Schengen ed euro: due vittorie per la Croazia

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Schengen ed euro: due vittorie per la Croazia
Il valico di confine tra Slovenia e Croazia di Castelvenere, in Istria

“Il sostegno del Parlamento europeo è in tasca. C’accingiamo a compiere gli ultimi passi del percorso che ci porterà in Schengen una volta ottenuto il via libera del Consiglio Ue”, ha dichiarato il premier Andrej Plenković, dopo il “sì” dell’Europarlamento di giovedì 10 novembre. Il primo ministro ha puntualizzato che il Paese è in procinto di centrare due traguardi strategici, di portata capitale nella sfera della politica estera: l’adozione dell’euro e l’adesione allo Spazio Schengen. “L’anno prossimo avremo modo di parlare dei frutti dell’ulteriore posizionamento della Croazia in ambito internazionale”.

Libera circolazione

Dal Ministero degli Affari interni (MUP) hanno rilevato che la Croazia, rispetto agli altri Paesi ammessi nell’Area Schengen ha dovuto sottoporsi a una valutazione più rigorosa e minuziosa. Nella nota diramata dal MUP si rileva che il Paese ha dovuto soddisfare 281 raccomandazioni attinenti all’acquis communautaire connesso al regime di Schengen. Tra i criteri soddisfatti dalla Croazia figurano, oltre al controllo della frontiera e delle migrazioni, pure quello relativo alla collaborazione tra le forze di Polizia e i sistemi giuridici, alla lotta al commercio illegale di armi da fuoco, alla tutela dei dati, al rilascio dei visti e all’utilizzo dei sistemi informatici relativi al funzionamento di Schengen. “L’adesione della Croazia contribuirà alla sicurezza dell’Ue e dei suoi cittadini, al controllo dei confini esterni dell’Ue e alla gestione delle migrazioni. Ai cittadini croati consentirà di godere della libertà di circolazione all’interno dell’Area Schengen, già esercitata da 420 milioni di europei”, è stato puntualizzato nel comunicato stampa.

Investimenti milionari

Nell’ambito del processo di adeguamento agli Standard Schengen, il MUP ha attinto 120 milioni di euro di contributi europei. Una parte dell’importo è stata spesa per l’acquisto di equipaggiamenti e mezzi di trasporto destinati alla Polizia di frontiera. Ma il grosso dell’importo è stato investito nell’ammodernamento dei valichi di frontiera con la Serbia, la Bosnia ed Erzegovina e il Montenegro. I confini (stradali) con la Slovenia e l’Ungheria invece saranno smantellati, ma in modo da mantenere le condizioni, in circostanze straordinarie (ad esempio una pandemia) da poter ripristinare, temporaneamente e in via eccezionale i controlli alle frontiere. Stando a quanto riportato ieri dal quotidiano Jutarnji list, la HŽ Infrastruktura, la società del Gruppo delle Ferrovie croate (HŽ) competente per la gestione delle infrastrutture del sistema ferroviario non ha completato finora nemmeno uno dei progetti d’adeguamento dei valichi di frontiera ferroviari di Erdut, Tovarnik, Drenovci, Slavonski Šamac, Volinja e Metković (Porto Narenta), nonostante il concorso per la realizzazione di progetti tecnici fosse stato bandito nel 2018.

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