Claudia Giudici: «Un’educazione di qualità si può fare a qualsiasi latitudine»

Intervista alla presidente di Reggio Children che il 30 settembre allestirà una mostra a Pola

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Claudia Giudici: «Un’educazione di qualità si può fare a qualsiasi latitudine»

Il 30 settembre a Pola verrà allestita una mostra-atelier itinerante di Reggio Children con pannelli compositi e altri oggetti, tutti riferiti alle opere e alle attività dei bambini dei nidi e delle scuole dell’infanzia comunali di Reggio Emilia. Per saperne di più sulla Reggio Children e sui progetti che ha promosso da quando è stata fondata abbiamo intervistato la presidente della stessa, Claudia Giudici, la quale ha parlato anche dell’importanza dell’allestimento di una mostra-atelieri nella città dell’Arena.

 

Ci può descrivere che cos’è Reggio Chlidren e qual è la sua missione?

Reggio Children è un centro internazionale per la difesa e la promozione dei diritti e delle potenzialità dei bambini e delle bambine. Nasce per valorizzare e rafforzare l’esperienza delle scuole e dei nidi d’infanzia comunali di Reggio Emilia, conosciuta in Italia e nel mondo come Reggio Emilia Approach®. Tra le sue attività: formazione (in Italia, nel mondo), editoria, mostre, progetti di ricerca e di consulenza.

Mostre e atelier in tutto il mondo

Quali sono stati i progetti che avete promosso e che le stanno maggiormente a cuore?

Data la natura della mission e delle attività di Reggio Children, tanti sono i progetti che sono stati realizzati in più di 25 anni, dal 1994 a oggi. Difficile sceglierne solo alcuni… ma, per esempio, la ricerca realizzata a Reggio Emilia con Howard Gardner e l’Università di Harvard Project Zero sul tema della relazione dell’apprendimento individuo-gruppo, della valutazione dell’apprendimento e della relazione tra valutazione e documentazione pedagogica è stata certamente molto importante, e ha portato anche alla realizzazione di un volume (“Rendere visibile l’apprendimento. Bambini che apprendono individualmente e in gruppo”, Reggio Children Editore), ad oggi tradotto in 8 lingue e adottato come testo di studio in tantissime Università di tutto il mondo. Questa ricerca ha senz’altro segnato un passaggio importante per il riconoscimento dell’esperienza educativa reggiana.

Molto importante è stato anche aver avuto la possibilità di esporre mostre e realizzare atelier anche in Paesi e contesti apparentemente più lontani da un punto di vista culturale: in realtà, le nostre mostre e i nostri atelier, parlando di bambini, di infanzia e di educazione, di apprendere attraverso 100 linguaggi hanno sempre trovato nell’utilizzo di alcune strategie e di alcuni valori fondanti del Reggio Emilia Approach la chiave di volta per la comunicazione e la condivisione dell’esperienza educativa di Reggio. Anche nei Paesi del medio o dell’estremo oriente, del sud-est asiatico, così come in Nord e Sud America, e in Europa.

Una nuova immagine dell’infanzia

Reggio Children promuove molte mostre all’estero, come ad esempio quella che verrà inaugurata a Pola il prossimo 30 settembre. Come scegliete le località dove allestire la mostra?

Solitamente accogliamo le richieste che vengono da tutte le parti del mondo, da tutti i continenti.

Dai primissimi anni Ottanta a oggi le mostre che raccontano le esperienze dei nidi e delle scuole dell’infanzia comunali di Reggio Emilia sono state ospitate in oltre 30 Paesi in tutti i continenti e tradotte in diverse lingue. Pola aveva già ospitato, per esempio, la mostra itinerante “I cento linguaggi dei bambini” nel 2004. Le mostre si sono dimostrate fin da subito straordinari strumenti per la costruzione di nuove relazioni nazionali e internazionali: con scuole, Università, enti di ricerca, realtà istituzionali come Ambasciate e Consolati, come è successo in questo caso grazie alla collaborazione con il Consolato generale d’Italia a Fiume, e in particolare con il Console Davide Bradanini.

Le mostre sono per Reggio Children uno dei principali strumenti di formazione, ricerca e diffusione del Reggio Emilia Approach in tutto il mondo, perché sono fruibili da un pubblico anche non specializzato, invitano a riflettere sull’infanzia e sul ruolo dell’educazione e della scuola e promuovono una nuova immagine dell’infanzia.

