Pola. Turismo: l’alta stagione non si limita a due mesi

Giugno somiglia sempre di più ai «mesi forti», luglio e agosto, sia per numero di presenze che per la conseguente folla di vacanzieri che si spingono a gomitate lungo le strette vie della pianta romana della città. Gallerie, ristoranti e rivendite sono già presi d'assalto. E alcuni rievocano il passato

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Pola. Turismo: l’alta stagione non si limita a due mesi
In coda per il posto a tavola: l’alta stagione è già arrivata. Foto: DARIA DEGHENGHI

Ottimismo di stagione o… stagionale. Pola ha due facce (se non di più) e quella estiva è l’immagine in negativo della località in pieno inverno. Tra l’altro lo scostamento si va aggravando di anno in anno al ritmo preciso in cui i residenti lasciano il centro storico per trasferirsi in periferia e gli imprenditori acquistano o affittano case e locali commerciali per mettere in piedi nuove attività stagionali. Si capisce ormai che “stagione” e “stagionalità” sono le parole chiave di questo recente fenomeno nato e svezzato nell’abbraccio del turismo di massa. Come procede dunque quest’esordio dell’alta stagione 2023? Due cose danno nell’occhio. In primo luogo, la pandemia è come se non ci fosse mai stata: ci si scontra a ogni passo con la stessa cordialità (invadenza?) degli anni precedenti all’emergenza Covid. In secondo luogo, giugno somiglia sempre di più ai “mesi forti”, luglio e agosto, sia per numero di presenze che per la conseguente folla di vacanzieri che si spingono a gomitate lungo le strette vie della pianta romana della città. La conferma arriva in ogni dove: le gallerie, i ristoranti, le rivendite tipicamente turistiche. Chi vive di turismo fa salti di gioia. Non c’è nemmeno il bisogno di tirarli per le maniche, i turisti. Per avere un posto al ristorante si fa la fila: per ogni cliente che si alza dal tavolo ce n’è almeno uno fuori che aspetta. Non per nulla stanno per aprire altri tre o quattro ristoranti nello stretto nucleo storico. Dopo pazienti ristrutturazioni sono in procinto di aprire i battenti l’ex “Delfin”, che da quest’anno si chiamerà “Duomo”, in via Kandler, Sala “Dolcevita” in via Flacio, un locale in piazza Foro e uno ancora in piazza Port’Aurea. E non sono gli unici, visto che in via Kandler le gelaterie si vanno moltiplicando alla velocità dei microbi.

A tavola dagli Scampicchio
Qua è là ci s’imbatte in qualche piacevole sorpresa. Lo spiazzo di Casa Scampicchio, demolita dalle bombe degli Alleati, non è più una rivendita estiva di magliette dei calciatori famosi, asciugamani, pinne, fucili e occhiali e altro corredo da spiaggia da quattro soldi. Ora è un ristorante estivo molto grazioso e ben arredato. E non è tutto. I gestori hanno deciso di onorare il passato del luogo e intitolare la nuova attività appunto a Casa Scampicchio che non c’è più. Molto bene. Così si onora la storia della propria città: così si rende il dovuto omaggio alla tradizione senza per questo rinunciare al commercio, al guadagno, al futuro. Sarà utile pertanto informarsi sul caso anche con l’aiuto del codice QR, che offre parecchie informazioni sul luogo. Come recita l’autorevole fonte del Museo archeologico istriano, “gli Scampicchio, nobile casato originario dell’Italia, si stabilirono ad Albona nel Quattrocento. In Istria ricoprirono parecchie funzioni pubbliche, politiche, militari ed ecclesiastiche. Avevano possedimenti nei territori di Albona, Montona, Fianona, Barbana, Medolino, Arsia, Sanvincenti, Klana, Cherso, Capodistria, Venezia e Muggia”. È inoltre documentato che nel Cinquecento gli Scampicchio possedevano due abitazioni a Pola, una in piazza Foro e l’altra di fronte all’edificio gotico dei Demartini nell’odierna via Kandler. Casa Scampicchio venne rasa al suolo durante i bombardamenti alleati del 1944. Ne conosciamo l’aspetto grazie alle cartoline del primo Novecento e alle fotografie custodite negli archivi di Treviso e Firenze. Il Museo archeologico dell’Istria conserva del palazzo frammenti architettonici di notevole pregio tra cui pezzi di monofora, stipiti e davanzali di finestra, un capitello e lo stemma del casato.

La spesa con Agrippina
Ovunque si rivolga lo sguardo si nota questa generale tendenza a rievocare luoghi, personaggi, epoche ed eventi storici nel lancio di nuove attività oppure nel rilancio di quelle già esistenti. Sembra che l’impresa odierna, anche quando non è originaria di Pola, nutra una seria venerazione per il passato romano, veneziano e italiano di questa città. Dopo Casa Scampicchio, riesumata dai ricordi di Guerra, ecco che in via Sergia sta per aprire i battenti un “AERARIUM Istrian Gastro Shop” nella sede di quella che un tempo è stata l’Istarska banka (poi associata al gruppo bancario ungherese OTP). Aerarium store sarà sicuramente l’ennesima rivendita di liquori e prodotti della gastronomia locale, ma avrà anche una marcia in più: una delle sue vetrine rende infatti il doveroso omaggio ad Agrippina minore, nobildonna e imperatrice romana dal 49 al 54 AC, sorella di Caligola e madre di Nerone, che ebbe in questo luogo una delle proprie dimore imperiali. Il sito archeologico è stato uno dei più ricchi di Pola dal momento che ha regalato ai posteri non solo il busto del personaggio imperiale, ma anche reperti etruschi ed ellenici importati dai luoghi di produzione, resti paleocristiani e veneziani, insomma, il fior fiore della trimillenaria storia di Pola che giustamente avranno il dovuto richiamo nel nuovo locale commerciale.

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