A Lubiana il Mese della Moda Italiana

S’inaugura giovedì la rassegna. In passerella le nuove collezioni autunno inverno. Soddisfatto dell’iniziativa l’Ambasciatore Carlo Campanile

0
A Lubiana il Mese della Moda Italiana
Serenella Marzoli, Carlo Campanile e Jožica Brcar. Foto ICE

Dopo l’ottimo successo dell’anno scorso, si inaugura giovedì 15 settembre a Lubiana la 2° edizione del Mese della Moda Italiana. Gli storici brand italiani presenteranno, insieme ad aziende per la prima volta sul mercato sloveno, le nuove collezioni/autunno inverno con un occhio particolare al pubblico più giovane: questo è infatti il target del 2° progetto di promozione della moda Made in Italy, frutto di un accordo di collaborazione tra l’Ufficio ICE di Lubiana e il Gruppo Magistrat International.

La Magistrat è il più importante retailer di moda in Slovenia, proprietaria di Galerija Emporium – multibrand di lusso situato in un edificio storico in pieno centro della capitale – e del moderno Emporium all’interno del BTC, tra gli shopping mall più frequentati di Lubiana. Un totale di oltre 12mila metri quadrati di superficie che per un mese saranno nuovamente il palcoscenico della Made in Italy fashion. Il Gruppo si è confermato anche nel 2021 come leader nel mercato sloveno del settore apparel & footwear, con una quota del 9,7%.

“Sono molto lieto che l’Italia, attraverso il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e l’Agenzia ICE, possa organizzare nuovamente in Slovenia un progetto di così vasta portata a favore dell’intera filiera moda”, osserva Carlo Campanile, Ambasciatore d’Italia in Slovenia: “Dopo le pesanti restrizioni imposte dalla pandemia, che l’anno scorso ci avevano costretto a realizzare la sfilata di moda in formato virtuale, quest’anno possiamo contare non solo su una sfilata dal vivo a fine settembre, ma anche su una serie di eventi speciali che alcuni brand hanno deciso di organizzare autonomamente all’interno dei due punti vendita, per dare maggiore valore aggiunto al progetto. Sono certo che in tal modo l’intero mese potrà offrire al consumatore sloveno una carrellata molto completa del meglio che l’industria della moda italiana può offrire in questo periodo e dare un impulso ancora maggiore alle vendite”.

Tradizione, creatività e innovazione
“Vorrei anche sottolineare – prosegue l’Ambasciatore Campanile – che il governo italiano ha lanciato a livello internazionale la campagna di comunicazione “Italy is simply Extraordinary: BeIT” per supportare non solo il settore moda, ma diversi comparti industriali del Made in Italy che hanno molti valori in comune: tradizione, creatività, innovazione e sostenibilità. E stiamo seguendo queste linee guida anche qui in Slovenia”.
La nuova promozione del Mese della Moda Italiana a Lubiana, che si protrarrà fino al prossimo 15 ottobre, riguarderà quasi una cinquantina di brand italiani alcuni dei quali approdano in Slovenia per la prima volta grazie a questo progetto.

Quest’anno il content marketing della campagna di promozione è stato strategicamente pensato per avvicinare i consumatori più giovani all’industria della moda italiana. Tutti i messaggi pubblicitari inoltre pongono l’accento sul rosso, un colore caldo che tradizionalmente richiama l’Italia (come le auto di Formula 1 della Ferrari, che quest’anno festeggia il 75° anniversario), ma che nella moda invernale acquista un sapore particolare ed è soprattutto molto amato durante le festività natalizie e di fine anno.
”Nel presentare le nuovissime collezioni autunno/inverno, abbiamo anche sottolineato il legame con le origini dell’industria italiana del settore – dichiara Serenella Marzoli che dirige l’Ufficio ICE a Lubiana – quegli anni ‘50 e ‘60 che hanno visto fiorire non solo importanti marchi, spesso figli di una tradizione artigianale e familiare, ma anche migliaia di piccole imprese concentrate in specifici distretti produttivi, che lavorano autonomamente o come fornitori di brand più importanti. E le vetrine di Galerija Emporium vogliono proprio ricordare alcuni divi del cinema degli anni ‘50 e ‘60 che, grazie al successo internazionale dei propri film, hanno contribuito a far conoscere la nostra moda nel mondo e dato origine al fenomeno del Made in Italy. Un export che, da quel periodo in poi, ha sempre rappresentato un punto di forza della bilancia commerciale dell’Italia: nel 2021 – sottolinea Marzoli – l’export italiano di moda ha regalato al Paese una quota mondiale del 6,1%”.

