Rijeka Plus. Traduzioni che allibiscono

I volantini in lingua italiana della Rijeka Plus non considerano il toponimo italiano

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Rijeka Plus. Traduzioni che allibiscono
Melita Sciucca. Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

Il gesto è apprezzabile, il risultato finale tutt’altro. Il riferimento è relativo alla recente pubblicazione di volantini promozionali in lingua tedesca e italiana della municipalizzata Rijeka Plus riguardo ai parcheggi a Fiume, dopo quelli dell’anno scorso in lingua inglese, che avevano riscontrato grande interesse tra gli ospiti stranieri del capoluogo quarnerino. Negli stessi si possono trovare tutte le informazioni riguardanti i parcheggi in città, gli orari di lavoro e i prezzi. I volantini sono reperibili nei punti vendita della Rijeka Plus, in piazza Jelačić 3, nel Centro turistico informativo in Corso (TIC), presso la reception dell’hotel integrato Molo longo, negli uffici del Kvarner info (Porte del Quarnero-Vrata Jadrana) e nel garage al coperto Zagrad B. Obiettivo degli stessi è elevare la qualità dell’offerta per i visitatori che arrivano a Fiume in automobile. E fin qui ci sta.
Un’iniziativa valida e preziosa per chi è alla ricerca di un posto dove parcheggiare. Se non fosse che l’italiano che leggiamo sul volantino dedicato agli ospiti del Bel Paese lascia parecchio a desiderare, innanzitutto per la sua copertina su cui si legge: “Dove parcheggiare a Rijeka?”. Con l’amaro in bocca, ci si chiede dove sia finito il toponimo Fiume, che in queste aree non dovrebbe ormai sorprendere nessuno. In fondo anche la Città sul suo sito web usa sempre la versione italiana in tutte le sue comunicazioni e pure la traduzione dei comunicati in lingua italiana risulta essere molto buona. Per quale motivo, allora, la municipalizzata ha deciso di non usare il toponimo italiano? E poi che dire della frase “posti auto a rampa”? Chi guida probabilmente capirà a che cosa si riferisce il volantino, ma…
Per l’ennesima volta, siamo testimoni nostro malgrado di traduzioni che sembrano esser state fatte da Google translate, senza aver preso in considerazione il fatto che a Fiume ci sono persone che l’italiano lo parlano eccome, vista la presenza di una minoranza italiana autoctona, che esistono asili, scuole elementari, una media superiore, un Dipartimento di italianistica, una Comunità degli Italiani, una Casa editrice in lingua italiana, alle quali si sarebbe potuto chiedere un aiuto con la traduzione in sé. Sarà forse che chi di dovere in seno alla municipalizzata non è a conoscenza di tutto ciò, il che lascia comunque molto perplessi. Peccato, perché ancora una volta siamo testimoni di una prova d’ignoranza in una città in cui l’italiano è di casa.
In attesa di una risposta dalla Città e dalla Rijeka Plus, ieri abbiamo interpellato al riguardo la presidente della Comunità degli Italiani di Palazzo Modello, Melita Sciucca, la quale si è detta molto dispiaciuta di quest’ennesimo smacco. “La storia si ripete – ci ha detto –. Non vedo il motivo per cui quando si scrive in lingua italiana e si parla della nostra città non si possa usare il tiponimo autoctono in lingua italiana. Ne abbiamo parlato tante volte, abbiamo spiegato che anche dal punto di vista linguistico è un’assurdita perché in croato non si dice ‘Idem u Romu’ o ‘Idem u Trieste’, bensì si usano i toponimi della lingua croata, com’è normale che se si parla in tedesco si usino i toponimi tedeschi e lo stesso vale per l’inglese. Non capisco se si tratti di paura di qualcosa, d’ignoranza, oppure di superficialità. Sono infuriata perché succede la stessa cosa nei depliant italiani dove tranquillamente s’invitano gli italiani a fare le proprie vacanze a Krk, a Cres e a Rijeka. Si disconosce la storia di questa città. Si parla tanto di multilinguismo e non si riesce a superare questo scoglio. Per me, dal punto di vista storico, culturale e linguistico, la mia città in italiano si chiama Fiume e in croato Rijeka”.

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