Fiume sempre di più in mano a privati. Nel caso specifico, del Gruppo tedesco Lürssen che, dopo Abbazia, sta investendo ingenti capitali anche nel capoluogo quarnerino in virtù di progetti di grande portata, il cui intento è far fiorire la già avviata industria dell’ospitalità in città e il settore nautico al servizio, però, di un pubblico d’élite. Mettendola così, suona senz’altro bene: generalmente capitale fresco è sinonimo di progresso e progresso, a sua volta, dovrebbe essere sinonimo di beneficio, per chi investe e per chi fruisce degli investimenti fatti, in questo caso concreto, i cittadini. Se il tutto, però, è avvolto nel mistero e c’è poca trasparenza su quanto sta avvenendo in città, è impossibile non dubitare della bontà d’intenzione. Soprattutto se casi precedenti (leggi: quelli che riguardano Abbazia) non fanno sperare bene, in quanto sembrano essere (per il momento) fermi a metà. Qualche anno fa, infatti, il medesimo Gruppo, per voce di Peter Lürssen, titolare dell’azienda di Brema, dopo avere acquistato il collosso Liburnia Riviera Hoteli, aveva annunciato in pompa magna – a farne le veci è stato in seguito il dirigente aziendale Johannes Bock – una serie di investimenti da effettuare nell’Abbaziano, in termini di ristrutturazione di vecchi alberghi e ville e conseguente rinvigorimento del turismo in quella che è definita la culla del settore per quanto concerne questa parte d’Europa. Da allora, poco o nulla sembra essere fatto e viene spontaneo chiedersi quali siano i motivi di questo stallo. Ma soprattutto, è lecito chiedersi se lo stesso destino toccherà anche a Fiume, trattandosi del medesimo investitore. Le considerazioni fatte fin qui non sono di chi scrive, bensì rappresentano un sunto di quanto è stato esposto ieri, in sede di conferenza stampa, dagli esponenti della piattaforma Možemo!, rispettivamente Nebojša Zelič, Renato Stanković, Iva Davorija e Morena Lekan. Nei loro rispettivi interventi, i quattro hanno espresso preoccupazione per il modo, per non dire nonchalance, con cui la Città, guidata dal sindaco Marko Filipović, sta – a loro dire – “svendendo” preziosi immobili cittadini a un’azienda straniera che, in soli due anni, è stata capace di dare vita a oltre 70 imprese commerciali, alle quali rischiava di accodarsi negli ultimi tempi anche la storica (e ormai malconcia) Brodokomerc. L’affare è, però, rientrato in extremis per ragioni ancora poco chiare. Motivo di cruccio per Možemo! è anche l’“inesistente trasparenza” – nonostante le reiterate richieste di chiarimenti – da parte di colui che guida la città e che continua ad assicurare, senza però entrare nei dettagli, che gli accordi presi (a porte chiuse) con l’investitore estero non potranno che portare benefici per Fiume e i suoi cittadini. “Sarà, ma i dubbi rimangono”, è stato detto.
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