Il sogno poetico di Marc Chagall

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Il sogno poetico di Marc Chagall

FIUME | Il mondo del sogno e dell’inconscio, della memoria e dell’infanzia, del remoto villaggio russo di Vitebsk, della Bibbia e dell’amore, vanno a formare un intreccio di reminiscenze, uno sciame di impressioni e pezzetti di vita assimilati e rielaborati misteriosamente negli strati più profondi dell’anima, e riemergono sfumati, lievitanti e poetici, anche nelle opere più tarde dell’artista. Sono questi i primi pensieri che ci vengono in mente osservando i lavori di Marc Chagall in visione alla Galleria “Kortil”.
La retrospettiva di opere grafiche e disegni dell’artista bielorusso di origini ebraiche, messe a disposizione da una serie di collezionisti europei, intitolata “I colori dell’amore”, comprende il periodo che va dagli anni ‘20 agli anni ‘80 del secolo scorso.

Dimensione surreale

Chagall, mosso dagli occhi dell’amore e della poesia sembra osservare il mondo e la vita da una dimensione surreale, onirica, ovattata, metafisica, che egli crea con quelle “chiazze” e fasci di colori, i quali, trasbordando dalle linee del “disegno” conferiscono ai lavori un’aura morbida, carezzevole, in cui la fantasia sembra spandersi senza limiti.
I suoi dipinti sono ricchi di riferimenti alla sua infanzia, anche se spesso preferì tralasciare i periodi più difficili. Riuscì a comunicare felicità e ottimismo tramite la scelta di colori vivaci e brillanti. Il mondo di Chagall è colorato, come se fosse visto attraverso la vetrata di una chiesa.
Il villaggetto russo sconquassato di casine e strade storte appena accennate, un singolare concerto di asini, violini e capre, Bella che vola sopra il villaggio tenendolo per mano, gli sposi stretti in un abbraccio e sospesi nell’etere, i colori chiassosi del circo, la cattedrale di Notre-Dame e la Tour Eiffel sopra i quali aleggia, curiosa, una coppia di innamorati, sono i temi privilegiati della mostra.

Profondo spirito religioso

Nato in una famiglia di ebrei ortodossi, Chagall esprime il suo profondo spirito religioso attingendo ai personaggi della Bibbia – considerata dall’artista la più bella delle storie. Mosè e le Tavole della Legge, Re David che suona alla cetra, il profeta Geremia, la menorah e l’alfabeto ebraico, David e Betsabea sono alcuni dei personaggi e simboli biblici ai quali egli si ispirerà e porterà sempre seco, nonostante i suoi pellegrinaggi di ebreo errante (Pietroburgo, Mosca, Berlino, Parigi, New York, Palestina, Francia), a conferma di quanto sia essenziale per l’individuo la sua memoria e identità. Checché se ne dica al giorno d’oggi.

Illustrazioni per Gogolj e l’«Odissea»

In esposizione pure delle illustrazioni per le “Anime morte” di Gogolj e dell’”Odissea”.
Negli anni Sessanta e Settanta, Chagall si occupò di progetti su larga scala che coinvolgevano aree pubbliche e importanti edifici religiosi e civili. Le opere di Chagall si inseriscono in diverse categorie dell’arte contemporanea: prese parte ai movimenti parigini che precedettero la Prima guerra mondiale e venne coinvolto nelle avanguardie. Tuttavia, rimase sempre ai margini di questi movimenti, compresi il cubismo e il fauvismo. Fu molto vicino alla Scuola di Parigi e ai suoi esponenti, come Amedeo Modigliani.
La mostra è stata realizzata dalla Casa croata di cultura (HKD) di Sušak in collaborazione con il Rebel kolektiv di Rovigno e rimane in visione fino al 4 settembre prossimo.

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