Quinta stagione. «Bisogna viverla tutto l’anno»

Allegra chiacchierata con Mastro Toni, al secolo Anton Škrobonja, che celebra in sordina i trent’anni dall’insediamento dedicando l’anniversario a tutti gli appassionati

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Quinta stagione. «Bisogna viverla tutto l’anno»

Sarebbe dovuta esserci una grande festa, ma il Covid ci ha messo lo zampino rovinando i piani. Il 30º anniversario di Mastro Toni alla guida del Carnevale fiumano, passerà pertanto in sordina, nel pieno rispetto delle disposizioni antipandemiche a cui è dovuta cedere purtroppo anche l’allegrissima Quinta stagione. “Mai come quest’anno mi sono riposato a Carnevale – ci racconta il festeggiato, all’anagrafe Anton Škrobonja, da ben tre decenni spiritus movens del periodo più pazzo dell’anno a Fiume –. Adesso mi sto dando da fare nell’orto di casa e in questi giorni mi recherò con mia moglie Liviana, nella nostra seconda casa a Lič nel Gorski kotar, giusto per effettuare un sopralluogo. Ma non dimentico il Carnevale e i miei impegni di Primo cittadino. Purtroppo, questa nuova realtà ha scombussolato tutto e speriamo di rifarci l’anno prossimo”.

Jovanka e Tito, ovvero Vojko Obersnel e Anton Škrobonja
Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

Ricordi d’infanzia
Non ci saranno i festeggiamenti annunciati per i trent’anni di ininterrotta attività spesi a vivere e promuovere il Carnevale fiumano. “Non sono una persona a cui piacciono gli anniversari. Il Carnevale lo vivo da quand’ero bambino, quando nel rione della mia infanzia, Valscurigne, con un gruppo di amici facevamo il giro, mascherati con quello che trovavamo in casa. Poi, con il passare degli anni, durante la mia giovinezza, il periodo di Carnevale era il momento che attendevo con grande impazienza”.
Oltre a vivere il Carnevale, Anton Škrobonja nella sua vita si è occupato di numerose attività. “In passato, a parte il lavoro nelle varie aziende, uno dei miei passatempi preferiti era l’attività sportiva. In gioventù ho praticato la pallavolo e la pallamano e in quest’ultimo sport ho dato il meglio di me, militando pure nella Prima lega, prendendo in seguito anche la licenza di arbitro. Dopo 15 anni trascorsi nel campo dello sport, è prevalsa la passione per le maschere che mi ha spinto ad abbandonare l’attività di arbitro. Oggi, a quasi 73 anni d’età, oltre al Carnevale, che rimane la mia passione, mi concedo lunghe passeggiate in natura. Assieme al compianto Veljko Vrzić, anch’egli donatore di sangue come me, abbiamo fatto sì che durante il periodo di Carnevale venga organizzata un’azione per i gruppi carnascialeschi, che è uno dei pochi appuntamenti sotto le maschere che si svolgeranno quest’anno”.
Per le sue doti di organizzatore, oltre al ruolo di Mastro Toni, in passato Anton Škrobonja ha ricoperto anche altri ruoli interessanti. “Per lunghi anni ho impersonato Nonno Inverno nei vari asili per l’infanzia fiumani e sono stato pure il primo Babbo Natale alla fine degli anni ‘80 a salire sul primo trenino che nel periodo prenatalizio percorre il Corso”, spiega ancora il nostro interlocutore. “Tornando a quel 1982 e a quella prima sfilata ufficiale delle maschere per il Corso, bisogna dire che tutto iniziò molto prima con delle passeggiate informali, ma ottenne i crismi dell’ufficialità appena nel 1982. Quell’anno accettai di guidare la mini sfilata di soli tre gruppi (i Pehinarski feštari, il gruppo Lako ćemo e gli Halubajski zvončari, nda). Mi diedero un megafono per coordinare l’evento e venni insignito del titolo di Compagno di coordinamento della sfilata. Da lì è partita la rinascita del Carnevale fiumano”. Un unico Mastro Toni e ben sette sindaci. “Ebbene sì – conferma Toni –. Ho avuto modo di collaborare con cinque di loro, in quanto due sono rimasti in carica soltanto per qualche mese. Fortunatamente tutti loro erano attaccati alle tradizioni carnevalesche, un po’ di più Josip Štefan e Slavko Linić e un po’ meno Željko Lužavec, mentre con Vojko Obersnel mi lega un rapporto di collaborazione lungo vent’anni. Credo siano ormai ben note le nostre trasformazioni durante la Sfilata internazionale in Corso. I costumi li inventiamo noi stessi in base alla situazione politica o sociale del momento. Ci siamo ad esempio travestiti da Asterix e Obelix, ma anche da Stanlio e Ollio e nell’ultima edizione anche da Tito e Jovanka.

Il Carnevale fiumano è cresciuto negli anni diventando un vero e proprio brand di Fiume. Parte di questa grande popolarità va senza dubbio attribuita a Mastro Toni. “Spero di aver rappresentato in maniera degna il Carnevale fiumano, ma il merito va a tutte quelle persone con la passione per il travestimento e per la cosiddetta Quinta stagione”.

L’ultima presa in consegna delle chiavi della Città si è svolta in sintonia con le misure antiCovid

In viaggio per l’Europa
Mastro Toni, assieme a vari gruppi carnascialeschi, ha viaggiato per tutta l’Europa partecipando alle varie Sfilate internazionali in molti Paesi, promuovendo al contempo il Carnevale di Fiume. Non sempre, purtroppo, è filato tutto liscio. “Parafrasando il proverbio Nemo profeta in patria – racconta ancora Mastro Toni –, una decina d’anni fa siamo incorsi in una situazione sgradevole a Zagabria dove, su invito della municipalità, assieme ai rappresentati di un paio di gruppi carnevaleschi, dovevamo organizzare un Carnevale su modello fiumano. Ebbene, arrivati nella capitale, ci si è presentato un gruppo di attori dei teatri zagabresi che ci chiedevano ‘quale sarà il nostro ruolo nella sceneggiatura?’ pensando si trattasse di uno spettacolo televisivo o teatrale. Siamo tornati a casa, alle nostre tradizioni, dove gli appassionati vivono il Carnevale 365 giorni all’anno”.

Quest’anno il Carnevale ha subito un arresto. “Purtroppo, tutte le manifestazioni sono state annulate o si sono svolte online. La cerimonia del mio insediamento e della consegna delle chiavi è avvenuta in sordina, nel rispetto delle misure antipandemiche e sarà pure per quella di chiusura. Rimarrà un ricordo di un Carnevale monco, senza gli usuali divertimenti e balli in maschera, ma con la speranza di proseguire con la tradizione mascherata nell’anno a venire”, conclude Anton Škrobonja.

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