Sapore di polesanità: il dialetto protagonista

Con Mariseta Polesanich, attivisti e ospiti verso le feste con il gradito omaggio del calendario della Comunità

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Sapore di polesanità: il dialetto protagonista
Il Coro giovanile Carilllon. Foto: Daria Deghenghi

Unica e inimitabile, Mariseta Polesanich, al secolo Petra Blašković, è sprofondata nella sua poltrona con tutta la stanchezza (e la saggezza) della veneranda età per presentare lo spettacolo che la Comunità degli Italiani di Pola ha allestito sabato sera in vista dell’imminente Natale e del prossimo Capodanno. La tradizione è lunga e ben nota: si festeggiano non solo le feste del calendario liturgico e di quello civile, ma si festeggia anche la fine del secondo semestre di attività delle sezioni artistiche attive in Comunità. In vetrina, insomma, i vari recital, i brani musicali, i lavori artistici e le bravure solistiche e corali di un’altra generazione di attivisti. Sul palcoscenico della CI polese, dunque, una divertentissima Mariseta Polesanich, con Petra Blašković nel ruolo che sembra cucito a sua misura, tanto ci riesce cara, simpatica e giocosa, come fosse la nonna di tutti quanti noi. In alternanza alle sue battute dialettali a titolo di presentazione del Calendario della CI 2023, sono saliti sul palcoscenico due volte i magnifici interpreti del Coro giovanile Carillon, reduci dal Festival Chorus Inside di Roma con ben due medaglie (l’Oro nella categoria della musica tradizionale e l’argento per la categoria pop). Il coro diretto da Tatiana Giorgi ha proposto “Il treno che viene dal sud” e “Astro del ciel”, ma anche la stupenda “Carol of the bells”, canzone tradizionale ucraina in versione inglese e l’immancabile, vista la ricorrenza, “Benedict vobis” di Händel.

Tamara Brussich omaggia le attrici Petra Blašković e Rosanna Bubola.
Foto: Daria Deghenghi

Simpatica e naturalmente in perfetto accordo col tema dei mondiali che tiene banco da settimane, la canzone “Ci basta un pallone”, interpretata da Leopold Tanković e Mihael Krajcar, premio miglior musica alla 51ª edizione del Festival Voci Nostre (le votazioni per il Premio del pubblico sono ancora in corso). La simpatica coppia calcistico-musicale è stata preparata da Ana Čuić Tanković. Sul palcoscenico anche gli allievi del Centro studi di musica classica “Luigi Dallapiccola”: Emma Modrušan (classe Chiara Jurić Božac) che ha interpretato al pianoforte una sonatina di Clementi, Antonio Drandić alla chitarra (classe Domagoj Terzić) con “Canzonetta antica” di Stachak e Augustin Tanković al violino (classe Nataša Goranović Ranković) con “Jingle Bells” di Pierpont. Da Buie si è unita ai festeggiamenti l’attrice Rosanna Bubola con un recital sull’ipocrisia delle donazioni comandate in occasione delle feste a loro volta comandate e un invito a tutti a concedersi in alternativa un esame di coscienza, piuttosto che credere di averla a posto con piccole opere di carità sbandierate sui social. Ad augurare al pubblico un felice Natale la presidente del sodalizio, Tamara Brussich. Nell’atrio decorato a festa, il presidente dell’Assemblea della Comunità, Daniele Kumar, ha distribuito ai soci un altro magnifico calendario sociale, quest’anno realizzato dall’illustratore Vibor Juhas e dal bibliotecario Alessandro Lakoseljac Ukmar. D’obbligo notare le decorazioni dell’abete: la bellezza di quattrocento “palline” o meglio dischi in ceramica realizzati dalle pazienti mani delle ceramiste della CI sotto la direzione artistica di Luisa Kumar. La bellezza, naturalmente, non è nell’oggetto in quanto tale, quanto piuttosto nel messaggio: ogni pallina reca sulla fronte una parola in dialetto istroveneto nella sua variante tipicamente polesana per cui è detto, appunto, “polesan”: “cotoler”, “strussa”, “sgajo”, “lugaro”, “foja”, “cuciar”, “pomo”, “graja”, “putela”, “recia”, “useleto” “sbatola”, “porco”, “susina”, “luganiga” e via dicendo; insomma, gli esempi si sprecano. Da Marisetta e dalle ceramiste polesane un invito dunque a non dimenticare il nostro dialetto e anzi ad insistere a parlarlo con i ragazzi che verranno.

In tema di mondiali: Leopold e Mihael con “Ci basta un pallone”.
Foto: Daria Deghenghi

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