Teatro Fiume. Il destino di Blažević nelle mani del Consiglio cittadino

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Teatro Fiume. Il destino di Blažević nelle mani del Consiglio cittadino
Foto Goran Žiković

Ha destato un interesse senza precedenti la 36.esima seduta del Consiglio teatrale dello “Zajc”, aperta al pubblico, ma solitamente non visitata dalla maggior parte dei media. Tra i numerosissimi punti all’ordine del giorno (quasi trenta) quello che ha attirato l’attenzione maggiore è stata la richiesta di rescissione del contratto del sovrintendente, Marin Blažević, con un anno di anticipo. Tale richiesta è stata inoltrata da Blažević stesso il quale ha spiegato che per motivi personali non avrebbe più potuto svolgere tale incarico dopo il 31 dicembre del 2023.

Alla seduta che è iniziata alle 8.30 del mattino negli uffici del Dram(m)a Centar e che si è conclusa nel tardo pomeriggio hanno preso parte i membri del Consiglio teatrale ovvero il presidente Zvonimir Peranić, Bojan Šober, Dalibor Laginja, Slavko Sekulić, Dražen Mikulić, il sovrintendente Marin Blažević, il capodipartimento alla Cultura, Ivan Šarar e Doris Šekulja, legale del TNC “Ivan de Zajc”. In apertura dell’incontro Zvonimir Peranić ha informato tutti i presenti di aver ricevuto il giorno prima una lettera del sindaco, Marko Filipović, il quale lo invitava a ritirare dall’ordine del giorno il settimo punto, che riguardava la rescissione del contratto del sovrintendente. Una lettera molto simile negli intenti gli è pervenuta in mattinata, ma questa volta dal ministro della Cultura e dei Media, Nina Obuljen Koržinek, la quale ha spiegato che sarebbe meglio aspettare che si concluda il procedimento di revisione dell’operato del Teatro avviato dalla Città di Fiume prima di prendere decisioni affrettate. Lo stesso procedimento effettuato in precedenza dal Ministero stesso, ha spiegato Obuljen Koržinek, non aveva riscontrato irregolarità. In apertura della seduta, dunque, contrariamente alle posizioni del sindaco di Fiume, il Consiglio teatrale ha deciso di introdurre un nuovo punto all’ordine del giorno, ovvero l’immediata destituzione di Marin Blažević dalla posizione di sovrintendente.

Marin Blažević. Foto Goran Žiković

Senza sapere ancora l’esito del voto, Blažević ha protestato spiegando che una modifica così importante all’ultimo momento non gli avrebbe dato il tempo di preparare la propria difesa e ha chiesto che tale punto venisse revocato. A dargli manforte è stato pure Ivan Šarar, il quale ha aggiunto che Peranić, Laginja e Šober, in quanto rappresentanti del fondatore, avrebbero dovuto trasmettere la volontà del sindaco. Blažević ha aggiunto anche che tale proposta è illegale per tutta una serie di motivi, tra cui pure il fatto che con una destituzione a poche settimane dall’inizio della nuova stagione teatrale verrebbe messo in forse l’operato dello “Zajc”, la vendita degli abbonamenti, la fiducia dei cittadini nell’istituzione, ma anche l’applicazione a tutta una serie di concorsi per i finanziamenti dai quali dipende la stagione teatrale 2022/2023.

A destare sconcerto tra i presenti sono stati il punto sette e otto dell’ordine del giorno in quanto il primo riguardava la richiesta inoltrata da Blažević stesso, mentre il secondo è stato proposto dai membri del consiglio. Anche se entrambi i punti riguardavano la stessa problematica, ovvero la rescissione del contratto, il problema di fondo è stato se il sovrintendente potesse scegliere la data del suo addio o se fosse possibile interrompere il contratto prima. Blažević ha spiegato, infatti, che non gli può venir negato il diritto a presentare la sua lettera di dimissioni in quanto ogni lavoratore ha diritto a rinunciare al suo posto di lavoro nel momento che ritiene opportuno. Per evitare ulteriori malintesi il Consiglio ha sostenuto all’unanimità la richiesta di Blažević, ma ha deciso pure di confermare il punto dell’ordine del giorno che riguarda una scissione anticipata del contratto rispetto alla data scelta dall’interessato. La decisione sul da farsi spetterà, dunque, al Consiglio cittadino.

La cosa che più è saltata all’occhio delle numerose accuse rivolte a Marin Blažević e che hanno riguardato la mancata approvazione da parte del Consiglio cittadino del resoconto finanziario del Teatro per il 2021, la stipula di contratti basati su favoritismi personali, le irregolarità nella stipula di contratti per i progetti legati a Fiume CEC 2020, lo svolgimento di incarichi al di fuori dello “Zajc” senza l’approvazione del Consiglio teatrale, l’incrinamento dei rapporti umani e professionali tra la direzione e il personale dello “Zajc” e il danno apportato alla reputazione del Teatro, è il fatto che poche erano argomentate e corredate di prove e le decisioni prese dal sovrintendente e che hanno riguardato l’assunzione, la stipula di contratti o le decisioni programmatiche sono tutte state avallate dal Consiglio teatrale stesso. In sostanza alla base della decisione di destituire Blažević dall’incarico di sovrintendente c’è una serie di decisioni approvate e votate dal Consiglio teatrale. A niente sono valse le rimostranze del sovrintendente, il quale ha chiesto di poter preparare entro l’inizio di settembre una difesa alle accuse mossegli. Ivan Šarar lo ha sostenuto affermando che la decisione di preparare “un’imboscata” al sovrintendente, senza mostrargli la documentazione in anticipo, in modo da coglierlo impreparato, è indicativa della poca professionalità dei membri del Consiglio.

