Scoppia il caso WhatsApp, Milanović e l’opposizione: «No a Turudić procuratore di Stato»

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Scoppia il caso WhatsApp, Milanović e l’opposizione: «No a Turudić procuratore di Stato»
Il Presidente Zoran Milanović. Foto Robert Anic/PIXSELL

Sulla scena politica croata doveva essere un weekend tranquillo, invece è scoppiato il caso WhatsApp, che ha coinvolto il principale candidato alla guida della Procura di Stato (Dorh), Ivan Turudić. Il sito del quotidiano zagabrese Jutarnji list ha pubblicato lo scambio di messaggi tra Turudić e Josipa Rimac, l’ex segretaria di Stato presso il Ministero dell’Amministrazione sospettata di abuso d’ufficio, abuso di potere e autorità, corruzione e concussione. Il giudice ha sempre negato di avere un rapporto stretto con la “regina di Knin”, ammettendo soltanto di conoscerla. Però, i messaggi pubblicati dimostrano che tra i due intercorreva una vera e propria amicizia, fatta di paroline dolci e numerosi incontri, anche negli uffici del Tribunale regionale di Zagabria.

Solo qualche ora prima il presidente della Repubblica, Zoran Milanović, aveva convocato una conferenza stampa nel corso della quale aveva accusato Turudić, sostenendo che, quando era presidente del Tribunale della Contea di Zagabria, si incontrava con Zdravko Mamić, l’ex padre-padrone della Dinamo Zagabria e del calcio croato in generale, condannato a 6  anni e mezzo di carcere per appropriazione indebita di  denaro per il tramite dei conti della squadra della capitale, e attualmente fuggitivo a Međugorje, in Bosnia ed Erzeovina. Milanović ha affermato che i due si sono incontrati sia quando Mamić era sospettato, che successivamente, quando era sotto inchiesta.

“Non posso tollerare che un personaggio così oscuro venga promosso a procuratore di Stato. A questo devo porre fine, e lo sto facendo”, ha dichiarato Milanović.

La deputata di Možemo! e candidata premier alle prossime elezioni, Sandra Benčić, ha sottolineato di non essere sorpresa dagli ultimi sviluppi. “Ora è evidente a tutti che Turudić ha mentito sempre“, ha sentenziato Benčić.

Il presidente dell’SDP, Peđa Grbin, ha invece dichiarato:  “In base alla Lex AP, che vuole mettere il bavaglio al giornalismo investigativo, un simile scoop porterebbe agli arresti di coloro che lo hanno pubblicato. Invece, io credo che l’opinione pubblica ha il diritto di sapere che cosa si siano detti ‘Radost’ e ‘Lipota’ (Gioia e Bellezza, come si sono chiamati amorevolmente a vicenda Turudić e Rimac nei messaggi, ndr)”.

 

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