«Green School», ovvero come salvare il pianeta

Presentato il progetto che ha visto tra i partner con Fiume anche Belgrado e la Slovacchia

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«Green School», ovvero come salvare il pianeta
Nataša Vajdić, Snježana Horvat, Lucia Svast e Damir Konestra. Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

Insegnare alle nuove generazioni a rispettare l’ambiente e la natura, a salvaguardarli, a sfruttarli in modo utile. Queste sono solo alcune delle attività che si sono svolte nell’ambito del progetto Erasmus K2 “Scuola verde – Green School” che ha visto come partner, assieme ad alcuni enti di Fiume, anche rappresentanti della Slovacchia e di Belgrado. Il progetto, come pure il risultato di questo, ovvero un curricolo informale per le scuole elementari e per gli enti prescolari, è stato presentato ieri nell’Aula consiliare. A dare il benvenuto agli ospiti è stata la vicesindaco Sandra Krpan. “Far capire ai bambini quanto sia importante avere un pianeta pulito è essenziale. Nei due anni del Covid, ci siamo resi conto di quanto la natura sia rinata nel periodo quando noi eravamo chiusi in casa. Il compito maggiore lo abbiamo noi, politici, perché dobbiamo fare in modo che le cose cambino quanto prima. Vediamo negli ultimi mesi che la natura si sta ribellando per tutto il male che le abbiamo fatto. Dobbiamo sviluppare una cultura verde ed essere partecipi nella sua salvaguardia. Dobbiamo fare in modo che la città sia più pulita e non scaricare l’immondizia in ogni dove, facendo diventare i cassonetti dei ‘ristoranti’ per gabbiani. Abbiamo ancora tanto da fare affinché la pulizia sia all’ordine del giorno. Per questo motivo progetti del genere non possono che venir accolti a braccia aperte”, ha detto Sandra Krpan.

Damir Konestra, coordinatore del progetto, a capo dell’associazione alpinisti Tuhobić, ci ha spiegato brevemente com’è nato lo stesso. “La Scuola verde è un progetto interdisciplinare che è il seguito dello scorso intitolato ‘Una giornata in montagna’. Lo scopo di questo era spronare insegnanti ed educatori a organizzare gite in montagna. Si è notato che i bambini si sono divertiti tanto, hanno acquisito nuovo sapere e hanno dichiarato che questa ‘scuola senza pareti’ è sicuramente molto più interessante di quella all’interno di una classe. Con i nostri partner della Slovacchia e della Serbia, abbiamo creato anche delle applicazioni che possono venir usate in natura, per scoprire il tipo di pianta e le sue caratteristiche e in seguito realizzare degli erbari digitali che sono visibili sul sito www.digitalherbarium.eu”, ha dichiarato Konestra.
Quanto sia importante includere anche i più piccini, lo ha spiegato Tijana Savić, educatrice presso l’asilo Play di Belgrado. “Il nostro compito è stato quello di realizzare con i bambini degli oggetti con materiale raccolto in natura, dando spazio a tutta la loro fantasia. A fine anno abbiamo organizzato uno spettacolo durante il quale gli interessati hanno potuto anche acquistare gli oggetti e il ricavato della vendita è andato poi a favore dell’Agenzia per la tutela dell’ambiente, che avrà il compito di acquistare delle piantine di ippocastano. I bambini parteciperanno quando verranno piantate, avranno occasione di veder crescere questi alberi per il cui acquisto hanno partecipato attivamente”, ha detto Tijana Savić.
Alla presentazione hanno preso parte anche Snježana Horvat (Ente Asili di Fiume), Nataša Vajdić (Asilo Play di Belgrado) e Lucia Svast (Associazione OTI, Slovacchia).
Nel progetto sono state incluse le SE Turnić e Zamet, l’asilo Podmurvice, i piccoli alpinisti dell’associazione Tuhobić, nonché l’asilo Play di Belgrado e alcune SE della Slovacchia. Il progetto si è svolto per 18 mesi e il suo valore è di 60mila euro. Da settembre verrà inclusa anche la SE di Vrbovsko.

Tijana Savić (a destra).
Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

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