Castello, restauro a tappe

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Castello, restauro a tappe

Milioni di investimenti e non una ma quattro fasi di restauro e ricostruzione si sono rese finora necessarie per riuscire a mantenere più o meno bene conservato il Castello veneziano di Pola dal 2015 a questa parte. E il lavoro non è ancora finito. Il mese di gennaio del 2019 segna per ora la conclusione della quarta grande tornata di interventi mediante i quali è stato completato il totale recupero della cortina settentrionale del maniero, quella più imponente e che meglio si avvista navigando per il porto di Pola. A pari passo sono state compiute le prime manovre di ristrutturazione del fossato, vale a dire delle strutture murarie di sostegno che si estendono attorno al canale che circonda il Castello. Si tratta di costruzioni davvero malmesse, invase dai rovi, che in determinati punti erano finite per crollare del tutto. Oltre alla rimozione della sterpaglia e di tanti rampicanti e solidi arbusti che nel tempo hanno formato viluppo è andata in porto un’opera di ricostruzione di parte del muro di pietra, con tecnica e configurazioni identiche a quelle originarie. A esibire il risultato dei lavori iniziati ancora lo scorso novembre è Graziano Kešac, direttore del Museo storico e navale dell’Istria, istituzione inquilina della fortificazione costruita nel XVII secolo da Antoine de Ville.

Intervento da 350mila kune

“Quest’ulteriore progetto di riparazione della cortina commissionato dalla nostra istituzione museale sulla base dei criteri dettati dal Ministero della Cultura, specificatamente dalla Sovrintendenza al patrimonio storico-culturale della Repubblica di Croazia è costato 350mila kune”, ha rilevato Kešac sottolineando che, considerate le sue massicce proporzioni, non è stato facile. Ancora una volta è stata necessaria una grande mole di lavoro per liberare le strutture murarie dall’erbaccia e da impurità accumulate negli anni, per riempire le fughe e le fessure mediante stuccatura atta a proteggere le superfici da possibili infiltrazioni d’acqua, tutelandole dall’insidia dello sporco che si accumula sotto l’influsso degli agenti atmosferici. I secoli avevano anche compromesso la geometria dell’architettura rendendo diverse pietre più sporgenti e altre più rientranti e gli artigiani dell’impresa Kapitel di Gimino hanno eseguito un’opera di livellamento manuale, con lisciatura finale. I punti del tutto malconci e con grandi vuoti, causa la caduta di diversi vecchi blocchi di pietra finiti per frantumarsi e sbriciolarsi, sono stato colmati con massi nuovi.

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Ora tocca al canale occidentale

Ora bisognerà attendere la patina del tempo per vedere mimetizzato il bianco brillante con cui si presentano. Il progetto per il recupero è stato realizzato dallo studio architettonico di Eligio Legović, di Parenzo e i lavori sono stati vigilati dall’Ufficio polese della Sovrintendenza ministeriale al patrimonio storico e per la parte edilizia dalla s.r.l. Istra inženjering. Ma la parola fine, non arriverà mai per un Castello che necessita di costante manutenzione. Un’altra, quinta fase di restauri – come annuncia Kešac – è pianificata nel corso di quest’anno per poi protrarsi fino al 2020. Futuro oggetto di rinnovo saranno le strutture murarie lungo il canale occidentale (quello frontale rivolto verso il porto), che risultano essere le più malconce, mentre nel 2020 ci si sposterà verso il lato opposto, nel canale meridionale.

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