I combustibili solidi si stanno mangiando Castion

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I combustibili solidi si stanno mangiando Castion

Al bando i ripensamenti. I retromarcia non ci sono. Il Centro regionale di smaltimento dell’immondizia per tutta l’Istria è una realtà, che per la città di Pola e il territorio del limitrofo comune di Medolino ha acquistato fattezze ingombranti e forme ben concrete. Forme da dadi lego. Sarà anche assurdo, ma il moderno impianto di smaltimento dei rifiuti sta soffocando dai rifiuti… riciclati, ed esibisce un aspetto ordinato, in senso geometrico. Al posto della vergognosa montagna di pattume, ora mimetizzata, il panorama che si presenta è degno di una maxi installazione di arte stile industry: un’infinita colonna di cubi imbottiti di SRF (solid recovered fuel), vale a dire combustibile solido secondario, si stanno totalmente mangiando ogni disponibilità di spazio del grande impianto regionale e formano un magazzino gigante a cielo aperto. La prova che il problema stia crescendo fino ad assumere proporzioni preoccupanti, arriva anche dalla visuale che si presenta fuori dall’area del Centro. Le presse filmate da pellicola di polietilene sono finite anche in aperta campagna, occupando terreni che manco appartengono al mastodontico impianto industriale specializzato nel fagocitare le scorie prodotte da un’intera regione, ma anche nella produzione di combustibile ricavato da residui.

Mancanza di acquirenti

Castion ha abbracciato la tecnologia moderna e imboccato la strada del progresso: i problemi associati alle emissioni di CO2 hanno sì spinto allo studio di metodi di controllo e processi che implicano l’uso dello sfruttamento termico di combustibili secondari rigenerati da materiali di scarico non pericolosi. Tuttavia, da quanto visibile, aggregarsi all’Europa progredita non basta senza pianificazione. Castion sta straripando di combustibile “alternativo”, che è materiale che ha cessato la qualifica di rifiuto ed è pertanto considerato un nuovo prodotto. Ma bisogna trovare anche un mercato dove piazzarlo. Un fatto che è causa di grosse emicranie, perché da quanto pare quello nazionale non risulta ancora sufficientemente conformato. attrezzato ed equipaggiato all’uso di siffatte fonti energetiche alternative. Se l’RDF (refused derived fuel) è un primo combustibile prodotto partendo da un mix di rifiuti industriali o meno non riciclabili, l’SRF contenuto in questi cubi è un derivato da una lavorazione dell’RDF con la quale si è ottenuto un combustibile consistente in frammenti più piccoli e avente un valore energetico superiore. Dopo la separazione degli ultimi materiali riciclabili; la materia rimasta è ora utilizzabile come combustibile particolarmente adatto per sostituire quelli fossili primari. L’SRF può, a seconda della qualità e l’applicazione, sostituire fino al 70% del combustibile primario in un forno o una caldaia. Benissimo, non fosse per l’impossibilità di trovare acquirenti disposti ad acquistare tanto di pacchi combustibili.

Destinazione Austria

L’aspetto peggiore della faccenda è quello che indurrà Castion a sganciare fior di quattrini per liberarsi della sua stessa produzione, delle sue architetture lego sorte in men che non si dica. Fonti bene informate dicono che una buona parte di contingente verrà convogliata per l’incenerimento in Austria, con l’aggiunta di notevoli spese di trasporto, il che farebbe temere l’ulteriore crescita dei costi già elevatissimi del servizio di smaltimento dei rifiuti urbani. La faccenda delle operazioni di smaltimento dei rifiuti già smaltiti si è finora incamminata soltanto in minima parte: il combustibile solido secondario prodotto in forma di “fluff” (simile a coriandoli), ossia lasciato sfuso viene giornalmente trasportato in direzione della Fabbrica cementi Holcim di Valmazzinghi. Per ogni tonnellata di combustibile sfuso, che viene introdotto nei forni della fabbrica, il Centro di Castion è costretto a sganciare un “indennizzo” di 33 euro… Complessivamente si trasferirà un contingente di 800 tonnellate e si parla di un versamento di 192mila kune, sempre a favore della fabbrica disposta a bruciarle. Il cementificio avrebbe reso noto di poter rilevare al massimo 15.400 tonnellate di “fluf” all’anno. Un tale utilizzo da parte del cementificio, consentirebbe alcuni benefici: gli elevati tempi di permanenza ad alte temperature permetteranno la distruzione totale delle sostanze organiche inquinanti; la miscela è basica, quindi neutralizza eventuali gas acidi liberati nella combustione; eventuali metalli pesanti vengono fissati nelle ceneri e nelle polveri. L’utilità definitiva è un ridotto impiego del carbone e una ridotta emissione di CO2. L’aspetto ecologico è accontentato.

Concorsi e spese

La Holcim sarebbe tra l’altro intenzionata a costruire un impianto destinato all’ulteriore essiccazione del combustibile per un investimento di 15 milioni. Quella che rimane un grosso grattacapo è, invece, la muraglia costruita con più o meno 6mila cubi di combustibile SRF in attesa di prelievo. Un potenziale acquirente sarebbe rappresentato dalla “Geocycle”, impresa che fa parte integrante del Gruppo Lafargel-Holcim e che sarebbe disposta a candidarsi al concorso bandito da Castion, per poi trasportare in Austria il materiale combustibile. I termini contrattuali dell’attuale concorso, lasciano perplessi: il Centro di Castion è disposto a pagare oltre 4 milioni di kune per il servizio di prelievo di solo 3.300 tonnellate di presse destinate alla termoutilizzazione, nello specifico 1.200 kune a tonnellata. Considerato il fatto che la produzione di Castion si assesta attorno alle 29-33mila tonnellate di combustibile solido secondario all’anno, la spesa della sua rimozione non potrà che implicare la ripetizione di ulteriori concorsi in serie e spese plurimilionarie inconcepibili…

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