Pola. Cambio di stagione anche ai Mercati

Passato l’apice dell’estate, tra le bancarelle si parlano ormai solo le lingue nostrane. Stabili anche i prezzi

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Pola. Cambio di stagione anche ai Mercati
In centro nuovamente più residenti che stranieri. Foto: Daria Deghenghi

Tra sole e temporali anche violenti, l’estate si avvia verso la fine. Ne avremo per qualche altra settimana, è vero, ma il meteo del 1º settembre anticipa l’inevitabile e i frutti della terra seguono passo a passo le condizioni atmosferiche. Né potrebbe andare diversamente. Già si nota che tra i clienti dei Mercati di piazza del Popolo sono più i locali che gli stranieri. In silenzio tra le bancarelle si torna a parlare le lingue e i dialetti propri del luogo. Chi in croato, chi in istroveneto, ci si comprende sempre e comunque e infatti è sempre meno probabile essere invitati all’acquisto con un “Guten Tag, bitte” o frasi fatte dello stesso o di simile tenore sollecitante. La stessa offerta s’adatta al caso e anche i prezzi sembrano aver raggiunto un certo livello di stabilità pur nella generale tendenza all’arrotondamento per eccesso.

La valuta… unica
Passata l’alta stagione, è difficile trovare delle pesche e delle albicocche che aspirino a vendersi a costi superiori ai 3 euro. E meno male, perché certi prezzi spinti all’assurdo avevano finito per spingere all’estremo anche la naturale duttilità dei nervi degli acquirenti. Inoltre, dopo un primo periodo di calcoli in kune trasformate in euro, gli ortolani e le ortolane hanno smesso di preoccuparsi del controvalore e ora formulano i loro prezzi “europei” belli tondi, per evitare di cercare i centesimi del resto. Un euro, due euro, tre euro e quattro euro, cinque al massimo per chilogrammo di merce. Non c’è verso che si trovi qualche prezzo inferiore o superiore a questi, con le poche eccezioni che confermano la regola: per esempio i 50 centesimi dell’aglio venduto al bulbo o i 20 euro dei finferli o gallinacci, funghi gialli molto apprezzati che la scienza chiama Cantharellus cibarius perché, giustamente – lo dice il nome stesso – ci si serve per cibarsene.

Pomodori, la varietà della specie
Che la stagione calda sia agli sgoccioli lo prova l’aspetto del pomodoro meno attraente, meno perfetto nelle forme e nella buccia, carente sul piano estetico, ma ancora buono quanto basta per farsene delle belle scorpacciate. La grande varietà delle specie soddisfa tutti e i prezzi sono abbordabili. Generalmente costano 2 euro (i vari insalatari) con punte di 3 per le “specialità” come il “costoluto cappuccino”, pomodoro molto dolce e gustoso, o il più tradizionale cuore di bue dalla polpa soda. Stessi prezzi in circolazione per la cipolla e peperoni, zucchine e cetrioli, mentre carote, patate e cavolo non superano di norma il prezzo di 2 euro al chilo. Le pannocchie di granoturco costano 3 euro (con rare eccezioni 4), bietole, sedano e cicoria vengono a costare 3 euro il chilo, radicchio e lattuga 4, i fagiolini si vendono a 5, il prezzemolo a 6 e la rucola a 10 euro, sempre a chilogrammo. A loro volta le bancarelle della frutta mostrano un chiaro segno di stanchezza. Certamente, ci sono ancora delle belle angurie in vendita, ma si dà il caso che siano le ultime della stagione, per cui è il caso di spicciarsi. Il loro prezzo va da un euro e mezzo a due euro il chilogrammo a seconda della quantità che si acquista. Le mele e le prugne vengono 2 euro al chilo, le pesche e le albicocche 3 euro. A questo punto comincia a farsi strada l’uva, generalmente malvasia e moscato, oppure la rossa da tavola, venduta a 2 e 3 euro il chilo. Ma è questa soprattutto la stagione dei fichi. Ne troviamo di tutte le qualità e in quantità: piccoli medi, grossi, bianchi, gialli, viola, più o meno teneri, più o meno dolci, insomma, ce n’è per tutti i gusti. I prezzi? Vanno dai tre ai cinque euro. Anche in questo caso la scelta non manca.

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