La filiera moda (tra tessile, abbigliamento, calzature e accessori) rappresenta in Italia il 2° settore manifatturiero, dopo la meccanica, e dà lavoro a oltre 500mila addetti. Trainata dalla brand reputation dei grandi marchi del lusso, la maggior parte delle imprese italiane del settore è di medie o piccole dimensioni. Questa caratteristica rende le aziende flessibili e garantisce un elevato grado di specializzazione, contribuendo a far risultare l’intero settore altamente competitivo sui mercati internazionali.
Dopo l’esperienza Covid, i prodotti italiani sono sinonimo di un lusso che sta diventando anche espressione di sostenibilità ambientale e sociale. La crescente attenzione verso i prodotti ecosostenibili ed etici – soprattutto da parte delle giovani generazioni – con l’utilizzo di materiali e colori naturali, ma anche la tracciabilità della filiera e l’impatto dei processi sull’ambiente: una tendenza che si sta rivelando determinante sulle decisioni di acquisto per abbigliamento e calzature.

Il logo del Mese della Moda Italiana. Foto ICE

“Nel corso della pandemia gli esperti del settore si sono spesso domandati se e come sarebbe cambiato il mercato della moda”, prosegue Serenella Marzoli. “Oltre all’ascesa della moda etica e circolare e delle vendite online, il fenomeno cui si sta assistendo a livello internazionale è che le persone ora preferiscono acquistare meno cose, ma di buona qualità, una moda che sappia rispettare anche gli aspetti sociali e ambientali. La fast fashion – che può contare su un rapidissimo turn over dei prodotti e prezzi molto competitivi – viene sempre più percepita come inquinante perché in genere è prodotta con fibre sintetiche, mentre la moda italiana utilizza per lo più fibre naturali, dalla lana al cotone alla viscosa”, aggiunge. L’impatto del periodo pandemico per il settore Tessile-Abbigliamento è stato molto pesante, ma il comparto ha iniziato una ripresa importante, sia pure rallentata ora dalle difficoltà a livello internazionale e dalla crescita esponenziale del costo delle materie prime e dei prodotti energetici. Le stime più recenti indicano che, nonostante tutto, il fatturato dell’industria della moda e settori collegati potrebbe superare quest’anno i 92 miliardi di euro: +10,5% rispetto al 2021 e +2,2% rispetto al 2019, anno pre Covid. Le ripercussioni della situazione internazionale però si faranno sentire ancora nei prossimi mesi, dal momento che, ad esempio, a maggio 2022 il prezzo del cotone in euro è raddoppiato rispetto a maggio dell’anno scorso e il costo dei container per trasporti via mare a giugno 2022 è più che quadruplicato rispetto a due anni prima.
Da aggiungere che per quanto riguarda i rapporti con la Slovenia, nel 2021 l’Italia si è confermata al secondo posto come Paese fornitore per il settore moda che – tra abbigliamento, calzature e pelletteria – ha registrato una quota di mercato del 17,3%. Quest’anno, rende noto l’Ufficio ICE di Lubiana, i dati elaborati per i primi cinque mesi indicano che in generale l’export italiano verso la Slovenia ha avuto un’ottima performance: +40% rispetto ai primi cinque mesi dell’anno scorso. In questo contesto il comparto moda italiano ha registrato un aumento dell’export del 18%.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display