Vallelunga, Pragrande e Rojc. Un futuro sempre più green

È pronto un nuovo ciclo d’investimenti che disporrà di 33 milioni di euro

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Vallelunga, Pragrande e Rojc. Un futuro sempre più green
Una delle tante piccole insenature di Vallelunga che dovrebbe ospitare un Centro di innovazioni e tecnologia. Foto: ARLETTA FONIO GRUBIŠA

In ottobre, con la stipulazione dei contratti tra gli enti locali e il Ministero dello sviluppo regionale, scatta un nuovo ciclo di investimenti territoriali integrati nel territorio urbano (ITU) definiti dal relativo piano pluriennale che avrà termine nel 2027. Ora intanto è in corso la progettazione che fa capo a un copioso documento detto “Strategie di sviluppo del territorio urbano”, redatto insieme dalle Città di Pola e Dignano e dai Comuni dell’anello (Medolino, Lisignano, Fasana, Sanvincenti, Barbana e Marzana), ovvero tutti e otto gli enti locali costituenti l’area urbana di Pola. Il nuovo ciclo di investimenti disporrà di 33 milioni di euro in prevalenza europei con partecipazioni minori dai Bilanci della Repubblica e delle singole località, che hanno avanzato e candidato al bando progetti di rilancio ritenuti prioritari ciascuno nel proprio ambito locale, ma anche di rilevanza generale per l’area urbana nel suo insieme. Pola ha fatto una cernita tra le opere che da sola non è in grado di sostenere e la precedenza è andata al restauro totale dello Stabilimento balneare di Stoia, cui spettano 2,4 milioni di euro da impegnare nell’arco di 3 anni, seguito da altri cinque interventi urbanistici o architettonici di non minore peso che andiamo ad elencare di seguito.

Pola si espande verso nord
In applicazione dell’obbiettivo specifico 3.2 “Economia resiliente”, prende il via il progetto del Centro Innovazioni&Tecnologia di Pola con sede a Vallelunga, opera brownfield che consiste nel recupero dell’area smilitarizzata omonima, con una ventina di strutture in prevalenza militari da adeguare a uso civile in funzione della ricerca, della scienza, della tecnologia, dell’industria 4.0 e naturalmente dell’occupazione. Oggi Vallelunga è una distesa di ruderi immersi in una vegetazione mediterranea piuttosto rigogliosa di rovi, gelsi, iperico, lecci… Inutile dire che dopo l’abbandono dell’esercito è rimasta inutilizzata, preda di vandali e ladri di metalli e altre risorse utili come rotaie, travi di legno, mattoni ecc. L’intento della municipalità è quello di creare un terzo polo urbano accanto al centro storico e in contrapposizione alla fascia turistico-abitativa che si snoda da meridione (Verudella) a ponente (Musil). ll cuore pulsante di questo futuro rione settentrionale da integrare nel resto del perimetro urbano sarebbe appunto un Centro di innovazione e tecnologica con tutti i servizi concomitanti o complementari: campi sportivi, area sociale (cultura e spettacolo), infrastrutture, abitazioni, aree pubbliche, insomma, tutto quello di cui necessita un quartiere urbano completo, il quale, si badi bene, non nascendo spontaneo, ma come frutto di una volontà politica, dev’essere concepito ex novo con la massima partecipazione di professionisti del campo. Per dargli una definizione in termini urbanistici la Città di Pola ha chiamato a raccolta una quadra di specialisti della Società degli architetti, dell’Università degli studi di Pola e delle aziende del settore dell’informazione e della comunicazione chiamate a “colonizzare” l’entroterra della costa già prenotata da un porto nautico, alberghi e altre strutture turistiche. Questo di Vallelunga è il progetto più ambizioso ma anche il più vago tra quelli del nuovo ciclo di investimenti integrati dell’area urbana. Tale è la sua complessità che decollerà a passi di lumaca, con la sola progettazione e la regolazione delle questioni fondiarie: gli espropri, gli acquisti, i passaggi di proprietà, l’accorpamento catastale e altre questioni legali. Per arrivare agli interventi edili propriamente detti passerà anche qualche anno. Non per niente il piano pluriennale contempla per la sua realizzazione ben 48 mesi di tempo o quattro anni, con un budget iniziale di ben 4,6 milioni di euro.

