Strauss, nella sua Sinfonia delle Alpi, nella scena di “Tuoni e Tempesta”, con incluse le macchine del vento e dei tuoni, oppure il temporale dell’ouverture del Guglielmo Tell di Gioacchino Rossini.

Anche uno dei compositori protagonisti della serata di Palazzo Modello si era lasciato… travolgere dalla tempesta: Benjamin Britten. Per coprire i cambi di scena durante l’opera Peter Grimes, infatti, Britten scrisse sei intermezzi orchestrali, cinque di essi pubblicati separatamente. I Quattro Interludi del Mare, Op 33a, è una suite comprendente il primo, il terzo, il quinto e il secondo intermezzo dell’opera, con i titoli “Dawn”, “Sunday morning”, “Moonlight” e, appunto, “Storm”, ossia Tempesta.

La vendetta del Moro
Ma ritorniamo al programma della serata dell’Orchestra da camera fiumana, diretta dal Mº David Stefanutti e con Tea Grubišić-Mihalić (primo violino) nel ruolo di maestro concertatore. La serata è stata aperta con le musiche per il dramma teatrale “Abdelazer o La vendetta del moro” di Henry Purcell (1659-1695), re del barocco inglese, del quale, però, si hanno scarse notizie biografiche. Anche la sua opera era “scomparsa” per lungo tempo e soltanto nel XX secolo è stata riscoperta contribuendo a donare nuovo interesse per la scuola compositiva britannica. Il dramma di cui sopra, ossia la fosca tragedia della drammaturga inglese Aphra Behn, venne portato sulle scene nel 1676 senza musica, ma anche senza grande successo. Venne riproposta nel 1695 alla riapertura del Drury Lane Theatre, ma stavolta con lo “zampino” di Purcell. Fu questa la sua ultima composizione, prima della prematura scomparsa a soli 36 anni. La vicenda di Abdelazer, principe moresco che per vendicare l’assassinio del padre cerca subdolamente di usurpare il trono di Spagna attraverso l’affetto della regina spagnola, viene introdotta da una solenne Ouverture in tonalità minore che ne evidenzia la drammaticità. Le musiche poi verranno pubblicate postume nel 1697 come Suite per archi e basso continuo nella quale l’ordine dei movimenti è differente da quello adottato per l’esecuzione teatrale.
Il Rondeau ha assicurato alla suite fama duratura; questo movimento è alla base della celebre composizione di Benjamin Britten “Guida all’orchestra per i giovani, Variazioni e fuga su un tema di Henry Purcell”. Il Rondeau, poi, è stato utilizzato come tema per la serie TV della BBC del 1969 “The First Churchills” e come sottofondo musicale per gioco Intellivision “Thunder Castle” del 1986; lo troviamo anche nel film di Joe Wright “Orgoglio e pregiudizio”, eseguito durante il ballo a Netherfield. I Collegium Musicum Fluminense hanno saputo trasmettere al pubblico un linguaggio musicale, quello del Seicento barocco, che poggia le sue fondamenta sul contrappunto, l’“invenzione” di Guido d’Arezzo che con la sua “armonia verticale” spazzò via la musica monodica “orizzontale” tipica del Medioevo.

Conosciamo Boyce e Holst
Il complesso fiumano ha poi rispolverato un compositore inglese le cui opere vengono eseguite raramente: William Boyce (1711-1779), conosciuto soprattutto per le sue otto sinfonie, ma scrisse anche musiche di scena per “La tempesta”, “Cimbelino”, “Romeo e Giulietta” e “Il racconto d’inverno” di William Shakespeare, nonché un vasto repertorio di musica da camera. Al pubblico di Palazzo Modello è stata proposta proprio una delle sue sinfonie, la numero 1 in Si bemolle maggiore.
Dopo il XVII e il XVIII secolo, l’orchestra fiumana è salita sulla macchina del tempo trasferendosi nel XX secolo, offrendo al pubblico un’opera di Gustav Theodor Holst (1874- 1934), compositore e direttore d’orchestra britannico, ma di origini svedesi. Nel 1913 la scuola presso la quale insegnava inaugurò una nuova ala destinata alla musica e Holst scrisse per l’occasione un’opera orchestrale di successo, che viene eseguita ancora oggi: la St. Paul’s Suite in do maggiore op.29 n.2. In questa circostanza abbiamo potuto apprezzare i tanti effetti timbrici prodotti da Tea Grubišić-Mihalić sul suo violino, dal pizzicato al vibrato.

La colonna sonora per Psycho
Seguendo un percorso cronologico, ma anche cambiando continente, l’Orchestra da camera ha compiuto un… volo transoceanico fino agli Stati Uniti per farci conoscere Bernard Herrmann, all’anagrafe Maximillian Herman (1911-1975), considerato uno dei maggiori compositori di colonne sonore della storia del cinema, che dal 1955 al 1964 ebbe un’intensa collaborazione con Alfred Hitchcock.
Una delle più celebri è senza dubbio quella composta per il film Psycho del “Maestro della Suspense”, nella cui partitura il compositore usò soltanto la sezione degli archi senza alcun ausilio degli strumenti a fiato, anche perché il budget per il film era piuttosto esiguo. Il film fu girato con circa 800 000 dollari, ma ne incassò oltre 50 milioni e in questo senso fu il maggior successo commerciale di Hitchcock.
L’ensemble fiumano ci ha proposto una scelta di brani tratti dalla colonna sonora per il film, uscito nel 1960, tra i quali non poteva mancare quello che ha accompagnato la celeberrima scena dell’omicidio nella doccia del Bates Motel e che resta fra le più emozionanti dell’intera colonna sonora, soprattutto per le note agghiaccianti prodotte dai violini, come se i crini di coda di cavallo maschio degli archetti avessero ripreso vita e si fossero impennati alla stregua di Tornado, il cavallo di Zorro, tra lampi e scoppi di tuono. Quel suono di violini, acuto, tesissimo, gli archi stridenti che assomigliano quasi a grida umane o animali, rendono la scena perfetta, indimenticabile e confermano la genialità del compositore americano.
Il ritorno in Inghilterra ha coinvolto il già menzionato Edward Benjamin Britten (1913-1976). L’Orchestra da camera di Fiume ha proposto al pubblico la Simple Symphony, Op. 4, sinfonia concertante per orchestra d’archi o quartetto d’archi scritta tra il dicembre 1933 e il febbraio 1934, utilizzando parti di partitura che il compositore aveva scritto per pianoforte da giovane adolescente, tra il 1923 e il 1926. La bozza finale di questo pezzo venne completata quando Britten aveva soltanto vent’anni. Bellissimo e coinvolgente il Playful pizzicato, movimento eseguito interamente in “modalità pizzicato”, ma anche il movimento successivo, Sentimental saraband, spumeggiante e leggermente vivaldeggiante.
Non poteva mancare il bis in risposta agli applausi prolungati del pubblico. Il Mº David Stefanutti ha tirato fuori dal suo cilindro la ciaccona per l’uomo e la donna cinesi (Dance for chinese man and woman) tratta dalla semi-opera La regina delle fate (The Fairy-Queen), composta da Henry Purcell tre anni prima della morte.

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