Un secolo e mezzo su rotaia

Tra ieri e oggi, nell’Aula consiliare interessante convegno interdisciplinare sulla linea ferroviaria tra Fiume e Karlovac, costruita in soli 3 anni

0
Un secolo e mezzo su rotaia
L’esemplare di antica locomotiva di fronte alla Stazione ferroviaria. Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

Ci vollero le braccia di 23mila operai per portare a termine un’opera, per quell’epoca, faraonica. In soli tre anni venne costruita la linea ferroviaria tra Karlovac e Fiume, 90 chilometri in linea d’aria e quasi il doppio di binari e traversine. Il 23 ottobre del 1873, senza grandi feste, discorsi e glamour, arrivò a Fiume il primo treno proveniente da Karlovac. Ieri e oggi nell’Aula consiliare di Palazzo municipale si svolge il convegno interdisciplinare sul tema dei 150 anni della linea ferroviaria, con riferimento alle celebrazioni concomitanti legate alla Postumia-Pivka in direzione di Mattuglie. Tra mostre e la presentazione della monografia interamente dedicata all’evento, il convegno rappresenta il clou delle celebrazioni, un incontro con 32 relatori che coprono tutti gli aspetti, cause e conseguenze, della costruzione di un’opera importante nell’infrastruttura sia del capoluogo quarnerino e regione, che dell’Impero austro-ungarico. La ferrovia, purtroppo, è più o meno la stessa. Chi decide di viaggiare in treno tra Fiume e Zagabria può essere spinto soltanto da motivazioni emotive, dalla nostalgia, visto che da un punto di vista pratico già da tempo non è il modo migliore per coprire la distanza tra le due città.

Il professor Saša Zelenika, presidente del comitato organizzatore del convegno, è intervenuto con un breve discorso introduttivo, lasciando spazio prima alle autorità e quindi agli esperti, le cui relazioni verranno raccolte in una pubblicazione che conterrà documenti, ma anche testimonianze di vita vissuta, di un periodo in cui Fiume ha segnato una svolta, sicuramente una delle più importanti di tutta la sua storia.
All’organizzazione del convegno hanno contribuito la Città di Fiume e l’Università, con le Facoltà di Edilizia e quella di Filosofia, assieme al Cento per il patrimonio industriale e all’Istituto per le ricerche storiche e sociali in seno all’Accademia croata delle scienze e delle arti (HAZU), attraverso la sua sezione di Pola. Sono stati coinvolti nella realizzazione il settore per il traffico passeggeri e quello per le infrastrutture delle Ferrovie croate (HŽ) con il sostegno di numerosi enti e organizzazioni.

Autorità cittadine e relatori nell’Aula consiliare di Palazzo municipale.
Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

In attesa della ferrovia di pianura
“Fiume è nel cuore dell’Europa centrale, da cui si possono raggiungere in poche ore tutte le principali città dell’entroterra. Le sue fortune sono legate allo sviluppo industriale e soprattutto alla costruzione della ferrovia di cui parliamo oggi. A metà del 1869 venne firmato il contratto per la costruzione e dopo due anni serviti per tracciare il percorso venne dato il via ai lavori”, ha raccontato Zelenika precisando che con le tecnologie disponibili allora non fu possibile realizzare un percorso più breve. Si dovette ricorrere a una sorta di slalom, seguendo le valli dei corsi d’acqua, ma allo stesso tempo ci fu il vantaggio di poter collegare molti piccoli centri in cui ci si occupava del legname. “Ci furono molti problemi e inconvenienti, a partire dalla necessità di realizzare dei terrapieni, elementi che hanno fatto lievitare i costi rispetto a quelli pianificati. Sono nati dei nuovi insediamenti, due ospedali, mentre il materiale, i binari, arrivarono dal Belgio. Già allora venne pianificato anche il secondo binario – ha concluso Zelenika –, che non c’è ancora. Tutti noi aspettiamo la ferrovia di pianura tra Fiume e Zagabria”. È un progetto strategico della Croazia e dell’Unione europea a cui ha accennato anche Sanja Holjevac del Centro per le ricerche storiche e sociali: “Attendiamo la realizzazione di un’altra grande opera e nell’attesa ci impegneremo sempre nei programmi di valorizzazione della nostra storia come base per le ricerche nei tempi in cui viviamo con le prospettive per il futuro. Lo scopo di questo incontro è anche quello di porsi delle domande e darsi delle risposte sugli aspetti economici, storici, linguistici e culturali che hanno avuto un ruolo importante nella vita della città. Inoltre, cerchiamo di collegare tra loro esperti di profili differenti”. Maja Polić è stata una delle coordinatrici del progetto per i 150 anni della ferrovia che si è rivolta ai partecipanti come rappresentante dell’HAZU, seguita dalla rettrice dell’Università di Fiume, Snježana Prijić Samaržija, che ha salutato i partecipanti ammettendo di non avere una preparazione tecnica per partecipare alle discussioni: “Comunque, seguo con interesse i temi che vengono trattati, in particolare quelli che riguardano la gente, l’arrivo del turismo e lo sviluppo del sistema di approvvigionamento idrico, il tutto in vari contesti storici e politici”.

Al convegno si è parlato anche della necessità di costruire la ferrovia pianeggiante, di cui si parla da anni.
Foto: Zeljko jerneic

Filipović: «Una sorta di miracolo»
Il sindaco Marko FIlipović ha auspicato un ammodernamento delle ferrovie in tempi ragionevolmente brevi come presupposto per un ulteriore sviluppo della città: “Per costruire quella esistente ci sono voluti tre anni, una sorta di miracolo e, forse, abbiamo qualcosa da imparare in questo senso. Vorrei elencarvi qualche dato che ritengo particolarmente interessante. Nel 1872 il porto di Fiume aveva manipolato 167.000 tonnellate di merci quando Trieste arrivava a 822.000. Nel 1894 la movimentazione a Fiume raggiungeva 1,050 milioni di tonnellate, poco meno di Trieste che arrivava a 1,118. Fu indubbiamente merito della ferrovia. Ci auguriamo tutti che arrivi la ferrovia di pianura a doppio binario, ma anche un secondo binario in città da integrare nel sistema dei trasporti pubblici. Il progetto è in ritardo, così come l’Europa non riesce a tenere il passo, per esempio, dell’Estremo Oriente e di altri Paesi quando parliamo di ferrovie. Ritengo che i fondi dell’Ue debbano puntare maggiormente sulla ferrovia, anche nel contesto della sostenibilità ecologica. Anche il nostro governo deve ragionarci. Sarebbe normale poter raggiungere Monaco di Baviera, Budapest o Belgrado in 2-3 ore”.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display