Rovigno. Sergio Preden Gato, un’indimenticabile serata per i 70 anni di carriera artistica

Accompagnato dalle sue fedeli Volpi il cantante ha regalato canzoni ed emozioni

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Rovigno. Sergio Preden Gato, un’indimenticabile serata per i 70 anni di carriera artistica
Il Gato e le Volpi in una serata magica all’Estivo CI. Foto: ROBERTA UGRIN

La Platea estiva “Vlado Benussi” della Comunità degli Italiani “Pino Budicin” di Rovigno, ha fatto da scenografia a una serata concertistica indimenticabile della quale si parlerà ancora a lungo in città.

Infatti, Sergio Preden Gato in occasione dei suoi 70 anni artistici, accompagnato dalle sue fedeli “Volpi”, un’orchestra composta da quattro musicisti concittadini, ovvero Francesco Salvi alla batteria, Eligio Bosazzi alla chitarra, Boris Licitar alle tastiere e Cristian Salvi al basso, ha fatto sognare per quasi due ore il caloroso e numerosissimo pubblico accorso all’Estivo per assistere a una particolare serata intrisa di emozioni e di un percorso musicale incisivo “che va a toccare i tasti di una musica più profonda ed emotiva, legata al ‘fogoler’ di casa, al dialetto e alle tanto amate e tanto vissute tradizioni rovignesi”.
Il Gato, assieme alle quattro “Volpi”, dalle quali è ormai inseparabile da anni, ha scelto di ripartire per l’occasione dalle origini, ricordando la voce della madre Gemma, mentre cantava “Non ti scordar di me” nei momenti in cui stendeva le bianche lenzuola al vento. Ed è proprio con questa magica canzone che Sergio ha aperto il concerto, travolgendo il pubblico di emozioni al cospetto delle quali pochi sono rimasti impassibili.

Una vita in canto
Attraverso le 15 canzoni sono stati ricordati i momenti salienti della vita di Sergio Preden Gato, come quello di settant’anni fa, il primo settembre del 1953, quando, all’età di sette anni, Sergio si esibisce, cantando una canzone in italiano, per la prima volta di fronte a un vasto pubblico in occasione delle “Serate rovignesi” all’isola di Sant’Andrea.
La sua carriera da cantante professionista prende slancio 10 anni dopo, e da allora Sergio è una forza della natura tutt’oggi inarrestabile. Viaggia, e crea per sé stesso e le sue passioni numerose opportunità lavorative a livello internazionale, cantando al fianco di nomi importanti della musica, però sempre “Sognando casa mieia” dove continua a esibirsi al fianco di musicisti locali, con la band storica “Grešnici” facendo scatenare molte generazioni della gioventù rovignese al “Gogò” e al night club dell’allora in voga “Hotel Rovinj”.
Dopo una carismatica interpretazione di “Tintarella di luna” e “Che sarà”, Gato e l’orchestra hanno proposto al pubblico “La Cirulina”, “Cume Cepi”, “Cucal Filipo”, e “Ruveigno xe senpre Ruveigno”, cedendo poi il palco agli ospiti della serata, i quali sono stati preceduti dalla proiezione del video musicale della canzone di Piero Soffici “Adio mar”, cantata negli anni ottanta da Vlado Benussi e Sergio Preden Gato.

Gli ospiti dell’evento
Gli ospiti Patrizia Sfettina Jurman, Matteo Tromba e Simone Polo, definiti da Gato “i portatori nel tempo della nostra musica tradizionale” sono tutti giovani artisti rovignesi, colleghi e amici di Sergio, accomunati dalla passione e da un sincero e palpabile entusiasmo nei confronti della musica. Per l’occasione, Patrizia Sfettina Jurman ha duettato con Gato la sopra citata “Adio mar”, un omaggio simbolico al collega e Maestro Vlado Benussi, per poi proseguire con “Sira”. Matteo Tromba ha cantato “Sognando casa mieia” trasmettendo con la sua profonda voce tutto l’amore che prova per la sua amata Rovigno, mentre Simone Polo si è cimentato con “Ufiemia” facendo cantare il pubblico all’unisono.
L’ultima tranche di canzoni della serata concertistica con la quale Sergio Preden Gato ha celebrato i 70 anni d’attività, ha visto quattro canzoni scritte e musicate dai poeti e artisti rovignesi tra cui Giusto Curto, Piero Soffici e Ligio Zanini. L’interpretazione de “Bulèistro”, di Ligio Zanini, è stata quella più sentita dall’artista, ma anche dal pubblico che ha ricambiato le emozioni con fragorosi applausi.

Un bagaglio di musica e note
Ed è proprio così, Sergio, accompagnato dalle sue “Volpi” riesce sempre a interpretare con maestria e pathos, sia le poesie colme di allegorie e metafore spesso usate dal più grande poeta istrioto Ligio Zanini, che quelle poesie musicate da due altri grandi della musica, Piero Soffici e lo zio Giusto Curto, lasciando così ai posteri un bagaglio non indifferente di musica e note.Sergio partecipa tutt’oggi a concorsi e Festival musicali, facendosi portavoce del canto tradizionale e autoctono, quello che va a toccare tasti di una musica più profonda ed emotiva, legata al “fogoler” di casa, al dialetto e alle tanto amate e tanto vissute tradizioni rovignesi.
L’emozionante e splendida serata a cielo aperto è proseguita con alcuni brani intonati a cappella su richiesta del pubblico, e con un duetto emozionante di “Nuvola” con la sorella Angela Preden Vidotto, dopodiché è seguito il momento dei saluti istituzionali e quello delle sorprese.

Dedizione e passione
A complimentarsi con Sergio Preden Gato sono stati la presidente del Comitato esecutivo del sodalizio Gianfranca Šuran, il vicesindaco in quota CNI David Modrušan, il presidente dell’Unione Italiana Maurizio Tremul e il presidente della Giunta esecutiva dell’UI Marin Corva. La Comunità degli Italiani “Pino Budicin” unitamente all’UI ha voluto omaggiare Sergio Preden Gato con un riconoscimento per i settant’anni di carriera artistica e per avere divulgato in Regione e oltreconfine la tradizione canora rovignese, istroveneta e italofona con straordinaria dedizione e sincera e instancabile passione. La serata è terminata con il taglio della torta condivisa poi in allegria tra il pubblico, abbracci e scatti fotografici che diverranno una testimonianza viva nel tempo.

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