D403, ci siamo quasi

Un altro sopralluogo nel cantiere della futura strada in compagnia del responsabile dell’azienda «Hrvatske ceste» Martin Abramović

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D403, ci siamo quasi
Una veduta di parte della statale D403 dal Palazzo della Stampa in via Zvonimir. Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

Percorrendo i circa 3 chilometri della statale D403, da Molo Zagabria all’allacciamento di Valscurigne, l’idea che ci si può fare è che si stia lavorando un po’ ovunque. L’apertura della strada, progettata e costruita soprattutto per assicurare un collegamento tra il futuro terminal container in Molo Zagabria alla rete autostradale, era prevista entro la fine di giugno, poi la data è stata spostata a fine luglio e, infine, è stato stabilito che il collaudo tecnico verrà completato fino alla fine di settembre.

Come abbiamo detto, si ha l’impressione che in un mese e mezzo non sia possibile trasformare quello che è un enorme cantiere aperto in una strada percorribile. Anche questa volta siamo stati accompagnati lungo il percorso da Martin Abramović, responsabile del cantiere per conto dell’investitore, l’azienda “Hrvatske ceste”, che ci ha spiegato a che punto siamo con le operazioni.

Lavori edili quasi terminati
“Sì, sembra proprio che ci sia ancora tanto da fare, ma in effetti siamo davvero in dirittura d’arrivo. La carreggiata è in buona parte già asfaltata o attende l’ultimo strato, mentre la galleria in questo senso è pronta. I due viadotti, il sottopasso, la galleria con i tubi laterali e le uscite d’emergenza e le rotatorie – spiega Abramović –, attendono solo i lavori di rifinitura e l’asfalto. Lo stesso vale per gli allacciamenti, quello alla tangenziale a Valscurigne e quello in via Zvonimir, all’altezza dell’incrocio con via Benčić. Entro la fine di settembre, quindi, verranno asfaltate anche via Zvonimir e via Benčić. La rotatoria a Valscurigne attende lo strato finale d’asfalto e in questo momento viene sistemata la segnaletica stradale, il guard rail. Ormai è quasi tutto pronto per allacciare la D403 alla tangenziale e alla rete autostradale. Nell’ambito dei lavori finali ci sono anche i percorsi pedonali, l’illuminazione pubblica e tanti altri piccoli dettagli”.

Il sottopasso Pioppi.
Foto: LUCIO VIDOTTO

Galleria con i più alti standard di sicurezza
Nella storia recente ci sono stati incidenti avvenuti all’interno delle gallerie, luoghi in cui il rischio di conseguenze gravi è presente più che altrove. Pertanto, anche la galleria di Podmurvice, 1,3 chilometri di strada a tre corsie, è stata concepita secondo gli standard di sicurezza più elevati. Se la galleria come tale è già pronta da tempo, compreso il nastro d’asfalto, c’è una serie di elementi il cui scopo è quello di prevenire e di intervenire in caso di incidenti. C’è un sistema di alimentazione elettrica e per l’accumulo di acqua in funzione della rete di idranti. Ovviamente, abbiamo l’illuminazione e la ventilazione. Il tutto richiede una postazione di sorveglianza e una rete di sensori a loro volta collegati nell’insieme di una complessa rete di comunicazione. “Entro la fine di settembre prevediamo i collaudi tecnici che, per quanto riguarda i lavori edili effettuati, non dovrebbero presentare dei problemi di rilievo. Non ce ne saranno, speriamo, nei test nel corso dei quali verrà messo alla prova il sistema di sicurezza che è estremamente complesso. È difficile rendersi conto di quanto possa essere complicato far funzionare in sintonia tutti i componenti tecnologici per garantire la sicurezza e limitare il rischio di eventi gravi. Nel nostro caso sono stati osservati i criteri più severi. Le stesse gallerie con le uscite d’emergenza per le gallerie che non sono particolarmente lunghe non sarebbero obbligatorie. Comunque, è bene che ci siano”, commenta Abramović ricordando che attraverso la galleria passeranno centinaia di tir al giorno, dal momento in cui entrerà in funzione il terminal container.

La galleria.
Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

Ritardo giustificato
Che i lavori nella galleria o sui viadotti durino più del previsto, al cittadino comune importa poco. Quando la realizzazione di un’opera determina dei disagi nella vita quotidiana del cittadino comune, le cose cambiano. I problemi sono legati principalmente alle limitazioni nella circolazione stradale. Sono questi i momenti in cui tendiamo a perdere la pazienza e a scomodare i Santi del calendario. Via Benčić, secondo i piani, doveva essere riaperta prima dello scorso Natale. L’appalto per la costruzione della D403 era stato assegnato al consorzio internazionale composto dalla croata “GP Krk”, alla bosniaco-erzegovese “Euro-Asfalt” e alla slovena “Kolektor”. La D403 ha anche la fama di essere la strada più costosa in Croazia. Costerà oltre 50 milioni di euro di cui l’85 per cento erogato dai fondi dell’Unione europea. Al resto ci pensa lo Stato croato. “Ci sono molte ragioni che hanno determinato i ritardi – spiega Abramović –, a partire dal fatto che la costruzione avviene all’interno del tessuto urbano. Nel sottosuolo ci sono installazioni di ogni tipo, diverse scoperte soltanto dopo che gli scavi erano iniziati. D’altra parte, la gente si dimentica che dietro di noi c’è un periodo piuttosto lungo condizionato dalla pandemia. Era limitata la circolazione delle persone e delle merci. I tempi di consegna dei materiali necessari si allungavano e, successivamente, c’è stato un aumento enorme dei prezzi in generale. Le forniture ritardavano notevolmente senza che ci fosse la possibilità di avere delle alternative. Considerando tutte queste cose, posso dire che un ritardo di tre mesi, tutto sommato, non sia drammatico”.

Rulli pronti all’uscita della D403 in via Zvonimir.
Foto: LUCIO VIDOTTO

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