Prima del voto di sfiducia nei confronti del sovrintendente, il capodipartimento per la Cultura si è rivolto ai membri del Consiglio e li ha accusati, senza mezzi termini, di essere parziali e ingiusti.

“Nel valutare l’operato di Blažević vi siete concentrati solo su una sottile fetta del suo lavoro – ha continuato – senza prendere in considerazione i successi e il rispetto che gode a livello cittadino o nazionale. Nella mia carriera politica ho lavorato a fianco di molti Consigli teatrali e sovrintendenti, da Nada Matošević a Oliver Frljić e vi assicuro che Blažević è il meno peggio. Vi state comportando in maniera dilettantistica, state facendo orecchie da mercante a ciò che vi è stato chiesto dal fondatore e state rivalutando delle scelte che voi stessi avete votato solo tre mesi fa. Il vostro lavoro è di assicurare un operato senza intoppi al Teatro e invece state creando un clima di agitazione e sfiducia che potrebbe portare alla perdita di sei professionisti teatrali: il sovrintendente e i direttori degli ensemble”.

Il momento clou della seduta è stata senza dubbio l’alzata di mano di tutti e cinque i membri del Consiglio teatrale i quali hanno votato la destituzione del sovrintendente, il quale potrà presentare le sue ragioni il 5 settembre, alla prossima seduta del Consiglio teatrale e prima di quella del Consiglio cittadino. Subito dopo il voto, Blažević e Šarar, di comune accordo, hanno presentato un “Avviso di condotta illecita a danno del TNC ‘Ivan de Zajc'”, che potrebbe risultare con una revoca dei mandati di tutti i membri del Consiglio. Il resto della seduta si è svolto in un clima cupo di disagio e ha riguardato principalmente il piano finanziario e programmatico per il 2022 e il 2023. I membri del Consiglio teatrale si sono concentrati principalmente su alcuni progetti varati dal sovrintendente come ad esempio il Teatro dei giovani “Kamov”, la galleria dello “Zajc” o la collaborazione con Giorgio Surian, che dovrebbe subentrare da settembre a Filip Fak nella direzione dell’Opera.

Blažević: «Procederò per vie legali»

“La mia decisione di interrompere il contratto con il TNC ‘Ivan de Zajc’ in data 31 dicembre 2023 è stata accettata e verrà inoltrata al Consiglio cittadino e su questo punto non ci piove. Per quanto riguarda, invece, la decisione di destituirmi già adesso ho intenzione di procedere per vie legali, anche perché ho messo in guardia tutti i membri del Consiglio teatrale, prima del dibattito e del voto, che tale decisione era illegale. Nel corso del mio mandato non ci sono stati procedimenti nei miei confronti, non sono state intentate cause nei miei confronti, né ho avuto problemi con le ispezioni e le revisioni. Ritengo, dunque, che tutte le accuse siano infondate e che con questa decisione del Consiglio teatrale sia stato arrecato un gravissimo danno al TNC ‘Ivan de Zajc’ e che il Consiglio teatrale abbia effettuato una revisione dei voti delle sedute di pochi mesi fa. Per quanto riguarda le accuse legate al fatto che non si sono più fatte le Notti estive fiumane e abbiamo dovuto rinunciare alle Giornate dello ‘Zajc’, ricordo che il fondatore negli ultimi anni non ha assicurato nemmeno una kuna per questi programmi. Ritornando alla mia destituzione, l’iter prevede che la proposta del Consiglio teatrale, corredata da una lettera nella quale spiego le mie posizioni, venga inoltrata prima al Consiglio cittadino e poi al Ministero della Cultura e dei Media i quali, sono sicuro, non l’approveranno. Nonostante questo, procederò per via legali in quanto reputo che sono stati lesi i miei diritti e non mi è stata data la possibilità di esporre le mie posizioni in modo argomentato, preparandomi con qualche giorno di anticipo”.

La vicesindaco Krpan: «La proposta non passerà in Consiglio»

“Stando al comunicato rilasciato dalla vicesindaco di Fiume, Sandra Krpan, in seguito alla seduta del Consiglio teatrale dello “Zajc”, la decisione di presentare al Consiglio della Città di Fiume la proposta di decisione della destituzione di Marin Blažević contrasta con “l’indicazione del sindaco, quale rappresentante dell’istituzione fondatrice, nonché con la posizione espressa dal ministro della Cultura”.
“Penso che il testo della proposta del Consiglio teatrale contenga una serie di valutazioni forfettarie e impressioni personali di singoli membri del Consiglio teatrale, e sono convinta che tale proposta non riceverà il supporto della maggioranza dei membri del Consiglio cittadino. In aggiunta, la maniera in cui è stata avanzata la questione durante la seduta del Consiglio teatrale è vergognosa e sembra una sorta di linciaggio, poiché i membri del Consiglio non hanno dato al sovrintendente l’opportunità di esporre la propria posizione in merito a quanto espresso da parte loro. È evidente, dunque, il loro disinteresse nei confronti del merito e della discussione argomentata”, ha concluso Krpan.

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