Capodistria. Sciopero dei medici senza ripercussioni

Condizioni di lavoro, problema dei quadri e salari: sono queste le lamentele sindacali

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Capodistria. Sciopero dei medici senza ripercussioni
Foto: Claudio Moscarda

È proseguita senza particolari difficoltà per i pazienti anche la seconda giornata di sciopero generale dei medici e odontoiatri in Slovenia. Lo stato di agitazione, proclamato dai vari Sindacati di categoria e al quale ha aderito la grande maggioranza degli operatori sanitari, è stato sentito soltanto in minima parte dai pazienti. Negli ambulatori della fascia costiera sono state rinviate pochissime visite o interventi, ritenuti non urgenti ossia tali da non mettere in pericolo lo stato di salute degli assistiti, mentre la legge impone il trattamento obbligatorio dei minorenni, dei più anziani di 65 anni e delle gestanti. In particolare i medici di famiglia hanno svolto il loro lavoro come di consueto, dovendo pensare ai loro pazienti in cura da tempo e con patologie ben note. Hanno chiuso gli ambulatori soltanto per partecipare ai raduni degli scioperanti, dove i sindacalisti li hanno messi al corrente delle difficili trattative con il governo. Le posizioni sono sembrate inconciliabili anche ieri, sebbene in medici abbiano voluto ribadire che i motivi per la loro astensione dal lavoro sono presentati in modo improprio. Le rivendicazioni salariali, che in ogni caso si rifanno ad un preciso accordo già preso con il Ministero della Salute lo scorso anno, vanno lasciate in secondo piano rispetto alle condizioni di lavoro dei medici di base. Questi sono sempre più oberati per la mancanza di quadri professionali abilitati, per il trasferimento di quelli esistenti dal settore pubblico a quello privato oppure all’estero. Continuando di questo passo, hanno fatto presente i medici, si giungerà al blocco totale dell’assistenza primaria, decisiva per il trattamento delle malattie lamentate dai pazienti, che senza le impegnative dei loro medici di famiglia non possono accedere alle cure specialistiche. In questo periodo di forte pressione sulle strutture sanitarie per numerosi casi di influenza o Covid, il problema dell’assistenza adeguata e capillare si fa ancora più sentire.

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