Port Authority di Fiume. Crescita a vista d’occhio, nel 2025 marina e terminal container

Con il direttore della Port Authority Denis Vukorepa sui progetti attuali e futuri

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Port Authority di Fiume. Crescita a vista d’occhio, nel 2025 marina e terminal container
Il direttore della Port Authority di Fiume, Denis Vukorepa. Foto: Roni Brmalj

L’importanza di Fiume, in un contesto geostrategico europeo, non la scopriamo oggi, ma è l’oggi che stiamo vivendo a ricordarcelo. La città vive un momento di cambiamenti epocali, che la stanno trasformando in molti aspetti. In questo 2023 che sta per terminare abbiamo festeggiato i 150 anni dell’inaugurazione della linea ferroviaria tra Karlovac e Fiume, il segmento mancante per dare un porto a Budapest. Allora, come oggi, il porto necessita di vie di comunicazione verso l’entroterra. Soltanto poche settimane fa, l’incidente avvenuto tra Meja e Škrljevo, con lo scontro tra un treno cargo e un veicolo per la manutenzione della ferrovia, ha messo a nudo quello che è l’anello più debole del sistema. L’incidente ferroviario, senza vittime, ma con ingenti danni materiali diretti e indiretti, è avvenuto a pochi giorni di distanza dal tradizionale incontro di fine anno organizzato dalla Port Authority, che in quel momento aveva tanti buoni motivi per esprimere soddisfazione.

Il 2024 sarà un anno speciale, non solo in quanto bisestile. Sono in programma le elezioni politiche, quelle europee e anche quelle presidenziali. Una tra le promesse, scontata, sarà quella della realizzazione della ferrovia di pianura, una linea a doppio binario che andrà a collegare in modo più sicuro e veloce il porto fiumano e l’Europa centrale. È un’esigenza quasi irrinunciabile per il traffico merci, ma potrebbe tornare utile per il ripristino del traffico passeggeri. Tra Fiume e Zagabria, infatti, c’è ben poca gente che usa il treno. Ci vuole, minuto più, minuto meno, lo stesso tempo che serviva 150 anni fa. La ferrovia, per quanto insufficiente, viene utilizzata. Ne fa buon uso il terminal container in Brajdica, grazie agli interventi alle infrastrutture da parte delle Ferrovie croate (HŽ), che consentono di ridurre sensibilmente il trasporto su gomma, come indicato e raccomandato dall’Unione europea. Nel mese di novembre il 58 per cento dei container manipolati in Brajdica hanno proseguito il loro viaggio verso l’entroterra su rotaia.
Eppure, nonostante i limiti tecnici, la vecchia e malandata ferrovia a binario unico è di vitale importanza per il traffico merci. Tranne le rinfuse e i liquidi, greggio e gas, gran parte delle merci viaggia all’interno dei container. Il settore è in grande espansione per cui non sorprende più di tanto il fatto che anche a Fiume sia stato necessario aumentare le capacità in questo senso.

