Sovranità o nazionalismo. Qual è l’Europa del futuro?

Esperti, intellettuali e specialisti a confronto nell’Aula consiliare del Municipio

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Sovranità o nazionalismo. Qual è l’Europa del futuro?
Un momento della conferenza. Foto: RONI BRMALJ

“Viviamo in un mondo che sembra destinato a implodere. Le linee guida globalistiche sono i regolatori delle crisi economiche, i focolai di guerra rappresentano gli incubatori ideali per la creazione di nuovi blocchi geopolitici e l’intensificazione della crisi migratoria – la crisi economica post-pandemica ha approfondito ancora di più il solco che divide i ricchi dai poveri. Le analisi del fenomeno della sovranità e le differenze tra questo e il concetto di nazionalismo saranno affrontate nei dibattiti dei filosofi e politologi, nonché si valuterà quale dei due contribuisce maggiormente alla promozione delle società pacifiche e inclusive in merito allo sviluppo sostenibile, alla garanzia dell’accesso alla giustizia per tutti e alla costruzione di istituzioni efficienti, responsabili e aperte a tutti i livelli”, sono le parole con le quali, a seguito dei saluti istituzionali ai convenuti, la segretaria dell’Associazione Stato Libero di Fiume e membro del Consiglio amministrativo della Fondazione Coppieters di Bruxelles, Laura Marchig, ha aperto i lavori relativi al convegno internazionale dedicato al tema “Nazionalismo o sovranità”, tenutosi nell’Aula consiliare di Palazzo municipale. L’appuntamento è stato organizzato dalle succitate istituzioni, nonché sostenuto finanziariamente dal Parlamento europeo e dalla Città di Fiume. Nell’accogliere i relatori e i partecipanti, la coordinatrice è stata affiancata dalla prof.ssa Eszter Tamaskó, da Ervin Dubrović e da Danko Švorinić, il quale ha rilevato che è la quinta volta che la conferenza è stata promossa in collaborazione con la Fondazione Coppieters, specificando che anche in questo caso vi hanno aderito illustri esperti, intellettuali e specialisti, politologi, filosofi, culturologi e storici di vari Paesi europei ed extraeuropei, conferendole una dimensione intercontinentale.

Relatori illustri
Nell’intervento intitolato “La sovranità dello stato-nazione come ostacolo all’ulteriore integrazione europea”, l’ex ambasciatore della Repubblica di Croazia a Roma, Damir Grubiša, intervenuto da remoto, ha rilevato che l’unificazione dovrebbe essere affrontata dal basso verso l’alto, non al contrario, partendo dai cittadini, che sono i detentori di una sovranità inalienabile, specificando anche che “l’unico modo per risolvere le numerose crisi che scuotono l’Unione europea è costruire un’Europa federale attraverso gli strumenti della democrazia diretta e deliberativa, locale e regionale”. A seguire il professor Antonello Nasone, docente presso il Dipartimento di Storia, Scienze umane e filosofiche (Dissuf) dell’Università degli Studi di Sassari e presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Sassari (Issr) nell’ambito della Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna, ha parlato di “Sovranità e nazionalismo oltre lo stato moderno”, sostenendo che i termini “sovranità” e “nazionalismo”, come la loro possibile unione, hanno origine nella nascita e nello sviluppo dello Stato moderno, successivamente declinatosi.

Identificazione
A sua detta, un punto di partenza potrebbe essere l’identificazione, nei succitati concetti, i quali vanno oltre la sua fine, di una via d’uscita dal loro legame con lo stesso, al fine di rielabolarli attorno a una nuova visione politica. Il giornalista Ezio Giuricin ha proposto un interessante approfondimento relativo alle città libere fra autonomia e autodeterminazione, soffermandosi sugli Stati Liberi di Fiume e della polacca Danzica quali esempi di come vi siano altri mondi, altre possibilità, altre soluzioni per coniugare l’identità con lo Stato, l’appartenenza ad una polis con quella a un popolo e a una comunità di destino.
Lo storico ed economista ungherese Gàbor Zsigmond ha invece rimuginato sulla tematica “Nazionalismi e autonomia: dimostrazioni e attentati contro il tram di Fiume”, raccontando gli avvenimenti avvenuti in città durante il governo Bànffy a Budapest, a seguito del contrasto sempre più netto tra il potere centrale e le aspirazioni autonomiste locali, il quale portò a una seria tensione tra i movimenti nazionalisti e la sovranità, che andò a toccare anche le scritte bilingui ungheresi- italiane sui tram.
Molto vivo anche l’intervento di Orhan Kiliç dell’Istituto curdo di Bruxelles, rifugiato politico dalla Turchia, il quale, affrontando il tema del “Concetto politico del confederalismo democratico riassunto”, ha portato la sua testimonianza diretta in qualità di attivista e rappresentante di un popolo come quello curdo, manchevole di un Paese. Non meno significative le relazioni degli storici fiumani Marko Medved e Ivan Jeličić. Proponendo la relazione “I cristiani di fronte al nazionalismo (e alla sovranità) ieri e oggi”, il primo ha illustrato una panoramica storica del rapporto tra i cristiani, nello specifico dei cattolici, con i movimenti nazionali del XIX secolo, mentre Jeličić ha riflettuto sull’uso dell’Autonomia a Fiume/Rijeka durante il XX secolo da parte di vari attori, principalmente politici, analizzando momenti di radicali cambiamenti di sovranità e crisi politiche ed economiche.

Operazioni ibride
A seguire, l’avvocato Čedomir Stojković, presidente dell’Alleanza della Libera Serbia, ha presentato, riportando l’esempio delle operazioni ibride della Federazione Russa nei confronti dei Balcani, un’accurata analisi sul nazionalismo quale arma geopolitica e l’idea della necessità di creare una nuova identità incentrata sui valori comuni, piuttosto che sui concetti di “Nazione” e “Stato”. L’avvocato Marco Manfrini, vicepresidente dell’associazione Noiland Südtirol-Sudtirolo ha messo a fuoco il principio democratico quale strumento di sovranità, presentando anche l’esempio dello scritto “Può il Sudtirolo diventare uno stato?” di recente pubblicazione, in cui si analizzano le prospettive di uno stato indipendente dal Sudtirolo, non basato su aspirazioni nazionali e patriottiche, bensì sulla necessità di poter ricorrere a una decisione democratica. Infine, la ricercatrice Ljubinka Toševa Karpowicy e il professore emerito canadese Daniel Turp (Facoltà di giurisprudenza dell’Università di Montréal), in videocollegamento, hanno incentrato i loro interventi rispettivamente sulla necessità di ridefinizione della sovranità e sulla “Sovranità, nazionalismo e diritto all’autodeterminazione”.

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