L’effetto pandemia

Ci stiamo lasciando alle spalle, o almeno lo speriamo, la parte più dura della pandemia da coronavirus. Come ha funzionato Reggio Children in questo periodo e a quante attività avete dovuto rinunciare?

Come tutti, abbiamo dovuto rinunciare a tutte le attività in presenza: alle formazioni con insegnanti, educatori, professori e studenti – oltre 4.000 all’anno – che vengono a Reggio Emilia da tutto il mondo e dall’Italia; alle conferenze e agli incontri in tutto il mondo, in cui insegnanti, pedagogisti, atelieristi di Reggio Emilia vengono invitati a partecipare; alle mostre itineranti; a tutte le visite e alle attività organizzate dal Centro Internazionale Loris Malaguzzi, il luogo manifesto del Reggio Emilia Approach a Reggio Emilia; ad aprire le scuole e i nidi di Reggio Emilia ai gruppi di studio provenienti da tutto il mondo. La necessità ha accelerato un processo di digitalizzazione di molte nostre attività, che si sono spostate sul web e che nella nuova normalità, affiancheranno le attività in presenza, senza doverle sostituire come in questo difficile periodo. La pandemia ci ha costretto, positivamente, a progettare e realizzare nuovi modi di lavorare, stare in relazione e apprendere.

Una nuova rete di relazioni

Che cosa significa per Reggio Children allestire una mostra-atelier a Pola dove esiste tutta una rete prescolare e scolastica in lingua italiana. Oltre all’esposizione di cui sopra sono in progetto altre collaborazioni?

L’esperienza dell’esposizione a Pola per noi è molto importante perché ci ha dato la possibilità di creare una nuova rete di relazioni: con il Consolato generale d’Italia a Fiume, certamente, ma anche con il Museo archeologico istriano, che ospiterà la mostra-atelier, con le scuole dell’infanzia in lingua italiana e in lingua croata, con l’amministrazione cittadina di Pola e con tutte le altre realtà che hanno sostenuto il progetto. Un’intera comunità che accoglie e sostiene questo progetto, che è espressione di un’eccellenza italiana conosciuta in tutto il mondo come riferimento di una scuola di qualità per tutte le bambini e i bambini.

La scelta di aver tradotto i testi della mostra in croato e di aver quindi una versione bilingue italiano/croato va nella direzione di comunicare e condividere i contenuti dell’esperienza con tutta la comunità di Pola e dell’Istria in generale. Voglio ricordare che la mostra sarà affiancata da un atelier interattivo rivolto ai bambini delle scuole istriane, con una strategia interattiva, che sottolinea come teoria e prassi siano inscindibili e indispensabili per la qualità dell’esperienza educativa. E come l’apprendimento sia un’esperienza dove mani e pensiero si intrecciano.

Speriamo che queste relazioni possano svilupparsi ulteriormente con nuove attività di formazione, sia nella modalità in presenza presso il Centro Internazionale Loris Malaguzzi di Reggio Emilia – sia attraverso le nuove opportunità di e-learning (webinar, atelier online ecc.).

L’utopia è possibile

Quali sono le gratifiche migliori che avete ottenuto?

La gratifica migliore di tutte, che va oltre i grazie, i premi, gli apprezzamenti e i riconoscimenti ufficiali che pure si susseguono negli anni, è mostrare che l’utopia è possibile, che si può fare una educazione di qualità, a qualsiasi latitudine e in qualsiasi luogo. Un’educazione intesa come bene comune.

Quante sono le persone coinvolte nell’attività di Reggio Children?

Reggio Children è una società partecipata del Comune di Reggio Emilia, con una quarantina tra dipendenti e collaboratori. Con l’Istituzione nidi e scuole dell’infanzia del Comune di Reggio e la Fondazione Reggio Children Centro Loris Malaguzzi compone il cosiddetto Sistema Reggio Emilia Approach, composto da migliaia di persone tra insegnanti, educatori, pedagogiste, atelieriste e personale a vario titolo coinvolto in questo progetto che ogni giorno si rinnova nelle scuole e nei nidi comunali della Città di Reggio Emilia.

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