Un invito a superare insieme i pregiudizi

Il messaggio pasquale di monsignor Mate Uzinić rivolto ai fedeli è tratto dal Vangelo secondo Matteo e invita a superare i pregiudizi verso il nostro mondo sempre più secolarizzato

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Un invito a superare insieme i pregiudizi
Mons. Mate Uzinić. Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

Sta per terminare la Settimana Santa, durante la quale la chiesa cattolica ricorda e celebra la Passione, la Morte e la Resurrezione di Cristo. Tradizionalmente l’arcivescovo di Fiume rivolge ai fedeli un messaggio di pace, amore, fraternità e speranza. Così pure l’arcivescovo mons. Mate Uzinić, nel suo primo intervento dopo l’insediamento a metropolita dell’Arcidiocesi cittadina, ha tratto il pensiero dal Vangelo secondo Matteo (26,31-32) “Allora Gesù disse loro: ‘Voi tutti vi scandalizzerete per causa mia in questa notte. Sta scritto infatti: Percuoterò il pastore e saranno disperse le pecore del gregge, ma dopo la mia risurrezione, vi precederò in Galilea’”.

Quotidianità umana
“La Galilea, detta anche Galilea pagana, cioè ‘Galilea dei popoli’, era la provincia di confine settentrionale della Palestina, crocevia di importanti rotte commerciali e quindi luogo d’incontro di popoli, culture e religioni diverse – sta scritto nel messaggio –. Ecco perché in senso religioso non era troppo ortodossa, come la Giudea, il cui centro era Gerusalemme. Fu in Galilea che Gesù visse la maggior parte della sua vita terrena. Lì, nella clausura di Nazaret, visse per circa trent’anni la nostra quotidianità umana. Proprio in Galilea iniziò la sua opera, scrive Matteo, secondo la profezia del profeta Isaia, e in questa terra scelse e invitò i suoi discepoli a seguirlo”.

L’invito di papa Francesco
Nel rivolgersi ai fedeli, mons. Mate Uzinić, invita a percorrere il cammino sinodale, “al quale ci ha invitato papa Francesco, e vale la pena ricordare la chiamata dell’Angelo ad andare in Galilea per vedere il Risorto come la processione sinodale ci invita a cercare il Risorto in Galilea, cioè nelle periferie della nostra Chiesa. Non dovremmo cercare il Risorto tra persone di fede e i seguaci, ma tra i pagani e gli oppositori. Non dovremmo cercarlo nella Città Santa di Gerusalemme, ma tra coloro che siedono nelle tenebre e dimorano nell’oscurità della morte. Il teologo ceco Tomaš Halik ritiene che sia proprio dall’altra parte dei confini visibili della Chiesa odierna di Galilea che dobbiamo andare per portarvi Cristo, ma anche per trovare lì noi stessi e la luce che conduce alla vita”. Le seguenti domande che l’alto prelato pone è “Siamo pronti a percorrere la via della Galilea? Precisamente, siamo pronti, dopo la mattina di Pasqua, a lasciare il sentiero battuto dagli umili e percorrere la via di un pellegrinaggio verso nuovi sentieri? Superare i pregiudizi verso il nostro mondo sempre più secolarizzato e sostituire l’atteggiamento negativo con un’apertura e un ascolto positivi? Siamo pronti ad ammettere che non è colpa del mondo se viviamo nel buio estremo della morte e abbiamo solo parole di condanna per il mondo, invece di offrirgli una parola di conforto e la lieta novella del Vangelo e iniziare il viaggio, lasciando l’agiatezza dei propri ambienti, la sicurezza delle nostre ‘città sante’ perché – Cristo ci chiama in Galilea!”.

Risposte
Le risposte vengono date nelle seguenti parole. “Non abbiamo paura! Nella Galilea ci aspetta il Risorto. Lo troveremo ad aspettarci, lì dove iniziò la sua attività. In quell’area trovò dei pescatori, li fece discepoli e li chiamò amici. Adesso desidera continuare la sua opera anche nell’odierna Galilea. Per questo ci chiama lì. Desidera che diventiamo suoi discepoli e pescatori di uomini e seguire Gesù lungo le vie della Galilea, passo dopo passo, di avvenimento in avvenimento, e così fino a diventare capaci di accettare le croci e le sofferenze dei nostri fratelli e sorelle, specialmente quelli che si trovano ai bordi della Chiesa e del mondo, per trovare e riconoscere il Risorto e le sue ferite e per annunciare la gioia della Pasqua a chi siede nelle tenebre del mondo.
Con la speranza che nell’attuale Galilea riconosciamo e incontriamo il Risorto, ci associamo a Lui e lo annunciamo a tutti, vi auguro di cuore una gioiosa e benedetta Pasqua”.

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