Slovenia e Croazia decise a risolvere con il dialogo le questioni aperte

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Slovenia e Croazia decise a risolvere con il dialogo le questioni aperte
Tanja Fajon e Gordan Grlić Radman. Foto: Slavko Midzor/PIXSELL

Slovenia e Croazia sono decise a risolvere con il dialogo le questioni bilaterali aperte. Questa la conclusione scaturita dall’incontro a Zagabria tra il capo della diplomazia slovena Tanja Fajon e il ministro croato degli Affari esteri ed europei, Gordan Grlić Radman. Entrambi i ministri, dopo il colloquio, svoltosi in un clima di apertura e sincerità, hanno ribadito la disponibilità dei due Paesi a proseguire con il dialogo reciproco. In questo spirito dovrebbero essere ricercate pure le soluzioni riguardanti il contenzioso confinario. Tanja Fajon ha sottolineato che è stato concordato di continuare il dialogo in maniera informale, concentrandosi sulle questioni operative, concrete, come la ricostruzione dei ponti, a lungo trascurata, oppure la ricerca di soluzioni per agevolare l’attività di pesca. Il capo della diplomazia di Lubiana ha ribadito che il nuovo governo sloveno rispetterà la sentenza del Tribunale arbitrale sul contenzioso frontaliero e insisterà per la sua applicazione. Però nello spirito della collaborazione reciproca cercherà di risolvere alcune questioni quanto prima a livello informale. In pratica la realizzazione dei progetti più piccoli dovrebbe creare i presupposti per affrontare quelli maggiori.
Sostegno all’adesione a Schengen
Gordan Grlić Radman ha evidenziato che Zagabria desidera risolvere con il dialogo, a livello bilaterale, le questioni aperte per dimostrare al mondo che i due Paesi sono sufficientemente maturi per risolvere da soli i problemi, relativamente di minor conto, che sono rimasti sul tavolo dal momento della dissoluzione dell’ex Jugoslavia. Il ministro ha pure ringraziato Tanja Fajon per l’appoggio di Lubiana all’adesione di Zagabria allo Spazio di Schengen, all’eurozona e all’OCSE e ha ricordato che la Slovenia è il terzo più importante partner commerciale della Croazia. Gordan Grlić Radman ha sottolineato anche che i rapporti fra i due Paesi sono molto sviluppati, dalla difesa, alla cultura, allo sport, alla scienza, all’economia, alla collaborazione transfrontaliera. “Croazia e Slovenia hanno molte più cose in comune di quelle che le dividono. Vi sono enormi spazi per rafforzare la cooperazione. Da qui la volontà di perseverare con il dialogo per evitare che le questioni aperte siano d’intralcio allo sviluppo dei nostri rapporti”, ha concluso il ministro degli Affari esteri ed europei.
Tanja Fajon da parte sua ha informato Gordan Grlić Radman che Lubiana sta rispettando il suo impegno a rimuovere la recinzione al confine e che ha istituito a tal fine un gruppo di lavoro. Non si è sbilanciata comunque sui tempi della rimozione del filo spinato. Al contempo ha ribadito, nel contesto dell’allargamento dello Spazio europeo senza confini alla Croazia, l’auspicio che sia garantita, nel modo migliore possibile, la sicurezza della frontiera meridionale dell’area di Schengen. Da rilevare, inoltre, che i due ministri hanno discusso anche della collaborazione trilaterale tra Slovenia, Croazia e Italia nell’Alto Adriatico. Il prossimo incontro ministeriale a livello trilaterale, come annunciato, si terrà in autunno in Italia.
Interesse per il rigassificatore
Non è certamente un caso se Tanja Fajon ha scelto Zagabria per la sua prima visita ufficiale all’estero dopo l’insediamento del nuovo governo di Lubiana. “Desidero dimostrare – ha dichiarato – che la Croazia ha nella Slovenia un buon alleato e amico”. Ha salutato l’ingresso di Zagabria nell’eurozona a partire da gennaio sottolineando che ciò agevolerà la vita e le attività anche ai cittadini sloveni. Ha espresso pure la volontà di aiutare la Croazia a entrare quanto prima nello Spazio di Schengen per poter eliminare i controlli di Polizia ai confini tra i due Paesi. Tanja Fajon ha evidenziato pure l’interesse di Lubiana ad acquistare il gas dal rigassificatore di Castelmuschio (Omišalj) sull’isola di Veglia.
Basta con le multe ai pescatori
Il ministro degli Esteri di Lubiana ha concluso la sua visita a Zagabria con gli incontri con il premier Andrej Plenković e con il Presidente della Repubblica, Zoran Milanović. Dopo il colloquio con Tanja Fajon, il premier ha dichiarato di essere pronto a sospendere “immediatamente la sciocca prassi” della punizione reciproca dei pescatori sloveni e croati che varcano il confine marittimo nel Golfo di Pirano – confine al quale ciascuno dei due Paesi guarda in maniera diversa – a patto di raggiungere un accordo in merito con Lubiana. Tanto più che non sono i pescatori a pagare le sanzioni, per cui gli unici a guadagnarci sono gli avvocati che li rappresentano nei procedimenti per infrazione, in quanto alla fin fine a pagare sono gli Stati. Andrej Plenković ha puntualizzato che negli ultimi anni sono stati fatti grandi passi avanti nel miglioramento dei rapporti bilaterali. “Sì, abbiamo il problema irrisolto del confine. La Slovenia ha l’ancora che chiama arbitrato, mentre l’ancora della Croazia è la decisione del Sabor in base alla quale l’arbitrato è nullo”, ha concluso il premier.

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