C’è ancora chi confonde l’astrologia con l’astronomia. La prima studia, per modo di dire, quelli che sono gli effetti delle stelle e dei pianeti sui nostri destini, una specie di superstizione sdoganata di cui molti di noi non esitano a parlare con estrema serietà. La seconda, invece, terrapiattisti a parte, si basa su nozioni scientifiche e si occupa di effetti reali. Il Sole, per esempio, è uno dei fattori che regola la vita sulla Terra. C’è la Luna che a sua volta determina fenomeni molto concreti, come lo sono le maree.
Torniamo al Sole che ha la capacità di metterci di buonumore in una mattina come quella di ieri in cui abbiamo avuto modo di parlare con Giorgio Rizzarelli che poi, in serata, ha tenuto una conferenza nel Centro astronomico, organizzata dalla Società astrofili di Fiume. Il tema suscita un po’ di soggezione, riferendosi al 2024 come anno all’insegna di fenomeni particolarmente intensi che si verificano sul Sole. Ci sono tempeste solari, eruzioni, protuberanze, macchie, brillamenti e altri eventi dai toni minacciosi e malauguranti.
Rizzarelli è fisico e uno dei fondatori del Centro studi astronomici Antares di Trieste. La curiosità spinge a chiarire subito la faccenda. Gli eventi sul Sole in che misura ci riguardano? “Ci sono pochi effetti sulla Terra, in quanto protetta da strati e da un campo magnetico, possibili in alta atmosfera e, raramente sulla superficie terrestre. Il 2024 è un anno in cui è previsto un massimo che si collega agli eventi straordinari registrati pochi mesi fa, in novembre, quando si sono avute delle aurore boreali visibili in Slovenia. È avvenuto due volte, a causa di eruzioni di massa coronale verso la Terra”, spiega Rizzarelli. Oltre al fascino straordinario delle aurore boreali, ci sono effetti indesiderati prodotti dagli eventi sul Sole? “Certi problemi – precisa il fisico –, possono riguardare temporaneamente gli astronauti. Che possa capitare qualcosa di serio sulla Terra è improbabile, ma c’è un caso registrato nel 1859, in grado di mettere fuori uso il sistema telegrafico fulminando degli operatori”. Il fenomeno fu scoperto e spiegato dall’astronomo inglese Richard Carrington. Viene chiamato “evento di Carrington-Hodgson” ed è il più intenso finora registrato. Le aurore boreali furono visibili anche a Roma.
Se dovesse capitare oggi, quando dipendiamo quotidianamente dal sistema delle telecomunicazioni, ci potrebbero essere dei guai seri. L’ipotesi, comunque, è remota. “Io osservo i fenomeni da appassionato – aggiunge Rizzarelli –, perché il sole è vivo, entusiasmante, cambia di continuo, ogni ora. I brillamenti sul Sole provocano oggi dei black out nelle comunicazioni radio, limitati alle lunghezze d’onda utilizzate dai radioamatori i cui segnali raggiungono distanze notevoli grazie alla ionosfera che funge da specchio. Le interruzioni possono durare ore e anche giorni. Più che un fastidio, rappresentano un’opportunità per contribuire agli studi dei fenomeni. C’è un sito web, spaceweather.com, che ne dà notizia regolarmente su segnalazione degli stessi radioamatori che nel 2024 ne hanno testimoniato una mezza dozzina di volte”.
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