Defribrillatore sottocutaneo a un 14.enne: è la prima volta a Fiume

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Defribrillatore sottocutaneo a un 14.enne: è la prima volta a Fiume
Foto Goran Žiković

Per la prima volta a Fiume viene applicato ad un bambino. L’ICD Sottocutaneo è un defibrillatore cardioverter impiantabile per via sottocutanea, un dispositivo in grado di prevenire il rischio di un arresto cardiaco nei pazienti con forme gravi di aritmia. Il team di cardiologi elettrofisiologi del Centro clinico ospedaliero fiumano e quello per le malattie del cuore e chirurgia vascolare della Clinica pediatrica di Cantrida hanno adottato per la prima volta questo metodo su un ragazzo di 14 anni.

Per il team si tratta di un grande momento e l’occasione per renderlo noto attraverso i media convocati ieri a Cantrida. Ai giornalisti si è rivolta per prima Renata Dobrila Dintinjana, assistente del direttore del CCO e responsabile per la gestione della qualità: “Per quanto ne sappiamo, è anche la prima volta che ciò avviene in Croazia, non solo a Fiume. In quest’occasione vorrei trasmettere i saluti e le congratulazioni da parte del direttore Alen Ružić che non è potuto intervenire”.

Aleksandar Ovuka, cardiologo alla Clinica pediatrica ha spiegato in che cosa consiste l’intervento: “Ci riferiamo ai casi di aritmia fatale tra i giovani. Negli Stati uniti in un anno muoiono 1.500 giovani sotto i 25 anni per questa causa. I più a rischio sono i bambini sotto i 2 anni. Il livello di rischio cala fino all’adolescenza per poi risalire. Le cause sono diverse e tra queste c’è il fattore congenito. Spesso la malattia non viene riconosciuta, ma quando si è fortunati può essere individuata con un semplice elettrocardiogramma. Prima dell’evento fatale nel 60 per cento dei casi non vi è stato alcun preavviso come dolori al petto, perdite di conoscenza o tachicardia. In caso di arresto cardiaco è fondamentale essere pronti a reagire, con il massaggio cardiaco, la respirazione bocca a bocca nell’attesa dei medici. Se tutto finisce bene si procede con i passi successivi, come il metodo di cui stiamo parlando oggi”.

Il cardiologo Sandro Brusich sottolinea: “Per arrivare a questo punto, al momento di adottare l’ICD, deve essere stata superata la fase di rianimazione e di terapia intensiva seguite da una diagnosi precisa. L’elettrodo si trova sotto la pelle, mentre il dispositivo viene collocato sotto l’ascella. In caso di aritmia l’apparecchio produce un Elettroshock che anticipa l’arresto cardiac. Rispetto ai dispositivi in cui l’elettrodo viene applicato al cuore, poco adatto per lapopolazione giovane, questo richiede un intervento chirurgicamente più complesso, ma che può venire introdotto come un’operazione di routine. In Croazia il metodo è stato già adottato, ma su pazienti adulti”.

Soddisfatto il primario della cardiologia alla Clinica pediatrica Neven Čače che ha sottolineato il ruolo del gioco di squadra che va oltre ai meriti individuali.

 

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