Tetto verde e autosufficienza energetica
In attuazione dell’obiettivo 4.2 “Aree urbane pubbliche attraenti e accessibili”, decolla l’opera di restauro del Centro sociale Rojc che avrà a disposizione 10 milioni di euro da impegnare nei prossimi quattro anni. Inutile dire che anche questo progetto è complesso. Forse non in termini urbanistici come l’altro (Vallelunga), ma sicuramente lo è in relazione al fatto che si tratta di un bene culturale d’epoca da valorizzare in base alle necessità della società contemporanea. Il casermone è del 1870. Con i suoi 16.739 metri quadrati di superficie è di fatto l’edificio pubblico più esteso di tutto il perimetro urbano. Ebbene finalmente per il Rojc inizia un’epoca di investimenti seri e non solo di interventi palliativi, finalizzati a tappare le falle che non smettono di aprirsi da un capo all’altro della struttura. L’accento è sulla transizione verde e la sostenibilità, per cui il centro sociale avrà un tetto nuovo ma “verde”, avrà giardini pubblici su tutti e tre i lati della struttura, un sistema di drenaggio per le acque meteoriche nuovo, integrato nella rete dei bacini di ritenzione esistenti, parcheggi e stazioni di ricarica per bici e monopattini elettrici, pannelli fotovoltaici per un livello di autonomia energetica superiore, facciate completamente ristrutturate, sistemi di controllo delle spese condominiali, accessi privi di barriere architettoniche per tutte gli ambienti del centro sociale, esterni ed interni, e, in definitiva, un livello elevato della qualità di fruizione dei locali che ogni giorno servono più di mille utenti tra bambini, giovani e adulti.

Park&Ride
In risposta all’obiettivo specifico 2.1 “Ottimizzazione collegamenti stradali e accessibilità”, scatta anche l’opera di potenziamento dei parcheggi pubblici nell’anello esterno dal centro storico col progetto “Park&Ride” messo a punto dalle due aziende comunali Pulapromet e Pula parking. Nella sostanza si va a modificare radicalmente lo stato attuale della mobilità che produce un quarto del totale dei gas serra e interminanili ingorghi di traffico. Il progetto vale 3,4 milioni di euro e vedrà tutta una serie di investimenti finalizzati a sgravare il centro storico dai mezzi privati: più autobus, più biciclette, più parcheggi, più aree pedonali libere dalle automobili, e una novità assoluta: i cosiddetti “vaporetti”. Proprio così, i vaporetti. Come quelli di Venezia. I vaporetti polesi avranno la funzione di trasportare i passeggeri da una fermata all’altra delle rive del porto che si snodano lungo 31 chilometri di costa a forma di ferro di cavallo sempre più accessibile. Andranno a collegare lo scalo passeggeri centrale (Molo Fiume), l’arcipelago delle Brioni, la spiaggia dell’Idroscalo e Puntisella, Vallelunga e il suo porto nautico, Musil, a secondo delle circostanze. Ma non basta ancora. I trasporti urbani saranno dotati di terminali intermodali per l’interscambio dei mezzi (da privati a pubblici e viceversa), di sistemi digitali di controllo e pagamento, di veicoli a basso consumo energetico da noleggio e in genere la diversificazione della mobilità urbana. Il progetto “Park&Ride” avrà una durata di tre anni anni dal 2023 al 2025 con investimenti per un valore di 3,4 milioni di euro.

A Pragrande un… Central Park
Infine, in attuazione dell’obiettivo specifico “Attività fisica e salute”, decolla un altro progetto di sviluppo urbanistico per un’area tra le più centrali e le più trascurate di Pola: Pragrande. Per rilanciarla, la Città di Pola propone una rigenerazione forestale in funzione della ricreazione dei cittadini, insomma, la creazione di un grande bosco urbano che, sebbene non possa pareggiare in estensione quelli della periferia (Siana e Bussoler), certamente sarà in grado di dare nuova linfa ai rioni interni di Pola, contribuire alla riduzione degli effetti negativi dei cambiamenti climatici, favorire la biodiversità e conferire maggiore pregio all’estetica del paesaggio. L’area compresa tra le vie Mutila, Campo Marzio e delle Brigate d’Oltremare (tangenziale), a cominciare da piazza della Repubblica sfiorando lo stadio cittadino, diventerà insomma il nuovo parco centrale di Pola dove andremo a fare le passeggiate col cane (o senza), i picnic, le corse, le camminate “nordiche”, insomma, tutta la ginnastica all’aperto che vogliamo, proprio come si fa al Central Park di Manhattan ma, si capisce, in scala ridotta. Per realizzare il proposito c’è un termine di 60 mesi e una disponibilità di ben 6,6 milioni di euro. E non è ancora tutto. Con 5,5 milioni di euro, Pola e Medolino svilupperanno a quatto mani una rete di ciclopiste da affiancare alle principali arterie colleganti i tre centri turistici dell’Istria meridionale: Pola, Medolino e Promontore (Capo Promontore). Se ne ricaveranno 15 chilometri di nuove piste ciclabili, a garanzia della massima sicurezza nel traffico per i ciclisti, ora costretti a fare lo slalom su strade poco o per niente attrezzate a riceverli.

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