Wohinz: un palazzo tipicamente fiumano

0
Wohinz: un palazzo tipicamente fiumano
La palazzina in Corso. Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

Passeggiando lungo il Corso, adagiata morbidamente sulla Torre civica, non può passare inosservata, vuoi per i suoi due balconi, vuoi per la sua forma e i colori, una palazzina “tipicamente fiumana”, conosciuta come Casa Wohinz. L’edificio venne costruito (o meglio ricostruito) nel 1783 e accostato a una serie di altre case e casette, ubicate nel luogo in cui sorgevano le antiche mura cittadine, demolite poco tempo prima al fine di realizzare un nuovo tratto rappresentativo del capoluogo quarnerino – il Corso. La sua edificazione combaciò con la risistemazione della Torre civica, sul cui lato orientale la stessa si appoggiò rispettando la medesima linea normativa. A detta di Giovanni Kobler (tratto dallo scritto “Memorie per la storia della liburnica città di Fiume”) la sua prima “versione” venne innalzata nel 1694 da un certo Rocco Vitnich e la facciata principale, a quel tempo, era rivolta verso nord, verso la città, nonché separata dai bastioni da uno spazio molto angusto. Era una casa piccola e stretta, dalla quale probabilmente venne tratto il portale con arco a tutto sesto fregiato in alto da un mascherone, tipico del periodo e caratterizzato da intagli rustici in pietra. Successivamente, nel 1780, la palazzina venne venduta al noto commerciante fiumano Michael Wohinz il quale, nel 1783, affidandosi all’architetto fiumano Antonio Gnamb (impegnato nella pianificazione urbanistica della “nuova” Fiume), la fece ampliare e, in gran parte, ricostruire.

Adattamenti
Ne venne fuori una bella palazzina a due piani, con soppalco sopra il pianoterra, la cui forma e organizzazione spaziale avrebbero determinato in gran parte l’architettura residenziale di Fiume dei prossimi decenni. In merito alla sua planimetria tripartita, il sito universitario donart.uniri.hr riporta che è sostanzialmente composta da 3×2 stanze su ogni piano. Nell’asse centrale del pianoterra è sistemato un corridoio, al termine del quale è collegata una scalinata, mentre ai lati si trovano spazi a uso commerciale con ingressi separati dall’esterno. La scala costituisce l’ossatura di tutti i piani superiori in quanto, dai suoi pianerottoli, si ha accesso ai vani, i quali sono altresì attraversabili camminando in cerchio. Sopra il mezzanino, dove si svolgeva l’attività commerciale, è sito il piano nobile, ovvero il primo piano, destinato all’abitazione, caratterizzato da uno spazio centrale più ampio degli altri, il salone, dal quale si usciva su un balconcino in pietra, che donava alla fronte l’idea di un’ondulata dinamicità. Quest’ultima, a eccezione del piano terra, più volte rimaneggiato nel corso del Novecento, presenta una regolare simmetria. È suddivisa in sette assi finestrati e, al pianoterra, s’avvale di un portale in pietra scolpita, con colonne che sorreggono il balcone nella zona del mezzanino. Un altro poggiolo, sostenuto da mensole e costituito, come il primo, da una ringhiera stilizzata in ferro battuto, è sito al primo piano. Gli assi delle finestre dispongono di semplici cornici in pietra, tranne al primo piano dove sono ulteriormente accentuati dall’alternanza di baldacchini triangolari e segmentati. Il tutto è rifinito da un alto frontone profilato con delle finestre e timpano triangolare. Questa tipologia di facciata, scrive ancora il sunnominato sito, s’inserisce nel corpus dell’architettura tardobarocca quarnerina della fine del XVIII e inizio del XIX secolo, che si sviluppò sotto l’influenza di Trieste e attraverso l’opera di urbanisti come il suddetto Antonio Gnamb, il quale valorizzò e affermò i modelli utilizzati nell’architettura residenziale. Nel XIX secolo il palazzo venne acquistato dalle famiglie Müller e Dešković e, nel tempo, vi furono apportati vari adattamenti: la scalinata originaria è stata ricostruita, ma è stato mantenuto il sistema relativo ai pianerottoli su ogni piano. In seguito, durante i restauri del XX secolo, vennero rimosse anche le cornici in legno che decoravano gli esercizi commerciali, per essere sostituite con quelle in pietra.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display