Pola. Bolletta dei rifiuti: disco verde al rincaro

Non sono mancate le critiche dell’opposizione in Consiglio sul nuovo computo del costo del servizio. La parte fissa per i domicili aumenterà da 5,38 a 6,20 euro

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Pola. Bolletta dei rifiuti: disco verde al rincaro
Nuovo rincaro per il costo del servizio di raccolta dei rifiuti, Foto: Sasa Miljevic/PIXSELL

Inutile scampare dalla “imbrattata” realtà dello smaltimento. Se all’inizio dell’anno era entrato in vigore il nuovo tariffario per il conferimento e il trattamento dei rifiuti di Castion, adesso la mazzata si riversa sui conti da pagare da parte dei domicili a titolo di consegna degli scarti urbani non differenziabili in rapporto alla quantità prodotte, fino a definire il costo minimo da versare per il servizio di pubblico smaltimento. Pur non colpevolizzando esclusivamente Castion, la giustificazione per il salasso aggiuntivo da rifilare all’utenza sarebbe ben più complessa e dettata da tutta una concatenazione di fattori aggiuntivi: la necessità di rendere economicamente sostenibile la gestione del servizio a causa dell’enorme crescita dei costi di mantenimento del sistema operativo comunale, il prezzo da pagare per lo smaltimento dei rifiuti differenziati, l’aumento dei costi dell’energia e, come si diceva, l’obbligo di estinguere quanto dovuto al Centro regionale di smaltimento dei rifiuti per i suoi servizi espletati nell’area di Castion. A tanto si aggiunge pure la necessità di assicurare anche in futuro il mantenimento degli standard di tutti i servizi prestati e il loro ulteriore miglioramento.

Motivazione incomprensibile
L’elenco delle ragioni è stato esposto ai consiglieri cittadini, durante l’ultima seduta, anche per esprimersi in merito alle modifiche da introdurre alla Decisione che regola le modalità di prestazione del servizio pubblico di smaltimento dei servizi comunali sul territorio della Città di Pola. Modalità a parte, ancor più della tempistica e delle scadenze per le operazioni di prelievo, interessa il cambiamento che ne deriverà per le spese d’utenza, tant’è vero che la faccenda si traduce in una correzione dell’importo fisso sulla bolletta dello smaltimento, ossia del minimo obbligatorio da pagare, che da 5,38 euro passa a 6,20 euro nel caso dei domicili e che dai 13,64 euro di finora cresce a 14,20 nel caso degli utenti che non rientrano nell’anzidetta categoria. Con 11 voti consiliari a favore, due contrari e quattro astenuti, la modifica è stata approvata, previa delucidazione da parte di Anja Ademi, assessore all’Amministrazione locale. Prevedibile la pioggia di osservazioni da parte dei consiglieri di Možemo! e di Dušica Radojčić in primis, stando ai quali la motivazione del caroprezzi non risulterebbe manco lontanamente comprensibile per capire chiaramente la necessità di prendere una siffatta decisione. Stando alla matematica dell’opposizione, l’Herculanea dovrebbe incamerare ulteriori 1,38 milioni di euro grazie al nuovo tariffario, mentre viene indicato che le spese di espletamento dei servizi dovrebbero crescere di 3,36 milioni. L’ipotesi maturata da Možemo! andrebbe in più direzioni: o le argomentazioni sono errate o i conti non quadrano, oppure ci aspetta una seconda tranche di aumenti.

Decisione politica, non economica
Quindi, da parte di Drago Marić (SDP) e Noel Mirković (Možemo!) è stato fatto presente che ci sarebbe un’evidente sproporzione tra l’aumento dei costi riferiti ai domicili (1,7 euro) e quelli applicati per le altre categorie (0,7 euro). Nella sua spiegazione il direttore dell’Herculanea, Robi Fuart, ha sottolineato che tutto dipende dal legislatore: non è l’Herculanea a incidere sul procedimento d’approvazione delle anzidette modifiche. “Abbiamo a che fare con una decisione politica e non economica”: ha detto, precisando che le spese fisse di mantenimento del “sistema smaltimento” sono duplici rispetto agli introiti previsti dalle bollette e che “fosse per l’Herculanea l’importo fisso verrebbe raddoppiato per venirne a capo”. Quanto alla mancanza di proporzione tra le percentuali di aumento per le fatture dei domicili e quelle della categoria definita dei “non domicili” (leggi appartamenti turistici), viene specificato che si tratta di una differente tipologia di servizi. La fattura da pagare per coloro che non rientrano nei domicili è già sostanzialmente più oberata, sia in quanto a importo fisso sia come variabile da pagare, mentre ai domicili verrebbe offerta una serie di servizi aggiuntivi a costi più ridotti rispetto a quelli già affrontati dai non domicili.

Ricorsi, nessuna scadenza
Un’ulteriore modifica apportata alla Decisione sulle modalità di smaltimento giocherebbe invece a favore dell’utenza: dopo pubblico dibattito in Rete è stata accettata la proposta di Možemo! e altri, di non limitare a soli 15 giorni il tempo concesso per l’inoltro di ricorsi e reclami da parte dei cittadini. Niente più scadenze, dunque, anche se l’opposizione nutre perplessità sul fatto se esista, o meno, in seno all’Herculanea una commissione incaricata di valutare i ricorsi aggiuntivi di cittadini insoddisfatti delle spiegazioni inoltrate da parte dell’azienda municipale in merito al computo delle fatture per il servizio di smaltimento.

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