Suoni del Mediterraneo e dialogo interculturale

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Suoni del Mediterraneo e dialogo interculturale

ROVIGNO | Tradizioni e culture diverse si sono incontrate e fuse in un ventaglio di ritmi e suoni al concerto che ha chiuso la tappa rovignese della 27ª edizione del Festival “Sete Sóis Sete Luas” (“Sette Soli Sette Lune”).
Dopo l’atmosfera “caliente“ della prima serata, trascorsa in compagnia delle musiche della “7.Luas.Maio.Band” di Capo Verde e del complesso istriano “Gustafi”, la seconda serata ha visto salire sul palcoscenico di piazza Tito un’altra produzione musicale originale “Sete Sóis Sete Luas”, la “Med.Arab Jewish 7Sóis Orkestra”, raggiunta sul palco dal coro misto della Società artistico-culturale Marco Garbin che opera in seno alla Comunità degli Italiani “Pino Budicin”.

La SAC «Marco Garbin»

Grazie al sostegno del programma Europa Creativa, infatti la “Marco Garbin” ha avuto l’occasione di collaborare con il Maestro Stefano Saletti, direttore musicale della “Med.Arab Jewish 7Sóis Orkestra”, un esempio concreto di dialogo interculturale, che unisce musicisti ebrei, musulmani e cristiani, che rappresentano i tre mondi culturali e religiosi tipici del Mediterraneo e dell’Europa meridionale.
Insieme, hanno proposto “Lampedusa andata” in Swahili, composta dal Maestro stesso, che parla dell’attraversata difficoltosa di chi cerca la libertà. Il secondo, un brano in Sabir, lingua franca delle genti del Mediterraneo, e “Cantamaggio” in Sabino. Tre brani, che i coristi della SAC “Marco Garbin” hanno eseguito con passione e con una grande voglia di immergersi in altri dialetti e altre culture.
“Un’esperienza unica, quella fatta con il Maestro Saletti. Lui ci ha insegnato le canzoni durante una prova, dopodiché le abbiamo riprodotte e cantate anche durante le serate in Comunità e questa sera è stato il culmine, nel senso che è stato bellissimo cantare brani che fanno parte di un patrimonio culturale che non è il nostro, perché ci ha permesso di apprezzare anche le particolarità di altre tradizioni. Da parte nostra, invece, a maggio, quando abbiamo ospitato, a Rovigno, il Maestro e il direttore del Festival, Marco Abbondanza, abbiamo fatto ascoltare loro le bitinade e le arie da nuoto della tradizione rovignese, della quale sono rimasti entusiasti”.

Scambio multilaterale

Uno scambio multilaterale, dunque, perché è anche conoscendo meglio gli altri che impariamo a conoscere più a fondo noi stessi.
Particolarmente interessante, l’esibizione del gruppo di Mimmo Epifani, il quale ha presentato al pubblico rovignese il suo repertorio degli strumenti a plettro (mandolino, mandola, mandoloncello) e degli strumenti etnici usati nelle barberie dell’Alto Salento, in Puglia. Quest’artista internazionale vanta diverse collaborazioni importanti tra cui Massimo Ranieri, Eugenio Bennato, Ambrogio Sparagna e Avion Travel.

Una rete culturale

Il Festival, istituito nel 2003, ha dato vita a una rete culturale composta da oltre 30 città in una decina di Paesi affacciati sul Mediterraneo. Uno degli obiettivi principali dell’iniziativa è la mobilità degli artisti per presentare artisti conosciuti nel loro Paese, ma poco noti a livello internazionale. Sergio Ferrara, chef dello “Spacio Matika” e autore del ricettario della tradizione culinaria rovignese, a marzo ha portato i piatti tipici istriani in Portogallo, mentre lo chef portoghese Joao Ferreira ha presentato, a sua volta, a Rovigno, a maggio, i sapori della sua terra. Oltre a ciò, i Gustafi si esibiranno nell’ambito del Festival a Pombal (in Portogallo), il 7 agosto, e ad Alcazar de San Juan (in Spagna), l’8 agosto.
Il Festival a Rovigno è organizzato grazie al sostegno della Città, dell’Ente turistico locale, della Regione istriana e del progetto Europa Creativa.
Oltre che a Rovigno, il Festival, ha fatto tappa per la prima volta, quest’anno, anche a Umago, con due serate di concerti in piazza della Libertà.

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