Siamo italiani. Dichiariamolo forte e chiaro

Il messaggio della vicepresidente della Regione istriana in quota CNI, Jessica Acquavita, in occasione del censimento della popolazione in Croazia

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Siamo italiani. Dichiariamolo forte e chiaro

Il censimento della popolazione in Croazia si svolgerà dal 13 settembre al 17 ottobre in due fasi distinte a cominciare dall’autocertificazione elettronica per finire con le interviste a domicilio. Intanto i vertici della Comunità Nazionale Italiana si sono messi in moto per promuovere una serie di iniziative volte a incentivare i connazionali ad esprimere liberamente il proprio sentimento nazionale e l’appartenenza al gruppo minoritario anche in questa sede per così dire “statistica”, dal momento che il riconoscimento dei diritti minoritari a ogni gradino della piramide amministrativa dipende in larga misura anche dalla consistenza numerica della minoranza. Frattanto si sono mossi anche gli organi di rappresentanza delle singole Comunità degli Italiani che, ognuna nel proprio ambito, promuovono iniziative e incontri volti a diffondere il messaggio per cui il censimento non è mera formalità burocratica, ma è anche il barometro della “nostra presenza sul territorio” e per ciò stesso “la legittimazione dei nostri diritti specifici”. Sentiamo intanto il messaggio ai connazionali di Jessica Acquavita, vicepresidente della Regione istriana in quota CNI.

 

La campagna di sensibilizzazione

“Dell’importanza del censimento si è già detto abbastanza, soprattutto per quel che riguarda la nostra comunità nazionale. Quello che c’è da dire è forse anche il valore di questa campagna di sensibilizzazione, di sollecitazione degli italiani a dichiarare la loro appartenenza nazionale, un’iniziativa partita dall’Unione Italiana che io nel mio ruolo di vicepresidente della Regione ho fin da subito appoggiato. Mi sia concesso di dire in questa sede che un ringraziamento va fatto soprattutto ai numerosi connazionali che hanno accettato di partecipare alla campagna pubblicitaria prestando il loro tempo e il loro volto per comparire negli spot, e dare così il proprio apporto personale all’iniziativa. Dunque, un grazie a loro e un grazie all’Unione Italiana per il lavoro svolto. Vorrei a questo punto ricordare anche alcune questioni per così dire tecniche perché sappiamo che il censimento arriva, i connazionali lo sanno, ma non guasta ricordare anche alcune scadenze e le varie modalità di partecipazione. Sappiamo che il rilevamento verrà diviso in due tappe distinte, e che nella prima parte ognuno potrà partecipare ovvero autocertificarsi da casa”.

Un’occasione da non perdere

Infatti è la prima volta che abbiamo quest’opportunità. Sarà il caso di insistere sui vantaggi del nuovo strumento a disposizione dei cittadini?

“Credo che questa sia una buona occasione, da non perdere per le minoranze. In questi giorni abbiamo contattato diversi dei nostri connazionali che hanno espresso alcune delle loro perplessità più stringenti: chi non se la sente di lasciar entrare in casa gli intervistatori, anche per la questione epidemiologica, chi invece non se la sente di dichiarare ad un estraneo i propri sentimenti nazionali o religiosi eccetera. Ecco dunque che il fatto di poterlo fare online, in piena autonomia e tranquillità, è forse un vantaggio per tutti noi che vogliamo esprimere quanto più liberamente quello che siamo. Dunque per quanto attiene a questa prima parte del rilevamento, l’autocertificazione in Rete, bisogna dire che sul sito Internet che l’Istituto nazionale di statistica (DZS) ha dedicato al Censimento 2021 (popis2021.hr) è possibile prendere in visione il questionario in tutte le lingue delle minoranze nazionali e quindi anche in italiano. Vorrei ricordare che verso la metà di luglio abbiamo avuto un collegio dei vicesindaci connazionali. Durante la riunione è stato rilevato che nella traduzione italiana del questionario compariva la locuzione ‘gruppo etnico’ invece che ‘nazionalità’ e che questa traduzione poteva in qualche modo indurre i connazionali in confusione per cui la Regione ha espressamente richiesto all’DZS di effettuare le debite modifiche alla dicitura, di restituire insomma al testo il termine ‘nazionalità’, che compare anche in tutti gli altri questionari e con il quale i cittadini hanno più dimestichezza. Ricordiamo anche che le risposte riguardanti la nazionalità e la religione sono risposte di tipo aperto, diversamente dalle altre per cui vi sono dei suggerimenti contenuti nel questionario”.

Dal che deriva l’importanza di una dichiarazione esplicita, chiara e non equivoca…

“Esatto. Bisogna ribadire la necessità di dichiararsi italiani, esplicitamente italiani, senza ricorrere a mezze risposte. Questo naturalmente non vuol dire togliere alcunché a qualche altro sentimento di appartenenza, fosse pure regionalista. Certamente siamo anche istriani, ma prima di tutto siamo italiani e quindi dichiariamolo forte e chiaro perché alcune risposte fanno la differenza. Ci sono risposte che contano, e queste contano seriamente”.

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