Sindacato «Autotrolej»: sarà fumata bianca?

Proseguono le trattative dalle quali non trapela nulla. All’indomani della protesta in Corso accelerazione dei negoziati

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Sindacato «Autotrolej»: sarà fumata bianca?
Sempre più scarso il numero delle corse. Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

Bocche cucite, per ora, ma all’orizzonte ci sarebbe un accordo. Le trattative legate alla firma del contratto collettivo sono in corso da mesi, senza raggiungere il traguardo, ma il crescente malcontento e la mancanza cronica di personale, in primo luogo conducenti, avrebbero fatto accelerare i negoziati. Siamo all’“Autotrolej”, azienda di trasporti pubblici nella quale la quota più grande appartiene alla Città di Fiume su cui ricade, proporzionalmente, anche la responsabilità.

Lunedì abbiamo assistito a una massiccia manifestazione di protesta, la prima messa in atto dai lavoratori dell’azienda fiumana e organizzata da uno dei quattro sindacati che vi operano e che ritiene di avere i numeri per ottenere il riconoscimento della rappresentatività nei confronti del datore di lavoro. Oltre al gran chiasso, tra slogan e fischietti, l’iniziativa ha prodotto qualche effetto? “Sembra di sì – ci ha risposto Marina Palčić, presidente del Sindacato autonomo dei lavoratori della Croazia (NSRH) che ha fatto scendere i lavoratori in Corso –, visto che già nelle 24 ore successive alla protesta sarebbe stato trovato un accordo tra il sindacato rappresentativo che conduce le trattative e la dirigenza aziendale. Ne siamo venuti a conoscenza da fonti non ufficiali per cui non posso commentare nulla”. Stiamo parlando di due organizzazioni sindacali antagoniste. Infatti, il Sindacato dei conducenti e degli operatori nei trasporti, rappresentato nell’“Autotrolej” da Mateo Mavrić, ha negato il sostegno al NSRH per quanto riguarda la protesta in Corso, lasciando libera scelta, comunque, ai propri membri se partecipare o meno. “Se dovessero riuscire a firmare il contratto collettivo e a far aumentare sensibilmente le paghe dei dipendenti, non potremo che esserne compiaciuti. Non importa quale sia il sindacato a firmare il contratto collettivo se ciò porta dei vantaggi per tutti. Noi, in ogni caso, rimaniamo fermi sulle nostre posizioni per portare le retribuzioni a livelli più dignitosi, tali da arrestare l’emorragia di lavoratori, soprattutto conducenti, che sta mettendo in discussione la qualità e la sicurezza del servizio pubblico. Chiediamo che le paghe aumentino di 300-500 euro, per tutti i dipendenti. Soltanto in questo modo si potrà sperare di trattenere i lavoratori ed evitare l’assunzione di manodopera a buon mercato proveniente dall’estero. Il nostro sindacato ha avviato le procedure per vedersi riconosciuta la rappresentatività, ma l’iter richiede dei tempi non brevissimi”. Al comizio in Corso, tra i vari slogan, si è sentito scandire anche “sciopero, sciopero…”, un’ipotesi, per ora, non attuabile. “È vero, non ci sono le condizioni per metterlo in atto. Il sindacato rappresentativo potrebbe farlo, avviando il processo di pacificazione prima e l’avvio delle procedure per lo sciopero poi. Anche se sollecitato ad agire in questa direzione, non l’ha fatto”, ha concluso Marina Palčić.
Per quanto riguarda le trattative o contrattazioni che si svolgono a livello istituzionale, sappiamo poco. La scorsa settimana la direzione aziendale, su indicazione dei proprietari, cioè la Città di Fiume e gli enti locali del circondario che vi detengono una quota, aveva offerto un aumento del 10 per cento da subito lasciando spazio a correzioni successive.
La proposta era stata respinta in modo netto. Per quanto siamo riusciti a capire, il 20 per cento potrebbe soddisfare i sindacati, ma si ha l’impressione che le disponibilità dei proprietari, al momento, non siano in grado di arrivare a tanto. La situazione, nel frattempo, si fa insostenibile. Tutti i giorni vengono cancellate delle corse per il semplice motivo che non c’è un numero sufficiente di autisti. Si tratta di una professione per la quale la legge parla chiaro, vietando tassativamente le ore di lavoro extra rispetto a quelle consentite nell’arco della giornata. Si ricorre anche ai pensionati, una componente indispensabile di questi tempi.

La protesta ha attirato parecchi cittadini.
Foto: ŽELJKO JERNEIĆ
Fermate affollate in attesa dei bus.
Foto: GORAN ŽIKOVIĆ

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