Dopo tanta polemica, sbattuta anche sulle prime pagine dei giornali e dei siti a diffusione nazionale, il Consiglio cittadino di Pola ha approvato la delibera sull’ordine pubblico per il demanio marittimo, quella, per intenderci, che ora vieta il nudismo e i superalcolici in spiaggia. L’hanno votata in 11, mentre i consiglieri contrari erano 7 e due gli astenuti. Sia chiaro, questa delibera non salta fuori dal nulla, ma è dovuta a un obbligo di adeguamento a leggi di ordine superiore, in questo caso la Legge sul demanio e i porti marittimi. Visti gli antefatti (la polemica è infuriata fin dalla prima presentazione della bozza del documento in consultazione elettronica) era inevitabile che i pareri contrastanti si trasferissero anche in aula.

Contrari ai divieti per definizione i consiglieri di Možemo! e alleati. “Chiaro che la delibera nasce in risposta alle modifiche della legge di rango superiore, ma si continua a non capire il perché dell’inserimento di norme che la legge non ha mai richiesto. Quale problema pratico ci costringe a vietare il nudismo se la legge non lo vieta?”, si è chiesta Dušica Radojčić, secondo la quale ci sono spiagge da sempre frequentate dai nudisti senza che la prassi abbia mai disturbato ad alcuno.

“Riteniamo che la proibizione non abbia alcuna finalità normativa ma solo un’intenzione moralmente censurante: l’intento è quello di categorizzare come moralmente inaccettabile la pratica del nudismo come tale. È ovvio che nessuno fa il bagno nudo nelle spiagge pubbliche o circoli svestito per le vie del centro. Quale altro motivo ci sarebbe allora di vietare ai nudisti di fare il bagno come preferiscono dove non danno fastidio a nessuno?” ha chiesto ancora Radojčić, che ritiene ugualmente assurdo il permesso di bere birra o vino in spiaggia accanto al divieto di bere, per esempio, il gin-tonic: “Siamo ai livelli dell’assurdo di Monty Python se il gin-tonic si può bere al beach bar, ma non nel resto della spiaggia”, ha concluso la consigliera.

Diverso il parere del consigliere socialdemocratico Igor Belas, che non trova assolutamente nulla di assurdo nella delibera. “Ovviamente nessuno contesta il topless, ma il nudismo è un’altra cosa e se viene praticato per tacito accordo in un luogo a metà strada tra due spiagge pubbliche si fa finta di niente anche se non si tratta di spiagge destinate ai nudisti. Quanto ai vari cocktail, gin tonic, votka juice ecc, quando inizia il party in spiaggia si sa come va a finire…” ha concluso Belas.

Dalla sua anche il consigliere della lista civica del sindaco, Vito Paoletić, che reputa questa delibera una “conquista di civiltà”. Davor Vuković (Možemo!) non ne ha condiviso il parere e anzi ritiene che divieti categorici di questo tipo sono controproducenti e non funzionano. A maggior ragione non funzioneranno a Pola, che ha chilometri e chilometri di spiagge, anche appartate, sufficienti perché tutti possano fare il bagno come gli pare. Dopo tutto, chi dovrebbe andare in giro a controllare che i bagnanti siano perfettamente abbottonati in riva al mare? “Nessuna conquista di civiltà, ma un altro passo indietro”, ha concluso Vuković. Più chiaro ancora Ardemio Zimolo (IDS-DDI) secondo cui il nudismo è una delle tradizioni di Pola che non sarà possibile sradicare, non con la forza perlomeno. Rimane infine il dubbio su tutti i dubbi, così come è stato formulato da Elena Puh Belci (IDS-DDI): chi andrà a controllare il contenuto dei bicchieri e delle bottiglie che circolano in spiaggia?