Il «re tartufo», ma che bontà

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Il «re tartufo», ma che bontà

ROVIGNO | Pur essendo un argomento spesso poco conosciuto per i bambini, il tartufo bianco è riuscito a catturare da subito l’attenzione degli alunni della Scuola elementare italiana “Bernardo Benussi”, grazie alla bravura e alla disponibilità della mamma di una delle alunne che è stata ospite di recente nell’aula della terza classe per presentare questa pregiata delizia.
Attraverso delle bellissime foto, la mamma di Lana, la signora Nataša ha trasmesso alla classe della figlia le sue tradizioni di famiglia: il nonno, infatti, è originario della pittoresca Montona, patria del tartufo. Gli alunni hanno imparato così che il tartufo bianco è il più pregiato e che quello istriano in particolare è il migliore al mondo e cresce nelle terre bianche, mentre nelle terre rosse, invece, cresce il tartufo nero.
In passato di tartufi ce n’erano moltissimi, venivano graditi in particolare dai maiali, abilissimi a scovarli. Oggigiorno il lavoro del tartufaio è sempre più difficile, anche per via delle innumerevoli tasse introdotte dallo Stato.
La cosa che ha stupito di più gli alunni è che il suo lavoro inizia già dalle tre del mattino e che al giorno riesce a compiere anche più di 20 chilometri per non parlare dei cani che invece ne compiono il doppio se non di più.
A proposito di cani, la mamma di Lana ha dato alla classe una vera lezione di vita che sicuramente non dimenticheranno: “I cani sono parte integrante della famiglia, devono essere amati per poter lavorare bene. Purtroppo non tutti i tartufai lo fanno, anzi, a volte le povere bestiole vengono soltanto sfruttate e tenute in pessime condizioni”.
La parte migliore della giornata è stata senza ombra di dubbio il momento dell’assaggio: paté e pane al tartufo e golosi dolcetti.

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