Antonio Borme: un maestro di vita

Alla vigilia dell’80º anniversario dalla sua prima nomina a preside del Ginnasio, la Comunità degli Italiani «Pino Budicin», in accordo con la SMSI, ha organizzato una conferenza con tavola rotonda per mettere in luce la figura e l’opera di una personalità di spicco della Comunità nazionale italiana

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Antonio Borme: un maestro di vita
Il prof. Antonio Borme. Foto: CI ROVIGNO

Giovedì sera, negli spazi del Centro multimediale, alla vigilia dell’80º anniversario dalla prima nomina del prof. Antonio Borme (Trieste, 20 gennaio 1921 – Rovigno, 6 agosto 1992) a preside del Ginnasio di Rovigno, la locale Comunità degli Italiani “Pino Budicin”, in accordo con la Scuola media superiore italiana di Rovigno, ha organizzato una conferenza con tavola rotonda per mettere in luce la figura e l’opera di una grande personalità, che durante la sua vita si è battuta con tenacia e coraggio per i valori, gli ideali, i diritti e l’autonomia della CNI sul suo territorio d’insediamento storico, tracciando il percorso seguito dalle generazioni che lo hanno succeduto nel corso degli anni.

La conferenza si è svolta alla presenza dei familiari del prof. Borme, ossia i figli Giuseppe e Miriam con i rispettivi coniugi e di numerose autorità della CNI, tra le quali la vicepresidente in quota CNI della Regione istriana Jessica Acquavita, il presidente del Consiglio della minoranza italiana autoctona della Regione istriana Ennio Forlani, il presidente del Consiglio della minoranza nazionale italiana della Regione litoraneo-montana Mauro Graziani, i vicesindaci in quota CNI di Pola, Buie e Rovigno, rispettivamente Bruno Cergnul, Corrado Dussich e David Modrušan, il presidente dell’UI Maurizio Tremul, il presidente della Giunta esecutiva dell’UI Marin Corva, il segretario generale dell’UPT Fabrizio Somma, la preside della SMSI di Rovigno Ines Venier, la direttrice della SEI “Bernardo Benussi” Tiziana Zovich e il direttore del Centro di ricerche storiche Raul Marsetič.
I relatori della conferenza, il presidente onorario dell’UI, prof. Giovanni Radossi, Ezio Giuricin e la presidente del Comitato esecutivo del sodalizio rovingese Gianfranca Blandini Šuran, hanno presentato la vita e l’opera di Antonio Borme, primo presidente della massima organizzazione rappresentativa della CNI, il quale aveva creduto fermamente e in buona fede che i diritti degli italiani sarebbero stati riconosciuti nel nuovo Stato. Per questo motivo non esitò a prendere delle iniziative che, se valutate nel loro contesto temporale (anni Sessanta e primi anni Settanta), non possono non essere definite molto coraggiose, che gli costarono la defenestrazione del 1974. Antonio Borme, rientrato a Rovigno nel 1988, con la sua onesta condotta, rettitudine morale e rispetto per chiunque, ha trasmesso ed educato a fare nostri i valori che dovrebbero costituire le fondamenta per ogni essere umano.
La serata è stata suddivisa in due momenti; il primo si è distinto per la conferenza durante la quale i tre relatori hanno esposto rispettivamente una biografia con alcuni episodi aneddotici che inquadrano l’uomo Borme e la sua rilevanza per il mondo dell CNI, raccontata dettagliatamente dal prof. Radossi. É seguita un’inquadratura critica dell’operato del prof. Borme a promozione della CNI sul territorio d’insediamento storico a cura di Ezio Giuricin, dopodiché Gianfranca Blandini Šuran ha presentato l’operato nell’ambito delle attività pedagogiche e strettamente legate al mondo scuola, svolto dall’autorevole preside rispettato da tutti.
Il secondo momento della serata è stato concepito come una tavola rotonda che ha visto prendere la parola le autorità e alcuni ospiti, tra cui ex studenti, docenti e colleghi del prof. Borme. I loro discorsi e i pensieri espressi e condivisi dinanzi al folto pubblico, sono stati uniti da un unico filo conduttore, ossia la proposta d’intitolare, in un futuro prossimo, la SMSI di Rovigno al prof. Antonio Borme, a dimostrazione del fatto che la figura del “preside” che si è distinto per la sua onestà, rettitudine e chiarezza ha lasciato una traccia profonda nel complesso tessuto della CNI nel territorio d’insediamento storico.

Ezio Giuricin, Gianfranca Blandini Šuran e il prof. Giovanni Radossi (al microfono).
Foto: ROBERTA UGRIN
Tra il folto pubblico numerose autorità della CNI.
Foto: ROBERTA UGRIN

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