Ciak si gira in Arena (foto)

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Ciak si gira in Arena (foto)

L’Arena, monumento “polesano”, nostro, di tutti e di nessuno è in questi giorni “ostaggio” dello staff cinematografico di Momo, in altre parole della bambina sfuggita dall’orfanotrofio e che ora vive “sola” nel nostro vecchio anfiteatro “abbandonato”, esclusivamente per necessità di ripresa. Sembra di scorgere un panorama post apocalittico, al punto da credere nella prospettiva planetaria più temibile: le immondizie, la polvere e la fuliggine hanno preso il sopravvento e si sono impossessate di ogni luogo e in questo spazio ammassato, per gli umani posto non ce n’è. Mentre il pattume impera sulla reietta umanità, la medesima è anche a rischio di finire fagocitata in una dimensione senza tempo, perché il tempo, bene prezioso, stando allo scenario previsto sta per essere rubato dagli “uomini grigi”, esperti nel rendere la gente irrequieta e avida di guadagno, sterile e incapace di instaurare dei rapporti autentici con il prossimo. Come pubblicamente annunciato giorni or sono, quello che si sta girando in questi giorni all’Arena è il remake del fantasy italo-tedesco del 1986 tratto dall’omonimo romanzo di Michael Ende, che da molti è stato classificato quale genere horror, anche perché in un mondo governato da due unici valori principali – potere e denaro – con altri sotto-valori che fanno da ignobile corollario, risulta assai difficile individuare la bellezza del vivere una dimensione colorata di ottimismo o se non altro di realismo.

 

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