Terremoti. L’importanza della sinergia Italia-Croazia

Alla Facoltà di Scienze a Zagabria presentazione degli «Studi di geologia sismica nella Croazia centrale: faglie attive e potenziale sismico». L’evento è stato sostenuto dall’Ambasciata d’Italia

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Terremoti. L’importanza della sinergia Italia-Croazia
Foto: Edina Zuko/PIXSELL

Presso il Dipartimento di chimica della Facoltà di Scienze dell’Università di Zagabria sono stati presentati i risultati preliminari di una pluriennale ricerca su alcuni aspetti scientifici del grande terremoto di Petrinja del 2020. La ricerca è stata condotta da un team di scienziati italiani e croati dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e dell’Istituto croato di geologia (Hrvatski Geološki Institut). L’incontro, dal titolo “Earthquake geology studies in central Croatia: active faults and seismic potential” (“Studi di geologia dei terremoti nella Croazia centrale: le faglie attive e il potenziale sismico”), si è tenuto in lingua inglese e vi hanno partecipato, oltre agli studenti della Facoltà, studiosi da Stati Uniti, Giappone, Svezia, Belgio, Bosnia ed Erzegovina ed Egitto.

In seguito al grande terremoto che ha colpito l’area di Petrinja nel 2020 un gruppo di scienziati europei si è unito in modo spontaneo per fare ricerche di lungo termine. Si è trattato di ricerche nei campi geologico, geodetico, geotecnico, sismico e geomorfologico.  L’obiettivo è stato di comprendere meglio la dinamica della faglia sismica di Petrinja e delle faglie circostanti e di sostenere gli studi internazionali sull’identificazione più precisa delle aree a rischio terremoti. In pratica si è indagato sugli aspetti della pericolosità sismica, ovvero lo scuotimento del suolo atteso in un sito a causa di un terremoto. Gli scienziati dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) in Italia e dell’Istituto croato di geologia hanno firmato un Memorandum d’intesa che ha costituito la base per lo sviluppo di un progetto comune sotto l’egida dell’Ambasciata Italiana a Zagabria. Questo progetto ha coinvolto il trasferimento di conoscenze e competenze in diversi campi delle scienze della Terra, metodologie, tecnologie e strumentazione.

Il lavoro di ricerca che è stato presentato ha avuto una durata di due anni. Con esso è stata realizzata una mappatura preliminare delle faglie sismiche attive nella zona di Zagabria e di Petrinja, è stata definita la storia sismica del territorio ed è stata elaborata una serie di conclusioni scientifiche specifiche riguardanti alcuni fenomeni geologici incorsi in conseguenza del terremoto. I risultati sono stati condivisi su internet via la piattaforma GIS e tramite una pubblicazione scientifica.

Daniela Pantosti, direttrice della Ricerca presso l’INGV. Foto Željko Jerneić

Alla relazione hanno presenziato il preside della Facoltà di Scienze dell’Università di Zagabria, Mirko Planinić, la consigliera presso l’Ambasciata Italiana a Zagabria, Valeria Baistrocchi, e il direttore generale per la Scienza e la Tecnologia presso il Ministero della Scienza e dell’Istruzione, Hrvoje Meštrić. Il convegno è stato moderato da Iva Dasović del Dipartimento di geofisica della Facoltà. Il team di scienziati responsabile del lavoro di ricerca che ha partecipato al convegno è stato formato da Giuseppe Di Stefano, direttore della Sezione Roma 1 dell’INGV, Slobodan Miko, direttore dell’Istituto croato di geologia, Daniela Pantosti, direttrice della Ricerca presso l’INGV, Francesca R. Cinti, ricercatrice presso il medesimo istituto, Nikola Belić, geologo presso l’Istituto croato di geologia e Josipa Maslač, ricercatrice presso lo stesso istituto. La sessione di chiusura è stata guidata da Branko Kordić, ricercatore presso l’Istituto croato di geologia.

I sismi non si possono prevedere

L’incontro è stato introdotto da Dasović, che ha spiegato a grandi linee l’importanza di questo tipo di ricerche: “I terremoti non possono essere previsti, ma il loro potenziale distruttivo può venir limitato se si è a conoscenza di cosa ci si può aspettare. Le proprietà dei terremoti sono un tema che sta nel cuore della sismologia, ma per conoscerli a fondo bisogna completare questa conoscenza con quella della geologia”.

Meštrić ha dichiarato che “la tragedia che è avvenuta a Petrinja ha avuto dei risvolti positivi, come la cooperazione tra Italia e Croazia nella realizzazione di questo progetto”. Altri importanti aspetti positivi sono stati il rinnovamento dell’Università di Zagabria e delle strutture scolastiche a Sisak e Petrinja, per le quali il Ministero ha investito oltre 800 milioni di euro. È stata concordata un’estensione della collaborazione già definita nel Memorandum d’intesa. Sono stati concordati progetti condivisi nel campo della ricerca sulla fusione nucleare in Europa e verrà sostenuta da ambedue i Paesi la costruzione del telescopio “Einstein” in Sardegna. “Tutto questo dimostra che la collaborazione Croazia-Italia ha un grande potenziale”, ha ribadito Meštrović.

Foto Željko Jerneić

Solidarietà e amicizia

Baistrocchi ha sottolineato che la solidarietà e l’amicizia con la Croazia è stata incrementata in seguito alla tragedia che ha colpito la Croazia in parallelo con la pandemia da Covid. Ha ricordato la recente riunione del Comitato di coordinamento dei ministri Italia-Croazia. “Siamo profondamente coinvolti nella ricerca scientifica in giro per il mondo e ora anche in Croazia. Siamo convinti che il miglioramento della cooperazione avrà da una parte risvolti positivi per la ricerca scientifica e dall’altra parte contribuirà ad attirare investimenti in Croazia da altri Paesi”.

Valeria Baistrocchi, consigliere presso l’Ambasciata d’Italia a Zagabria. Foto Željko Jerneić

Pantosti, in un breve colloquio a margine dell’incontro, ha descritto la dinamica degli eventi che ha consentito di sviluppare le ricerche: “È stata un operazione volontaria nel senso che una rete di colleghi si è attivata, ha preso contatti con il servizio geologico croato e siamo venuti subito dopo il terremoto. L’Ambasciata ci ha sostenuto dal punto di vista logistico perché c’era il Covid e quindi dovevamo avere i permessi. In seguito questa connessione con l’Ambasciata è stata molto utile perché abbiamo potuto incontrare il consigliere scientifico-economico predecessore della dott.sa Baistrocchi con cui abbiamo presentato quello che stavamo facendo, quello che volevamo fare e lui si è dimostrato molto interessato. Anche gli studiosi francesi hanno fatto appello alla propria Ambasciata per ottenere dei sostegni. Questo progetto è stato finanziato dall’Ambasciata, ma è, diciamo, un ‘pezzettino’ di un progetto più grande che è però ancora su base volontaristica. Non siamo riusciti ancora ad avere un progetto europeo o una cosa del genere. Adesso vedremo se riusciamo a trovare degli altri fondi, abbiamo un paio di progetti da sottoporre alla Comunità europea”.

Foto Željko Jerneić

 

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