Dalibor Paus: «La mia carica è in mano alla Presidenza»

Il leader della DDI dopo che per soli 79 voti la coalizione non ha ottenuto il terzo seggio nelle elezioni per il Parlamento croato

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Dalibor Paus: «La mia carica è in mano alla Presidenza»
Dalibor Paus si giustifica davanti alle telecamere. Foto: DARIA DEGHENGHI

C’è mancato un pelo, un’inezia, esattamente 79 voti. Il presidente della Dieta Democratica Istriana Dalibor Paus non vede che questo inutile intoppo al conseguimento del pieno successo elettorale. Ma l’intoppo è costato alla coalizione il terzo seggio al Sabor e il leader regionalista, che prima di diventare politico è stato professore di matematica, non ha potuto fare altro che questo ragionamento sui numeri: “Così vicino e così lontano”, ha detto ieri circondato dai collaboratori e assediato dai media. La stampa non ha esitato a tirare in ballo una delle sue più categoriche promesse elettorali, quella per cui avrebbe rassegnato le dimissioni seduta stante se la DDI e alleati non avessero incassato almeno tre seggi al Parlamento. Ebbene la lista non ha avuto i tre seggi ma Paus non ha rassegnato le dimissioni. Si è limitato ad affermare che “la sua carica è perennemente in mano alla Presidenza, che ha la facoltà di dare e di togliere la fiducia al presidente”. Eppur non è la stessa cosa e la stampa ci ha fatto un banchetto sopra, esortando il presidente a decidersi: aveva sbagliato prima o sbaglia adesso?

Le giustificazioni
Ecco la giustificazione del presidente: “In un certo senso la DDI ha raggiunto i propri obiettivi elettorali perché il partito ha ottenuto i due seggi che gli spettavano in base all’accordo elettorale in virtù dei voti preferenziali del collega Peršurić. La polarizzazione dei suffragi tra Plenković e Milanović ha penalizzato le altre liste: gli elettori hanno semplicemente scelto in virtù di questa dicotomia. In secondo luogo ha giocato a sfavore la nuova ‘geografia’ politica, per cui l’ottava circoscrizione ha perso Mattuglie e guadagnato Novi Vinodolski e Buccari, e questo fatto da solo ci ha portato via seicento voti. Terza e ultima circostanza, i voti delle minoranze, specie quella italiana, si sono portati via un’altra quantità non indifferente di voti. Nonostante tutto la DDI ha dimostrato di avere l’appoggio degli istriani”.

Insoddisfatti dell’esito a Pola
E l’appoggio dei polesi, allora? Il 17 per cento dei suffragi è tutt’altro che un appoggio plateale, anzi, se mai è una professione di sfiducia. “È vero, non siamo soddisfatti con l’esito del voto a Pola. A Pola siamo andati meglio che alle scorse elezioni ma siamo sempre molto sotto le aspettative e le ragioni si spiegano in parte con i parametri oggetivi di cui ho reso conto poc’anzi e in parte con le circostanze soggettive inerenti la nostra formazione politica”. Smentiti invece i dissapori interni alla coalizione per il fatto che Peršurić ha letteralmente soffiato via il seggio a Vasilić (PGS) per una manciata di voti. Paus nega che Vasilić sia offeso e che avrebbe presentato richiesta alla Commissione elettorale di rieseguire lo spoglio delle schede. “Queste speculazioni sono semplicemente false” ha detto Paus.

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