«La cucina nelle saline»: un’arte da tramandare

Al «Monfort» incontro conclusivo del progetto ideato a più mani

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«La cucina nelle saline»: un’arte da tramandare

La “Famea dei salineri” ha accolto gli ospiti all’evento conclusivo del ciclo di appuntamenti “La cucina nelle saline”, organizzati nell’ambito delle Giornate europee del patrimonio culturale, svoltosi mercoledì sera al Centro informativo del Museo del mare nell’ex magazzino del sale “Monfort” di Portorose. Un progetto articolato, creato come prosieguo del lavoro sulla cucina nelle saline iniziato lo scorso anno e che si è concretizzato grazie all’apporto congiunto della CAN di Pirano, della Comunità degli Italiani “Giuseppe Tartini”, del Museo del mare “Sergej Mašera”, dell’Istituto per la tutela dei beni culturali, del Parco naturale delle saline, della Parrocchia di Sicciole e dell’Archivio regionale di Capodistria. Un’iniziativa che ha arricchito l’offerta culturale estiva nel Piranese, il cui scopo principale è stato quello di valorizzare, tutelare e conservare il patrimonio delle saline e delle pietanze tipiche della cucina del territorio. “Siamo contenti di aver potuto svolgere in presenza tutti gli appuntamenti in agenda, poiché lo scorso anno ciò non è stato possibile. Inoltre ci ha resi ancora più soddisfatti il fatto che gli incontri abbiano avuto luogo proprio nelle saline”, ha dichiarato Veronika Bjelica, curatrice e pedagoga presso il Museo del mare, nel suo intervento. Da giugno a settembre, infatti, si sono susseguiti quattro incontri, ognuno dedicato a una pietanza, ha spiegato Giorgina Rebol responsabile del gruppo “Famea dei salineri” della CI piranese, presentando le varie tappe del progetto.

I relatori dell’iniziativa “Cucina nelle saline”

Nel suggestivo ambiente delle saline di Sicciole rispettivamente al sagrato della chiesa di San Bartolomeo a Sezza sono così pervasi gli odori del pane preparato nel forno a legna, della polenta con i pesci, della minestra di “bobici” e dei dolci tradizionali delle feste, che venivano preparati anche in occasione della festa di San Bartolomeo, ovvero Bortolo come direbbero i piranesi. “Anche quest’anno il progetto ha dimostrato che la cucina delle saline è viva e nella comunità locale c’è l’interesse acciocché questo patrimonio venga conservato”, ha detto Matjaž Kljun dell’Unità piranese dell’Istituto per la tutela dei beni culturali, che ha aggiunto “avere nelle mani il patrimonio delle saline è un grande privilegio, ma anche una responsabilità e sta a tutti noi, soprattutto ai giovani, salvaguardarlo per le prossime generazioni”. Nel progetto è stata inclusa pure l’Associazione giovani della CNI che ha seguito ogni incontro, occupandosi delle riprese video e fotografiche. Come illustrato da Aleš Cherbocci è stato così formato un piccolo archivio digitale accessibile a tutti sulla pagina Facebook del sodalizio piranese e prossimamente anche sulla pagina web. “Un progetto che ha dimostrato che si può fare cultura e aggregazione portando avanti il patrimonio delle saline, non pensando solamente al passato, ma anche al presente e al futuro”, così il presidente della CAN piranese, Andrea Bartole, aggiungendo che “le saline rappresentano un patrimonio di tutti e il messaggio va portato ed esteso il più possibile. Stiamo facendo un grande lavoro e continueremo a farlo con passione”. Nella cornice del “Monfort” è stato presentato anche il progetto “L’alimentazione a Capodistria e nel suo contado dall’antichità alla fine dell’Ottocento”, ideato nell’ambito della collaborazione dell’Archivio regionale con il Museo di Capodistria, da parte della direttrice dell’Archivio Nada Čibej, nonché da Deborah Rogoznica e Tina Novak Pucer. Un’iniziativa molto ampia che è stata recentemente presentata al pubblico con una mostra allestita presso la sede dell’Archivio regionale di Capodistria, che sarà in visione fino alla fine dell’anno. L’appuntamento si è concluso con un momento conviviale e un rinfresco, che naturalmente comprendeva i piatti tipici delle saline, quali polenta e “sepe sofigade” e baccalà in bianco.

Nada Čibej presenta il progetto dell’Archivio regionale

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