Parenzo. Alla scoperta dell’antica Nesazio

Riprende al sodalizio il ciclo di lezioni «Itinerari istriani», che si concluderà il 7 aprile con una gita

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Parenzo. Alla scoperta dell’antica Nesazio
Nesazio. Foto: DENIS VISINTIN

È ripreso alla Comunità degli Italiani di Parenzo il ciclo di lezioni “Itinerari istriani”, che tende a far conoscere ai connazionali la storia, la cultura e le tradizioni dell’Istria. Il tema di questo primo incontro è stato “Nesazio, l’antica capitale degli Histri” e ha visto come relatore lo storico dell’arte e archeologo Marino Baldini.

Il colle di Nesazio domina l’insenatura di Porto Badò. Qui si sono conservati i resti dell’antica capitale degli Histri, poi città romana e tardoantica. Le prime notizie su Nesazio le troviamo negli scritti dello storico romano Tito Livio, ma la conferma della sua importanza avvenne agli inizi del XX secolo, con la scoperta di un’ara votiva dedicata all’imperatore Gordiano (III sec.) in cui si menziona la Res Publica Nesactiensium.
Il sito consta di un parco archeologico con resti architettonici d’epoca romana e tardoantica. Le cinte murarie che lo circondano sono preistoriche e romane. All’entrata, tra la porta romana e quella preistorica, sorgeva una ricca necropoli preistorica. Le urne e gli oggetti rinvenuti facevano parte di corredi funebri e le stratificazioni rivelano la successione d’insediamenti e tumulazioni dall’XI secolo a.C. fino alla conquista romana. Molti reperti locali e oggetti di lusso importati collegano Nesazio e la cultura histrica, di cui era il centro, con le civiltà mediterranee e dell’Europa centrale.
Dopo l’assedio del 177 a.C. i Romani rasero al suolo la città histrica, costruendone al suo posto una nuova, organizzata secondo un piano regolatore romano. Sul pianoro centrale vennero eretti il foro con tre tempi e il portico, le terme e altri edifici di carattere pubblico e privato. Le pendici testimoniano la presenza di fastose costruzioni private. La necropoli si trovava lungo la strada che conduceva a Pola.
Il progressivo indebolimento dello Stato romano si fece sentire anche a Nesazio, che da municipio antico divenne insediamento fortificato tardoantico. Le sue lussuose terme vennero trasformate in case e stabilimenti produttivi, mentre gli edifici meridionali del pianoro centrale diventarono, nel V secolo, due edifici sacri paralleli. La basilica settentrionale e quella meridionale sono importanti ai fini della conoscenza dell’archeologia paleocristiana.
Nesazio sopravvisse alla caduta dell’Impero romano e all’avanzare del cristianesimo, ma non resistette alle invasioni barbariche d’inizio VII secolo.
Baldini ha accennato anche alla vicina presenza dei castellieri di Mutila e di Faveria, devastati dai Romani nel 177 a.C., la cui collocazione è tuttora sconosciuta, come pure ad altri insediamenti istrici, come per esempio Pizzughi di Parenzo.
Gli incontri proseguiranno il 27 marzo alle 18 con Denis Visintin, che presenterà “La punta dell’Istria”. Seguirà, il 7 aprile, l’escursione a Nesazio e nell’Istria meridionale.

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