Un anno straordinario
“Il 2023 è stato un anno straordinario – commenta il direttore della Port Authority, Denis Vukorepa –, che si collega al ciclo finanziario 2014-2021 per il quale erano stati pianificati otto progetti. Cinque di questi sono stati portati a termine, mentre altri tre sono ancora in fase di realizzazione”. I due momenti che hanno segnato il 2023 sono l’inizio dei lavori di costruzione del secondo terminal container, quello in Molo Zagabria, preceduto dall’inaugurazione della strada D403, che collegherà lo scalo alla rete autostradale. Il terminal è stato progettato per movimentare 650mila TEU all’anno a partire dalla metà del 2025. Già nella prima fase lo scalo sarà dotato di quattro ponti “Post Panamax” in grado di effettuare le operazioni di carico/scarico sulle più grandi unità portacontainer del mondo. Saranno affiancati da ponti per la manipolazione dei container destinati al trasporto ferroviario. L’intera struttura funzionerà in modo automatizzato, ottimizzando i tempi e riducendo i consumi energetici. Sono previsti, tra l’altro, veicoli a guida autonoma. Da qui all’autostrada, lungo 3 chilometri di strada nuova, la D403, transiteranno fino a mille tir al giorno. Il progetto “Rijeka Gateway”, quindi, è cosa fatta e tra due anni i due terminal fiumani dovrebbero raggiungere il milione di unità TEU all’anno che porterà, o riporterà Fiume in una posizione di leader nell’Alto Adriatico.
Molo Zagabria non è l’unico posto in cui si scava. Il bacino portuale si sviluppa anche in altre direzioni. “Ci sono stati dei lavori ai silos che ci hanno consentito di ricevere oltre 100mila tonnellate di grano proveniente dall’Ucraina contribuendo alle sue esportazioni”. L’anno prossimo si riparlerà dell’ampliamento delle capacità del silos del 50 per cento circa. Alle 56mila tonnellate attuali se ne aggiungono 28, con nuove attrezzature e una capacità di 600 tonnellate di cereali all’ora. Finanziamenti a fondo perduto sono previsti qui e anche in Molo Praga.
“Al terminal container in Bajdica – ribadisce Vukorepa –, stiamo per portare a termine un’operazione estremamente complessa, una tra le più ambiziose anche a livello europeo. Da 11,5 si arriverà a 16,5 metri di profondità lungo oltre 100 metri di riva. In questo caso soltanto il 20 per cento dei 17,5 milioni di euro necessari è a fondo perduto. Se non avessimo affrontato da soli quest’opera ci sarebbe stato il rischio che gli operatori se ne andassero altrove. Anche se si costruisce il nuovo scalo per i container, non trascuriamo quello in Brajdica. I lavori dovrebbero concludersi entro la fine di marzo. Quest’anno lo ricorderemo anche per il ribaltamento di un ponte, incidente a cui i concessionari dell’AGCT hanno provveduto in tempi brevissimi, in soli quattro giorni”.

La strada del futuro
La D403, obiettivamente, è una strada progettata principalmente in funzione del terminal container di Molo Zagabria. I vantaggi per i cittadini sono legati a un altro segmento, quello tra Žabica e il terminal stesso. “È vero. Questa strada che verrà costruita all’interno dell’area portuale consentirà di completare l’anello stradale intorno alla città”. A quel punto saranno accessibili i magazzini del complesso Metropolis, in parte utilizzati dai concessionari del progetto “Rijeka Gateway”, ma in futuro un nuovo sbocco per Fiume, che ha bisogno di nuovi spazi. La strada, 850 metri in tutto, avrà una funzione fondamentale anche per l’autostazione che, a sua volta, dovrebbe venire inaugurata nel 2025.
Il 2025 sarà l’anno in cui il capoluogo quarnerino diventerà un punto di riferimento anche per il turismo nautico. È questione di mesi il rilascio del permesso di costruire con cui il consorzio “ACI Gitone” darà il via alle operazioni in Porto Baross. Verso Est, superato il terminal in Brajdica, si arriva all’area del Delta in direzione del depuratore. Qui ci sarà lo scalo passeggeri dove si potranno accogliere anche le grandi navi da crociera, sempre più numerose nel Quarnero.

Soluzioni sostenibili
“Le abbiamo accolte al terminal container, provvisoriamente, ma con l’aumento della movimentazione si è compreso che non sarebbe più stato possibile. Abbiamo cercato delle soluzioni sostenibili – spiega ancora Vukorepa –, con soli 500mila euro di spesa per una darsena galleggiante. Nel 2023 abbiamo accolto 20, mentre nel 2024 sono già annunciate 30 navi da crociera. Il progetto definitivo, comunque, lo abbiamo trasferito in zona Delta e la sua stesura è in corso. Saranno necessarie delle modifiche al Piano territoriale, in collaborazione con la municipalità”.
Fiume cambia immagine, vedremo se in meglio o in peggio, a grande velocità. Ci sono dei cambiamenti ormai dietro l’angolo, di quelli che interesseranno direttamente i cittadini. “Già a marzo potremo liberare la Riva dalle auto – annuncia infine il direttore della Port Authority –, con la disponibilità di nuovi posti al posto dei magazzini per il legname, dismessi, assegnati alla gestione della municipalizzata Rijeka plus e all’azienda portuale ‘Luka’, che si sono presentate alla gara pubblica”.
Anche il 2025, con il marina e il nuovo terminal container, arriverà in fretta.

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