Micromobilità. Pola vuole vederci chiaro

L’amministrazione cittadina assieme alla Pulapromet ha promosso un sondaggio sull’uso dei mezzi di trasporto

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Micromobilità. Pola vuole vederci chiaro
Monopattini e bici elettriche ai Giardini. Foto: GIULIANO LIBANORE

Biciclette elettriche con pedalata assistita, monopattini a batterie, hoverboard, segway e anche trabiccoli a una ruota, apparentemente poco affidabili, chiamati monowheel: tutto questo inventario ambulante, architettato per rendere la città più ecologica, smart o green che sia, è in buona parte ancora fantascienza per la Città di Pola. Ma l’adeguamento al nuovo trend che sta letteralmente rivoluzionando anche la nostra mobilità urbana è sempre più evidente, soprattutto tra i più agili ed… equilibrati o giovani. Se è la popolazione più anziana a restare sempre la clientela più fedele alla Pulapromet e ai suoi comodi e tradizionali mezzi di trasporto pubblico, la gioventù finisce spesso per preferire i mezzi individuali ed elettrici. E ci sarebbe da scommettere, almeno nel caso nostro, che l’entusiasmo di appiccicare un pezzo di lamiera con ruote alle scarpe da ginnastica per sfrecciare in città in maniera irriverente, non derivi da un “forte riguardo” nei confronti della tutela ambientale. È un nuovo modo di vivere la città, la libertà di movimento veloce concesso dalla comodità del diventare una fattispecie di esseri “mini motorizzati” che, guarda un po’, risultano disdegnare i vecchi roller tanto in voga anni or sono.

Per una città più green
Consci della nuova moda alla Pulapormet, in accordo con la Città di Pola, hanno diffuso un questionario pubblico invitando i cittadini a compilarlo proprio allo scopo di raccogliere dati e informazioni necessarie allo sviluppo del cosiddetto sistema di micromobilità su tutto il territorio urbano. L’appello viene esteso con richiesta di aderire in quanto maggior numero al fine di rendere quanto più rappresentativo il campione degli intervistati (di tutte le età e categorie sociali e professionali). Il formulario dell’inchiesta è disponibile sulle pagine ufficiali della Città di Pola (www.pula.hr), dell’azienda municipale Pulapromet ed è anche scaricabile dalla sua pagina Facebook https://bit.ly/anketamikromobilnost. L’obiettivo è quello di conferire più input allo sviluppo della micromobilità elettrica a Pola, per evitare eccessive emissioni d’anidride carbonica nell’atmosfera, potenziando l’uso di mezzi che non inquinano ossia orientandosi verso la circolazione individuale e sostenibile.

L’esempio di Parigi
La legge croata sull’uso dei monopattini, più lenta delle radicali trasformazioni smart, invece, si è appena lasciata scrivere e completare con delle norme da regolamentazione ancora blande, che al lato pratico e in fatto di sicurezza non trovano comunque sufficiente applicazione nella realtà quotidiana. La libera circolazione degli anzidetti nuovi trabiccoli crea da noi situazioni accidentate: capitomboli rovinosi a causa dell’asfalto disastrato e del mancato uso di caschi e dispositivi di protezione, tamponamenti e investimenti di passanti che si credono al sicuro sui loro marciapiede, sorpassi azzardati di coloro che s’infilano nel bel mezzo delle due corsie delle carreggiate e altre amenità da guidatori di strapazzo che purtroppo non mancano. Il più grande elemento di collisione nel progresso della micromobilità è insito nel fatto che quello che è per noi auspicabile, per altri è già sorpassato e non più ammissibile. In Rete si può leggere quanto segue: “Parigi dice addio ai monopattini elettrici. È infatti in corso la rimozione di 15mila mezzi in libero accesso e dal 1º settembre diventerà la prima capitale europea a vietare totalmente questo servizio. L’operazione si svolge ‘con dolore’, commentano i media locali, in quanto oltre 100 posti di lavoro sono minacciati. Tuttavia è un intervento previsto, conseguente al risultato del referendum cittadino che lo scorso 2 aprile aveva decretato la fine dei monopattini”. Si parla di quelli pubblici.
Quanto ai piccoli mezzi privati sono avanti a briglie sciolte. E mentre Parigi vieta dopo avere soffocato tra i micro veicoli, Pola sogna e brama l’era dei dispositivi per questa micromobilità che indubbiamente finisce per fare i conti con nuovi elementi di pericolo, non ancora bene recepiti dalle nostre parti d’Europa periferica… Oltre a bici e monopattini elettrici, Pola punta anche sul park&ride e sui shuttle, inserendo anche questo nel medesimo pacchetto della micromobilità da integrare al servizio dei trasporti pubblici con autobus. Il proposito è quello di contare sempre sui finanziamenti derivanti dai Fondi europei, attraverso il meccanismo degli investimenti territoriali integrati (ITU), per il periodo 2021-2027, tramite programmazione che vede la Pulapromet in qualità di partner coordinatore (lead applicant) e che prevede un investimento complessivo del valore di 2,6 milioni di euro di cui l’85 per cento a fondo perduto.

Il questionario
Risulta ora curioso sindacare in merito al questionario diffuso in funzione dei cittadini di Pola. Si chiede a loro di rivelare le proprie abitudini di spostamento in città e di esprimersi in merito al progresso della micromobilità a Pola, città per la quale va detto, non sono ancora stati ripensati un tessuto infrastrutturale e una configurazione urbana in grado di dare a ciascun veicolo i propri spazi (senza irregolarità e buche) e generare una buona convivenza con i pedoni. L’inchiesta (anonima) parte chiedendo il sesso, l’età, lo status professionale-sociale dell’intervistato e prosegue indagando in merito all’indirizzo di residenza, al tempo necessario per raggiungere le varie fermate bus, al numero di automezzi in usufrutto per famiglia, alla frequenza dell’uso dei singoli mezzi di trasporto pubblici e privati, alle abitudini di muoversi a piedi e infine di esprimere il proprio giudizio in merito all’attuale disponibilità di bici e monopattini elettrici pubblici forniti dalla Città. Ai polesi, motorizzati o meno, l’occasione di dire la loro.

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