Il pallio arcivescovile sulle spalle del metropolita mons. Mate Uzinić

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Il pallio arcivescovile sulle spalle del metropolita mons. Mate Uzinić
Monsignor Mate Uzinić. Foto: GORAN ŽIKOVIĆ

Nella ricorrenza della festività dedicata alla Beata Vergine Maria Addolorata, compatrona della Cattedrale di San Vito, nel tempio fiumano si è svolta la cerimonia di imposizione del pallio arcivescovile al metropolita dell’Arcidiocesi di Fiume, monsignor Mate Uzinić, da parte del Nunzio apostolico in Croazia, monsignor Giorgio Lingua. L’evento ha visto la presenza dei parroci dell’arcidiocesi fiumana, dei vescovi e arcivescovi di altre diocesi e arcidiocesi, dei rappresentanti statali, regionali, cittadini, del mondo universitario, delle congregazioni religiose cattoliche e di altre fedi, come pure dei fedeli che hanno così voluto rendere la cerimonia ancora più solenne.

Il pallio benedetto è stato consegnato a monsignor Uzinić dal Santo Padre nel corso della concelebrazione eucaristica da lui presieduta nella Basilica Vaticana a Roma il 29 giugno, festa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo. La partecipazione a tale concelebrazione è per tutti i nuovi metropoliti un dovere speciale tanto che l’arcidiocesi fiumana per far partecipe i fedeli a questo solenne incontro ha organizzato il tradizionale pellegrinaggio annuale nella “città eterna” proprio in quel periodo.
Inizialmente, il paramento liturgico del pallio era riservato soltanto al vescovo di Roma, successivamente i Pontefici lo concedettero ad alcuni vescovi e arcivescovi. Nelle seguenti epoche, il pallio divenne prerogativa degli arcivescovi metropoliti, come simbolo della giurisdizione in comunione con la Santa Sede. Nel 2015 sono state modificate le modalità di conferimento della sacra insegna che non viene più imposta direttamente dal Santo Padre, ma soltanto ricevuta dalle sue mani in forma privata. Da quell’anno sono i rappresentanti pontifici a imporre il pallio “nomine Summi Pontificis” ai singoli metropoliti nelle loro rispettive arcidiocesi, per favorire la partecipazione nella cerimonia liturgica dei vescovi suffraganei e del popolo, e così aiutare alla comprensione e valorizzazione della insegna.
Il simbolo del pallio affonda le radici nel mantello di San Pietro da cui si tagliavano delle strisce per farne delle reliquie fino al suo esaurimento poi si è iniziato a tessere i paramenti dallo stesso valore simbolico.
Il pallio arcivescovile, nella sua forma presente, è una stretta fascia di stoffa, di circa cinque centimetri, tessuta in lana bianca, incurvata al centro così da poterlo appoggiare alle spalle e con due lembi neri pendenti davanti e dietro. È decorato con sei croci nere di seta, una su ogni coda e quattro sull’incurvatura, ed è guarnito, davanti e dietro, con tre spille d’oro e gioielli. Secondo il diritto canonico l’arcivescovo in carica deve chiedere il pallio entro tre mesi dalla sua nomina ed è autorizzato a indossarlo soltanto nel territorio della propria diocesi e nelle parrocchie dell’arcidiocesi dove presta servizio.
All’inizio della funzione religiosa il pallio è stato posto sull’altare. Il nunzio apostolico Lingua, dopo aver illustrato ai presenti il significato del pallio e la catechesi introduttiva, ha posato il paramento religioso sulle spalle di monsignor Uzinić con le parole “Lasciate che questo pallio sia per voi segno di unità e conferma della comunione con la Sede Apostolica, un legame d’amore e un incitamento al coraggio coscché nel giorno dell’arrivo e della rivelazione di Dio e del suo primo pastore, Gesù Cristo, con il gregge che vi è stato affidato, possiate raggiungere le spoglie dell’immortalità e della gloria”.
Di seguito, l’arcivescovo di Fiume ha celebrato la funzione religiosa mentre le letture sacre sono state tratte dal Libro del profeta Isaia e dalla Lettera agli Ebrei.
Sempre per onorare la ricorrenza della festività della Beata Vergine Maria Addolorata, in mattinata nella cattedrale di San Vito ha avuto luogo la messa in lingua italiana con la partecipazione del Coro fedeli Fiumani.

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