Orsera. Gli ultimi scavi nel passato

Sta volgendo al termine il progetto «ArchaeoCulTour», incentrato sul paesaggio archeologico e sul turismo culturale del comune di Orsera. Entro l’estate saranno visibili anche i risultati. Avviato nel 2018 e portato avanti dalla «Juraj Dobrila», ha un valore di 3 milioni di kune

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Orsera. Gli ultimi scavi nel passato

È iniziata nei giorni scorsi la campagna di scavi archeologici primaverili in seno al progetto triennale “ArchaeoCulTour” (Paesaggio archeologico nello sviluppo sostenibile del turismo culturale del Comune di Orsera). Avviato nel 2018, il progetto sta ora volgendo al termine ed entro la prossima estate saranno visibili anche i risultati. L’iniziativa ha mirato all’esplorazione del patrimonio archeologico del Comune di Orsera e al suo sfruttamento ai fini turistici, ma anche alla sensibilizzazione della popolazione locale in merito all’importanza dello stesso patrimonio. Il progetto è finanziato dalla Fondazione croata della scienza (HRZZ), dal Comune di Orsera, dall’Ente turistico comunale, nonché dalla “Maistra” di Rovigno, mentre l’azienda comunale “Montraker” ha assicurato la manodopera. La realizzazione è dovuta al Centro per le indagini archeologiche interdisciplinari dell’ambiente (Centar za interdisciplinarna arheološka istraživanja krajolika), che opera in seno alla Facoltà di Filosofia dell’Università “Juraj Dobrila“ di Pola. Il bilancio progettuale assomma a 3.000.000 di kune. A sovrintendere il progetto è il professor Robert Matijašić.

 

L’indagine è incentrata sul patrimonio archeologico (scavo, ricognizione, sondaggio) e sui sondaggi coinvolgenti le parti interessate (cittadini, operatori turistici, turisti), relativi al patrimonio e ai loro bisogni in materia di turismo culturale, le loro conoscenze e aspettative. In base ai risultati ottenuti con gli scavi archeologici e con i sondaggi, si formuleranno dei modelli utili allo sviluppo del turismo culturale a Orsera e nel suo territorio, per il quale esistono condizioni significative.

Effettivamente, gli archeologi polesi stanno lavorando dal 2014 al sito di Monte Ricco presso Orsera, dov’è stata scavata parte d’una struttura romana con cisterne, edificata sopra un colle dove in precedenza c’era un castelliere preistorico. Dal 2018 le indagini si sono ampliate vicino a Orsera, a San Michele di Leme e ai resti della centuriazione romana, vale a dire alla divisione catastale della terra d’epoca romana.

Insieme esperti e studenti
Gran parte della superficie comunale è stata ispezionata fisicamente, con l’aiuto dei dati cartografici e l’analisi di immagini aeree ottenute dalla moderna tecnologia di telerilevamento (LiDAR), e sono stati registrati diversi altri possibili siti, alcuni dei quali potrebbero essere argomenti interessanti per la ricerca futura.

Inoltre, un segmento importante del progetto di ricerca è rappresentato dall’indagine sottomarina del mare di fronte a Orsera, dove negli ultimi tre anni, con l’aiuto del locale club subacqueo “Ugor”, è stata ispezionata gran parte della costa e sono stati rinvenuti numerosi nuovi siti, che potrebbero anche rappresentare un’interessante attrazione turistica.

In questi giorni, gli archeologi dell’Università di Pola sono tornati sul campo: stanno esplorando due siti nei pressi di Orsera, i resti di un’antica villa rustica e un tumulo su una fortezza preistorica. Gli esperti sono affiancati da studenti di archeologia che si alternano in gruppi settimanali o bisettimanali. Gli studenti, oltre che dall’Istria, provengono dalle aree settentrionali della Croazia, da Zagabria e dalla Slavonia, da Fiume, dalla Dalmazia, il che dimostra che l’apertura degli studi di archeologia presso l’Università “Juraj Dobrila” di Pola è stato un passo nella giusta direzione. Quest’anno i corsi sono seguiti da una trentina di studenti, gran parte dei quali impegnata a Orsera nell’ambito degli obbligatori insegnamenti pratici. Partecipano agli scavi anche alcune studentesse di Pisino e Montona iscritte all’Università di Zagabria.

“Le indagini volgono al termine e i risultati concreti saranno noti entro l’estate. L’iniziativa tende a combinare i dati archeologici, ma anche altri fattori del patrimonio culturale di Orsera, con le esigenze dell’industria turistica, al fine di prolungare la stagione e offrire agli ospiti un’alternativa al mare, al sole e alla gastronomia. Si proporrà e si inizierà a modificare quei siti che possono essere presentati come patrimonio bio-locale e agli escursionisti e ai ciclisti si offriranno le attrazioni della zona di Orsera“, ha detto il prof. Matijašić.

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